Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 24 febbraio 2021

24 Febbraio 2021
https://www.nuovoparadigma.it/wp-content/uploads/2020/01/rassegna-stampa.jpg

RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

METEOWEEK

Gabriele confessa: «Papà era ubriaco di nuovo, ecco perché l’ho ucciso»

Anna Di Donato

Avrebbe ucciso a martellate suo padre, Giovanni Finotello, 56 anni, dopo un
violento litigio perché di nuovo ubriaco. Sarebbe questa la ragione che ha
spinto Gabriele a commettere il delitto. «Ma smettila di bere, guarda come
ti sei ridotto», le parole del figlio da cui poi sarebbe scaturita la lite.
Il giovane avrebbe ammesso il gesto, senza negare, assumendosi la
responsabilità.

Gabriele ha ricostruito quel momento di blackout, la lite con il padre a cui
avrebbe rimproverato in modo aspro di essere totalmente ubriaco. Insulti,
spintoni e infine in un raptus di rabbia, avrebbe impugnato il martello e
ucciso il padre colpendolo 4 volte. Poi ha preso coscienza di quanto
avvenuto e ha chiamato 118 e carabinieri, giunti immediatamente sul posto.

PROIEZIONIDIBORSA.IT

Ecco cosa succede a chi inizia a bere alcol prima dei 25 anni

In un precedente articolo abbiamo parlato di un problema sempre più diffuso:
la dipendenza dall’alcol. Spesso si inizia per gioco, per stare in compagnia
e per “fare i grandi” quando si è più piccoli. In alcuni casi, però, questo
gioco si trasforma in una dipendenza da cui è difficile uscire.

Gli esperti ritengono che l’alcol faccia male sempre e ad ogni età, ma ci
sono tre fasi di vita in cui risulta particolarmente dannoso. Queste fasi
sono la tarda adolescenza, la gravidanza e la terza età. Oggi, Noi della
Redazione di ProiezionidiBorsa ci concentreremo sulla prima di queste tre
fasi, spiegando gli effetti dell’alcol sui giovani.

Ecco cosa succede a chi inizia a bere alcol prima dei 25 anni

Il Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di
Sanità Emanuele Scafato spiega l’importanza della prevenzione in questa fase
di vita. Il Direttore afferma che la maturazione cerebrale si completa
intorno ai 25 anni. Durante questa età, difatti, si passa da un approccio
cognitivo emotivo ad uno razionale, proprio dell’età adulta.

L’alcol che si consuma tra la fase adolescenziale e quella che precede l’età
adulta (dai 12 ai 25 anni) compromette lo sviluppo del cervello. In
particolare, le facoltà che risentono maggiormente della compromissione sono
l’orientamento e la memoria, fondamentali per il corretto sviluppo cognitivo
della persona.

Qual è la dose consigliata in questa fase di vita?

I 25 anni, continua a spiegare il Direttore, rappresentano l’età di maggiore
vulnerabilità cognitiva. È per questo che sino a questa fase di vita non si
dovrebbero consumare alcolici o dovrebbe esserne consentito un uso moderato.
Inoltre, anche l’assunzione regolare di sostanze alcolemiche in quantità
moderate sembra provocare conseguenze altamente negative per il cervello del
futuro adulto. Ecco cosa succede a chi inizia a bere alcol prima dei 25 anni
ed ecco perché essere informati è estremamente importante per il nostro
futuro.

WINEMAG

Dopo la birra analcolica è giunta l’ora dei “distillati senza alcol”?

SECONDO UN RECENTE STUDIO, GLI “SPIRIT NO ALCOL” COPRIRANNO IL 31% DEL
MERCATO ENTRO IL 2024

Giacomo Merlotti

Sempre più prodotti “low and no” alcol si affacciano sul mercato mondiale.
Dopo il trend di crescita della birra analcolica, evidenziato anche da
un’analisi di Global Market Insights, è il mondo degli spirit a confrontarsi
in modo sempre più importante con questa tendenza.

Il “No-and-Low Alcohol Strategic Study 2021” presentato da IWSR Drinks
Market Analysis e condotto nei 10 mercati di riferimento – Australia,
Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Sud Africa, Spagna, Uk e Stati
Uniti, che insieme rappresentano il 75% del mercato mondiale dell’analcolico
– mostra come gli spirit a basso o nullo contenuto di alcol abbiano
aumentato le vendite del 32,7% nel solo 2020 nonostante la chiusura dei bar
in tutto il mondo.

Un dato che ha portato questi prodotti ad occupare il 3% del mercato
mondiale degli “alcolici” e che, prevede lo studio, porterà al 31% nel 2024.
«Quello che stiamo vedendo – dice Mark Meek, Ceo di IWSR Drinks Market
Analysis – è una tendenza alla moderazione che si sta diffondendo nei
principali mercati globali e che porta con sé una maggiore domanda di
bevande con contenuto di alcol ridotto o nullo».

Lo studio mostra come per il 64% del campione l’occasione migliore per
consumare prodotti a basso tenore alcolico è quando ci si rilassa a casa.
Inoltre i consumatori affermano che, nonostante la scelta sia dovuta al
desiderio di evitare gli effetti negativi dell’alcol, il gusto resta
comunque un importante criterio di decisione. In pratica i bevitori sono
disposti a pagare lo stesso prezzo per una “buona” alternativa analcolica.

In questo – aggiunge Meek – le aziende produttrici avranno un ruolo
importante nello sviluppo futuro di bevande a contenuto di alcol basso o
nullo, poiché sarà l’aumento del numero di prodotti disponibili per i
consumatori e il loro posizionamento di prezzo a sostenere la crescita della
categoria e ad ampliarne l’attrattiva».

Non a caso grandi aziende come Diageo e Pernod Ricard stanno sempre più
percorrendo questa strada. Diageo, dopo aver lanciato Gordon’s 0.0% nel
dicembre 2020, ha recentemente introdotto Tanqueray 0.0%. Due gin che, a
detta della casa madre, mantengono le stesse caratteristiche organolettiche
degli originali perché prodotti con le stesse botaniche.

«Abbiamo unito anni di esperienza e conoscenza storica della distillazione
di gin per creare un’esperienza credibile senza alcol – dice Anita Robinson,
Marketing Director di Diageo – Le botaniche vengono immerse individualmente
in acqua, riscaldate e quindi distillate prima di essere miscelate insieme
per catturare l’essenza di Tanqueray e Gordon’s in versione senza alcool».

Punta invece su un basso contenuto di alcol Pernod Ricard che a gennaio 2021
ha lanciato sul mercato spagnolo Beefeater Light e Ballantine’s Light, un
“gin” ed un “whisky” a solo 20% Abv.

«I nostri esperti – dice Jean Christophe Coutures, Ceo di Pernod Ricard
Whisky Unit – hanno lavorato duramente per creare spirit che si adattino al
bere consapevole senza compromettere il sapore e per dare agli appassionati
di scotch e gin un nuovo modo di godersi l’esperienza».

PIUSANIEPIUBELLI.IT

Alcol e gravidanza: conseguenze irreversibili per il bambino

Sandra Tomassini – 24/02/2021

Come il consumo di alcolici può influire sullo sviluppo e la salute del
feto? Una delle più importanti rinunce da fare in gravidanza, per il bene
del bambino, è quella di assumere alcolici evitando così di danneggiare il
feto in modo irreversibile.

Se aspetti un bimbo devi completamente rinunciare ai superalcolici e non
superare la dose di un bicchiere di vino al giorno, oppure di una lattina di
birra (*). Assumere alcolici in gravidanza può interferire sullo sviluppo
del cervello e di altri organi del feto e causare una serie di disturbi
chiamata Fetal Alcohol Sindrome (FAS), cioè sindrome feto-alcolica. Si può
manifestare con problemi al cervello, al cuore o alla colonna vertebrale,
rallentamento nella crescita, basso peso alla nascita, ritardo mentale.

Non è possibile garantire al 100% che un bambino nasca e cresca in salute,
ma è sicuramente provato che, se una donna in gravidanza o durante il
concepimento si astiene dal bere alcolici, il bambino non potrà incorrere
nella sindrome alcolico fetale.

L’alcol ingerito dalla mamma si trasforma in una sostanza chiamata
acetaldeide, che, attraverso la placenta, arriva direttamente al bambino
attraverso il sangue del feto e, non essendo quest’ultimo in grado di
metabolizzare l’alcol come un adulto, può provocare danni nella fase di
crescita dei suoi organi, di sviluppo dell’udito e di crescita dei suoi
circuiti cerebrali; dunque mentre tutto è in “costruzione” e c’è una grande
sensibilità e vulnerabilità.

La diagnosi della sindrome feto-alcolica e la valutazione dei danni
provocati dall’assunzione di alcol in gravidanza non è semplice in quanto
non esistono esami specifici, ma i sintomi che possono comparire durante la
vita del bambino sono diversi: problemi di comportamento, di apprendimento o
nello sviluppo cognitivo. Sono sintomi che si protraggono per tutta la vita
e che spesso necessitano di un monitoraggio continuo e dell’aiuto
specialistico neuropsichiatrico, pediatrico, educativo.

Non c’è da preoccuparsi però se si è “alzato il gomito” all’inizio della
gravidanza (**), quando ancora non lo si sapeva. Nel corso di uno studio
condotto su neo-mamme che si erano trovate nella tua stessa situazione, non
sono stati riscontrati problemi di salute nei bimbi.

È bene inoltre mantenere le stesse dosi di vino e di birra anche durante
l’allattamento (***) evitando, in ogni caso, di bere nelle due ore
precedenti la poppata. Questo perché, anche se in piccole quantità, l’alcol
può passare al tuo piccolo e il suo organismo non è in grado di sopportare
neppure piccolissime dosi di alcol e si corre il rischio di danneggiare le
funzioni del suo fegato. Sfatiamo il mito che “la birra fa latte” perché non
è assolutamente vero, è comunque alcol che arriva al bambino attraverso il
latte materno.

(*) Nota: è inutile proporre un titolo così chiaro e categorico se poi si
inizia l’articolo “concedendo” vino o birra in gravidanza.

(**) Nota: al contrario, proprio all’inizio della gravidanza è
particolarmente importante evitare il consumo di bevande alcoliche.

(***) Nota: la dose da mantenere, durante la gravidanza e durante
l’allattamento, è zero.

LA GAZZETTA DI MODENA

Modena, alcolici a minore: condannato gestore della discoteca Kyi

Quindicenne in coma etilico dopo una serata di vodka: pena per Anania,
sospensione dell’attività per tre mesi

CARLO GREGORI

MODENA. Minorenni ubriachi e in coma etilico: per il caso di un 15enne
portato all’ospedale in gravi condizioni dopo una serata di ballo e sballo
di vodka alla discoteca Kyi di Baggiovara, è stato ieri condannato il
titolare Alessandro Anania, 30enne di Modena.

Era accusato di somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni. Un reato
amministrativo che gli costa un mese agli arresti (con pena sospesa) e
soprattutto tre mesi di sospensione dell’attività, se la sentenza diventerà
definitiva. Si è chiuso col verdetto del giudice Francesco Cermaria un
lunghissimo processo che ritagliava una drammatica situazione della quale
erano protagonisti e allo stesso tempo vittime dei minorenni alle loro prime
uscite.

I ragazzini e una ragazzina finiti in ospedale per sbronze estreme. Loro
stessi avevano indicato ai genitori di essere stati al Kyi. E uno di questi
casi, al centro di questo processo, è terminato ieri con la condanna del
titolare.
La vicenda processuale riguardava la sera del 19 novembre 2015. Il ragazzo
stesso, diventato nel frattempo adulto, aveva raccontato nel 2018 nel corso
di una drammatica testimonianza in aula cosa gli era accaduto. Aveva
quindici anni. Era entrato al Kyi con amici, si erano seduti a un tavolo
prenotato della discoteca e avevano ordinato da bere. Ingoiati tre bicchieri
di vodka a distanza ravvicinata, era svenuto. Si era trovato disteso a terra
privo di sensi dentro il locale nel pieno della serata, tra la confusione e
il passaggio di giovani, e si era svegliato al pronto soccorso circondato da
infermieri e medici. Era stato sottoposto a un trattamento per coma etilico.
L’aspetto controverso di questi casi – l’ultimo, sempre un caso di coma
etilico di un ragazzino nell’ottobre 2018, spinse il questore a una chiusura
del locale per venti giorni – riguardava chi somministrava gli alcolici. I
ragazzi sedevano al tavolo e ordinavano una bottiglia di vodka. Ma la
responsabilità era del barman, del cameriere o del titolare? Il titolare era
consapevole dei superalcolici serviti a adolescenti così giovani? Secondo il
giudice in questo caso la risposta è: sì. Le motivazioni saranno depositate
nelle prossime settimane.

IL GIORNO

Milano, minorenni costrette a ubriacarsi e violentate: arrestati tre uomini

Due gli episodi accertati, in un caso sono stati anche diffusi alcuni video
degli abusi

Milano, 24 febbraio 2021 – Arrestati tre uomini sudamericani di 24, 33 e 60
anni, accusati di aver violentato due ragazze minorenni, con l’aggravante
dell’uso di sostanze alcoliche e, in un caso, di aver realizzato e poi
diffuso video pedopornografici. Gli arresti sono stati eseguiti dal Nucleo
Tutela Donne e Minori dell’Unità investigazioni e prevenzione della Polizia
locale di Milano; le indagini sono state coordinate dalla pm Francesca
Gentilini.

Gli arresti sono scaturiti dalla notizia di reato inviata dal Soccorso
violenza sessuale e domestica della Clinica Mangiagalli di Milano alla
Procura lo scorso 4 dicembre, quando una ragazza di 14 anni, accompagnata
dalla madre, si è presentata riferendo di aver subito abusi sessuali quello
stesso giorno da parte del ventiquattrenne, che conosceva, e di un
trentenne. La giovane aveva appuntamento la mattina con il conoscente in
zona Bignami, dove avrebbero dovuto incontrarsi anche con altri amici
secondo quanto lui le aveva riferito il giorno precedente. All’appuntamento,
però, c’era solo un trentenne insieme a lui e i tre, dopo aver acquistato
alcolici in un supermercato, si sono recati in uno scantinato in zona.

Dopo aver bevuto un primo bicchiere la quattordicenne ha iniziato a non
sentirsi bene, ma è stata costretta dai due a continuare a bere in attesa,
come da loro promesso, che arrivassero altri amici. Dopo aver bevuto altri
due bicchieri, però, la ragazza ha avuto un mancamento e quando ha riaperto
un attimo gli occhi si è accorta che il conoscente la stava molestando, ma
non è riuscita a respingerlo poiché troppo debole. Svenuta nuovamente, si è
risvegliata qualche ora dopo in un’auto, sul sedile posteriore con i
pantaloni abbassati e il trentatreenne a fianco che continuava a metterle le
mani addosso. Riaddormentatasi nuovamente, la ragazza si è poi svegliata
intorno alle 16:30, si è fatta restituire il cellulare che le avevano tolto
e riaccompagnare a casa. Nel tardo pomeriggio, al rientro della madre, la
quattordicenne le ha raccontato quanto accaduto durante la giornata e
insieme sono andate al Pronto soccorso.

Grazie alle intercettazioni telefoniche è stato possibile recuperare
velocemente numerosi elementi di prova a carico degli indagati e grazie
all’analisi delle celle agganciate dalle utenze telefoniche si è potuta
confermare l’assoluta attendibilità della vittima. Alla luce delle
dichiarazioni rese da testimoni diretti e indiretti è stato possibile
risalire a un’altra giovane ragazza violentata lo scorso marzo sempre da
parte del ventiquattrenne, questa volta in concorso con il sessantenne,
entrambi conosciuti dalla vittima. In questo caso, il più giovane ha anche
realizzato e poi diffuso alcuni video della violenza sessuale commessa
mentre lei era priva di conoscenza, a causa delle quantità di alcol assunte.

“L’esito di questa indagine è l’ennesima conferma dell’impegno e della
professionalità del Nucleo Tutela Donne e Minori – commentano la vicesindaco
Anna Scavuzzo e il comandante della Polizia locale Marco Ciacci -, un gruppo
che lavora in perfetta sintonia e in coordinamento con altre Istituzioni
cittadine, come il Soccorso violenza sessuale della Clinica Mangiagalli e la
Procura della Repubblica, su temi particolarmente delicati e che ben
rappresenta lo spirito e la dedizione con cui tutta la Polizia locale si
mette al servizio della città”.

CAGLIARILIVEMAGAZINE

Cagliari. Nei guai un 19enne che in stato di alterazione alcolica ha
aggredito la fidanzata di Carbonia

Stanotte a Cagliari, i carabinieri della Sezione Radiomobile della locale
Compagnia, al termine di un animato intervento, hanno deferito in stato di
libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale cittadino per il
reato di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale un 19enne romano, di
fatto domiciliato a Cagliari, disoccupato e incensurato.

I carabinieri operanti, attorno alle ore 22:40 di ieri, su disposizione
della centrale operativa di Via Nuoro, sono intervenuti in Via Monsignor
Piovella, a seguito della richiesta telefonica di una 23enne di Carbonia,
allo scopo di fornire soccorso alla giovane, vittima di un’irrazionale
aggressione da parte del ragazzo, accertando che questi, poco prima, in
evidente stato di ebbrezza alcolica, l’aveva aggredita, strattonandola per
un braccio e non permettendole di rientrare presso abitazione in suo uso.

Il 19enne in stato di alterazione, all’arrivo dei militari, ha mostrato un
atteggiamento ostile, proferendo nei loro confronti frasi minacciose,
rifiutando di fornire le proprie generalità e opponendo qualche resistenza
non appena posto in sicurezza.

Vista la giovanissima età e la condizione di incensurato gli veniva evitata
una precoce esperienza di vita a Uta ma gli è stata contestata una sanzione
amministrativa per la violazione dell’art. 3/4° comma del D.P.C.M. 03
novembre 2020, non avendo egli fornito valide giustificazioni circa propria
presenza in loco in quell’ora tarda e per lui sfortunata, in violazione
delle normative per il contenimento della pandemia.

GENOVA24

Centro storico, 34enne ubriaca si spoglia in strada e ferisce una
poliziotta: arrestata

Calci, pugni e manate all’agente che cercava di farla rivestire

Genova. Una 34enne ubriaca, ieri pomeriggio in piazzetta Barisone, ha
cominciato ad inveire con pesanti insulti contro la poliziotta che la
sorvegliava nell’ambito di un controllo del commissariato centro.

Non contenta, si è abbassata i pantaloni e, mostrando le parti intime ai
presenti e ai passanti, ha cominciato ad espletare i suoi bisogni
fisiologici in strada.

La reazione contro la poliziotta che ha tentato di fermarla è stata
violenta: manate, calci e pugni che hanno provocato all’agente una
contusione alla mano guaribile in 10 giorni. La 34enne, una donna di
nazionalità romena, è stata arrestata per resistenza e lesioni e multata per
ubriachezza, atti contrari alla pubblica decenza e poiché non indossava i
dispositivi anti-covid.

REPUBBLICA

Bruce Springsteen, multa di 500 dollari per aver bevuto alcol in un parco
nazionale Usa

Il Boss è stato scagionato dall’accusa di guida spericolata e in stato di
ebrezza.

Lo scorso 14 novembre era stato arrestato nella Gateway National Recreation
Area di Sandy Hook, nel ‘suo’ New Jersey

Bruce Springsteen ha avuto una multa di 500 dollari per aver bevuto alcol in
un parco nazionale Usa. La leggenda del rock ‘n’ roll si è dichiarata
colpevole di aver consumato alcol sulla spiaggia di Sandy Hook, nel ‘suo’
New Jersey, un’area deserta gestita a livello federale. I pubblici ministeri
hanno ritirato le accuse (molto più pesanti) di guida spericolata e in stato
di ebrezza.

I fatti risalgono allo scorso 14 novembre ma se ne è avuta notizia il 10
febbraio: il Boss era stato arrestato all’interno della Gateway National
Recreation Area di Sandy Hook. In seguito alla notizia diffusa dal tabloid
di intrattenimento online TNZ, Jeep aveva annunciato il temporaneo ritiro
dello spot che vede protagonista Bruce Springsteen e realizzato
appositamente per il Super Bowl che si è tenuto la scorsa domenica 7
febbraio.

Springsteen, 71 anni, è apparso in una audizione online davanti al giudice
Anthony R. Mautone, del tribunale distrettuale degli Stati Uniti a Newark.
L’artista ha ammesso di aver bevuto due bicchierini di tequila il 14
novembre sulla spiaggia di Sandy Hook, dove è vietato il consumo di alcol.
Mautone ha anche imposto 40 dollari di spese processuali alla rock star, che
avrebbe pagato immediatamente i 540 dollari.

Il vice procuratore degli Stati Uniti Adam Baker ha detto che il governo
stava avrebbe ritirato le accuse di guida spericolata e in stato di ebbrezza
e perché non riteneva di poterle dimostrare in tribunale. Springsteen
inizialmente si era dichiarato non colpevole di tutte e tre i capi di
imputazione.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

Associazione Nuovo Paradigma O.N.L.U.S. – C.F. 91071720931