Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 15 marzo 2023

15 Marzo 2023
https://www.nuovoparadigma.it/wp-content/uploads/2020/01/rassegna-stampa.jpg

RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

TG24.SKY.IT

Ue, le Regioni unite contro l’etichetta che mette in guardia sul vino

Concordata oggi all’unanimità la linea comune per “contrastare la possibile introduzione da parte dell’Irlanda di un’etichettatura che definisce tutte le bevande alcoliche come cancerogene, incluso il vino” (*)

Le Regioni italiane fanno fronte comune in Ue contro l’etichetta sanitaria sul vino proposta dall’Irlanda. La delegazione al Comitato europeo delle Regioni (CdR) – rappresentata tra gli altri dai presidenti Marco Marsilio (Abruzzo), Eugenio Giani (Toscana), Alberto Cirio (Piemonte) e Luca Zaia (Veneto) – chiede formalmente “un dibattito” sul tema “ai lavori della prossima sessione plenaria” in programma il 24-25 maggio a Bruxelles. “Siamo pronti a portare avanti, in ogni sede, nuove iniziative per modificare questo approccio a livello europeo”, affermano i rappresentanti regionali e locali italiani.

La nota dei rappresentanti regionali

Le Regioni italiane hanno concordato oggi all’unanimità la linea comune per “contrastare la possibile introduzione da parte dell’Irlanda di un’etichettatura che definisce tutte le bevande alcoliche come cancerogene, incluso il vino”. “Crediamo fermamente che la possibile introduzione di norme tecniche e restrizioni commerciali da parte del governo irlandese non siano proporzionate e soprattutto siano contrarie al diritto dell’Ue”, sottolineano i rappresentanti regionali e locali, evidenziando che la misura “potrebbe compromettere il buon funzionamento del mercato unico europeo, provocando una duplicazione dei costi per i produttori di vino, il 99% dei quali sono piccole e microimprese, che sarebbero incapaci di far fronte a sistemi di etichettatura diversi in ogni singolo Stato membro e dunque resterebbero esclusi dal mercato irlandese”.

Cirio a Paesi mediterranei: “Unitevi all’Italia contro etichetta”

“Abbiamo scritto una lettera al presidente del Comitato europeo delle Regioni (CdR) e l’abbiamo sottoposta alla firma degli altri Paesi mediterranei e che hanno la cultura del vino, che condividono il principio che l’equiparazione alcol-vino-sigarette è un falso senza fondamento scientifico”. Lo afferma il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, a capo della delegazione italiana al CdR, chiamando a raccolta “tutti i territori che vogliono seguire” le Regioni italiane “in questo percorso” contro la richiesta dell’Irlanda di apporre un’etichetta sanitaria Ue sul vino. Le Regioni italiane sono pronte ad “alzare una barriera come stanno facendo molti governi europei, prima di tutto quello italiano, che con il ministro Tajani si è fatto promotore di una missiva molto chiara indirizzata alla Commissione europea firmata da un terzo degli Stati membri, sottolineando le storture che un’iniziativa del genere potrebbe portare”, sottolinea Cirio. “Abbiamo già una squadra molto forte che in questa fase percorrerà vie politiche, poi ci sono anche quelle giudiziarie”, come “la Corte di giustizia Ue”, avverte il governatore, ricordando che “c’è tempo fino al 6 maggio” quando scadranno i termini dei 90 giorni dalla notifica dell’Irlanda all’Organizzazione mondiale del Commercio.

(*) Nota: poco o nulla importa ai politici il fatto che, per davvero, tutte le bevande alcoliche, incluso il vino, siano cancerogene, e lo siano al di sopra di qualsiasi ragionevole dubbio.

ANSA

Vino: Zaia, è identità, non svendiamo a multinazionali

Italia sia apripista nella battaglia contro etichettatura

(ANSA) – BRUXELLES, 15 MAR – L’etichettatura con indicazioni sulla nocività del vino “è un attacco anche identitario, nel senso che se passa questa filosofia di togliere l’identità alle produzioni finisce che noi consegneremo l’agricoltura e i territori in mano alle multinazionali”. (*)

Lo ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia, in un intervento alla Conferenza della Regioni europee (Cer) a Bruxelles, il cui testo è stato diffuso dalla Regione.

“Abbiam fatto delle battaglie sacrosante come Italia in passato – ha aggiunto Zaia – difendendo la tipicità, difendendo l’identità, quindi io spero che si veda dietro questa operazione non solo la difesa di un comparto economico che è sacrosanta, ma anche la difesa di un altissimo valore che è quella identitaria. Se a noi tolgono questa parte d’identità poi a ruota ci sarà lo smontaggio di tutto quello che è il comparto agricolo di comunità come le nostre. Noi abbiamo 4.500 prodotti tipici in Italia; immaginate cosa c’è dietro ad ogni prodotto tipico, c’è la storia di una comunità, sono i sacrifici della nostra gente”. (ANSA).

(*) Nota: siamo oltre l’ermetismo più esasperato. Se qualcuno tra i lettori della rassegna è in grado di dare un’interpretazione logica a questo ragionamento di Luca Zaia, un senso al collegamento tra l’informare della nocività del vino e l’identità delle produzioni, è pregato di mandarmene la spiegazione via mail. Se mi convincerà, la pubblicherò in una prossima rassegna. Se lo desidera, può partecipare anche Maurizio Crozza, anche con un video, se vuole.

Ma torniamo ora alla drammatica realtà delle conseguenze del bere, con una splendida, dolorosissima lettera, da leggere con grande attenzione.

FIUMICINO-ONLINE.IT

ALDO, MORTO PER UN INCIDENTE STRADALE CAUSATO DA UN GUIDATORE UBRIACO. I GENITORI CHIEDONO GIUSTIZIA

Pietro e Nadia: “Non cerchiamo vendetta, ma attendiamo giustizia, per nostro figlio e per noi

“Siamo Pietro e Nadia, genitori di Aldo Abbrugiati, deceduto a Roma il primo ottobre 2022, a seguito di un incidente stradale causato da un guidatore in stato di ebrezza.

Nostro figlio è stato strappato alla vita alla giovane età di 20 anni a causa del comportamento di un uomo, adulto, che, in spregio di ogni regola e norma di prudenza, si è messo alla guida completamente ubriaco.

È stato accertato che aveva un tasso alcolemico pari a più del doppio consentito dalla legge e che procedeva, oltre i limiti, ad alta velocità. L’esito delle indagini parla chiaro: nostro figlio è stato ucciso, lui che si era posto alla guida con responsabilità ed attenzione, come hanno accertato le perizie, guidava nel rispetto dei limiti, senza avere assunto alcol o sostanze stupefacenti.

Tutti, parenti, amici, conoscenti e psicologi ci dicono che possono solo immaginare quello che proviamo. No, non si può nemmeno immaginare questa sofferenza. Vivere sulla propria pelle questa realtà è atroce.

Cerchiamo nostro figlio ogni giorno, in un profumo, in una foto, in un uccellino che ci si posa accanto, perché Aldo non c’è più, non possiamo vederlo crescere, né soffiare le candeline del suo prossimo compleanno, non potremo accompagnarlo all’altare o conoscere i nostri nipotini.

Non riusciamo a gestire questo terremoto che ci è piombato addosso, travolgendoci. La prima settimana, dopo l’incidente, io e mio marito abbiamo urlato per vedere se questo dolore lancinante si potesse affievolire un pò, ma il sollievo, se così si può dire, durava brevissimi istanti, poi si ricadeva in quel buco nero profondo, dove ti manca l’aria.

Da quel giorno non viviamo più, sopravviviamo, in attesa che il tempo scorra, un tempo in bianco e nero, che non ha più colore.

Abbiamo dovuto fare il riconoscimento della salma di nostro figlio e lo abbiamo potuto fare solo attraverso un vetro, senza neanche poterlo baciare o toccare.

Non cerchiamo vendetta, ma attendiamo giustizia, per Aldo, per noi. A fronte di ciò con stupore e rammarico abbiamo scoperto pochi giorni fa che chi ha ucciso Aldo ha chiesto al Giudice di patteggiare una pena pari a 4 anni di reclusione, con la concessione delle circostanze attenuanti generiche, con il consenso del pubblico ministero. Questa notizia ci ha sconvolti.

Il Giudice non ha ancora deciso, ma in attesa della pronuncia ci viene da chiederci come sia possibile che quella persona, che non ha manifestato nessun pentimento, possa beneficiare del riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche ed essere condannato ad una pena che a noi appare lontana da ogni concetto di Giustizia.

Nessuna condanna potrà restituirci nostro figlio Aldo, ma una pena giusta potrà fungere da monito perché queste tragedie non si ripetano.

Il Presidente della Repubblica, nel discorso di fine anno, ha ricordato che ogni anno muoiono sulle strade circa 6.300 persone.

L’anno scorso Aldo è stata una di queste vittime e l’avvicinarsi dell’udienza, oltre al senso di vuoto, ci lascia il rammarico dell’inutilità della nostra tragedia”.

DISSAPORE

Alcol: in Canada gli abitanti hanno deciso di ignorare le nuove linee guida sul consumo di vino

Vi ricordate le linee guida del Governo del Canada in merito al consumo di alcol? Ecco, pare che i canadesi abbiano detto “No, grazie” e continueranno a consumare vino come pare e piace a loro.

di Manuela Chimera

Se ricordate qualche tempo fa in Canada il Governo aveva emesso delle linee guida in merito al consumo di alcol, consigliando di bere al massimo due drink a settimana. Ebbene, adesso un sondaggio ha fatto sapere che i canadesi hanno detto un bel “No, grazie” a queste linee guida: tutto molto bello, ma loro continueranno a bere vino e alcolici come gli pare e piace, ignorando queste linee guida. (*)

Il sondaggio in questione è stato condotto da Ipsos per conto di Global News. Agli intervistati è stato chiesto se avrebbero seguito le nuove linee guida stilate dal Governo in merito al consumo di alcolici, quelle che indicano di bere al massimo due drink a settimana. Ebbene: il 73% degli intervistati ha dichiarato che quelle linee guida non influenzeranno per niente le loro abitudini alcoliche.

Le linee guida sono il frutto di un’iniziativa guidata dal Canada Centre on Substance Abuse and Addiction (CCSA) e voluta dal Governo per aggiornare le linee guida sul consumo di alcol a basso rischio (LRDG). Il progetto è stato finanziato da Health Canada ed è partito a luglio 2020. Dopo due anni e mezzo, ecco che è nata la Guida canadese su alcol e salute che va a sostituire le linee guida LRDG.

Nonostante la guida, però, i canadesi sono irremovibili: tutto molto bello, la salute e via dicendo, ma loro continueranno a bere come gli pare e piace. Il sondaggio Ipsos ha interessato 1.350 canadesi adulti. Il 73% del campione pare che non voglia assolutamente cambiare il proprio comportamento alcolico.

Inoltre la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di essere scettica in merito alle linee guida: il 57% del campione ha sottolineato che due drink a settimana è un numero così basso da far pensare che queste linee guida manchino totalmente di “credibilità”.

Secondo il 52% degli intervistati, poi, le raccomandazioni erano frutto di una tattica per alimentare una forma di paura che non rifletteva assolutamente le opinioni della popolazione. Solamente il 20% dei canadesi ritiene, poi, di consumare davvero troppo alcol.

Diciamo che le linee guida canadesi sono estremamente restrittive rispetto a quelle di altri paesi. Per esempio, sia le linee guida dell’Australia che della Francia parlano di una decina di drink a settimana. Nel Regno Unito, invece, si citano 14 unità alcoliche a settimana, pari a sei drink.

Matt Lambert, amministratore delegato del gruppo Portman, ha sottolineato che le nuove linee guida canadesi in merito al consumo di alcolici sono in contrasto con la stragrande maggioranza delle linee guida del resto del mondo. Queste ultime, infatti, riconoscono che l’alcol può essere consumato che moderazione.

(*) Nota: i cambiamenti culturali richiedono tempo. Chiaro che i canadesi interpellati abbiano risposto che continueranno a bere come piace a loro. Intanto però hanno ricevuto un’altra volta la notizia che, per le linee guida governative, si rimane nel basso rischio consumando fino a due unità alcoliche a settimana, e quando leggeranno i risultati del sondaggio lo leggeranno di nuovo. Così l’informazione, ripetuta più volte, comincerà a fare il suo lavoro, smuovendo poco alla volta certezze radicate da anni.

IL CENTRO

i consigli del responsabile di farmatossicologia della asl

«Un bicchiere di birra? Meglio non bere niente»

PESCARA. Per evitare di risultare ubriachi alla guida di essere multati o denunciati e di vedersi confiscare l’auto c’è solo una cosa da fare: non bere, perché la capacità di smaltire l’alcol varia da persona a persona, da uomo a donna, anche in base alla corporatura e all’età. E quindi meglio evitare di assumere sostanze alcoliche. Un consiglio indirizzato soprattutto ai giovani mentre gli adulti, magari, «possono permettersi una 0,2 di birra con una pizza», ma reazione non è uguale per tutti. Sono alcune delle riflessioni di Fabio Savini, responsabile dell’Unità operativa semplice dipartimentale di Farmacotossicologia della Asl.

Non c’è una formula precisa per dire quanto si possa bere perché i fattori da considerare sono tanti, fa notare. «Dipende dal sesso, dall’etnia, dalla corporatura e da quello che si mangia. Smaltisce maggiormente l’alcol l’etnia caucasica (la nostra) ma le donne hanno una capacità di smaltimento inferiore rispetto agli uomini del 50%. Considerato che le molecole che aiutano a liberarsi dell’alcol raggiungono la maturazione attorno ai 21-22 anni, i ragazzi sono i più a rischio e possono andare incontro al coma alcolico se non alla morte». A parità di alcol, poi, «un soggetto magro si ubriaca prima di uno grasso e chi è a stomaco vuoto va in alcolemia prima rispetto a chi è a stomaco pieno». Il consiglio è di «non bere, se ci si metta alla guida, perché nessuno sa qual è il proprio grado alcolemico. Oppure il quantitativo deve essere davvero minimo. Oppure, ancora, si devono fare delle misurazioni prima di salire in auto: si vendono dei test salivari», che tutti possono usare». Nessuno, insomma, sa per certo quanto potrebbe bere, se poi vuole guidare, non essendoci nulla di matematico, e considerato che siamo tutti diversi. Di certo, poi, «chi ha preso la patente da poco non può bere, per i primi tre anni». C’è anche un altro fattore da considerare, e cioè «la gradazione di ciò che si beve», che varia. Il picco massimo si raggiunge «dopo due ore», poi comincia a scendere. E per smaltire una sbronza possono volerci «anche 15 ore» quindi è importante «aspettare, per guidare». Il momento peggiore mettersi al volante è sicuramente quello in cui «si esce dal ristorante e ci si mette in macchina per andare a casa, magari dopo aver bevuto anche un amaro».

Savini si rivolge in particolare ai ragazzi, che “trattengono” l’alcol molto più tempo. «Non dovrebbero proprio bere perché l’alcol incide negativamente sulla crescita di una parte del cervello che matura fino a 21 – 22 anni».

Le reazioni, poi, sono diverse: c’è chi va in down, dorme, chi parla a raffica e chi diventa violento, non ha freni inibitori. Savini pensa alle «abbuffate alcoliche dei ragazzi e all’utilizzo delle benzodiazepine, la cui potenza aumenta sotto l’effetto dell’alcol». Un mix pericoloso che può portare alla morte. Di eccessi ne vede parecchi, in ospedale, dove arrivano molti giovani, «la maggior parte sono ragazze». (f.bu.)

TVIWEB

VENETO – Poliziotto ubriaco investe e uccide 17enne, la procura chiude le indagini

La procura di Treviso ha concluso le indagini relative all’omicidio di Davide Pavan, il 17enne che il 17 maggio del 2022 fu travolto e ucciso in scooter da una Golf che invase la sua corsia, in via Olimpia a Paese, nel Trevigiano.

Da quanto ricostruito, il pubblico ministero Mara De Donà dovrebbe chiedere il rinvio a giudizio per omicidio stradale nei confronti guidatore, il 29enne Samuel Seno, allora poliziotto dell’Ufficio Stranieri della questura di Treviso, con l’aggravante di guida in stato di ebbrezza.

Secondo le ricostruzioni, tornando dalla festa del rugby Paese, organizzata per il suo addio, Seno avrebbe imboccato la curva di via Olimpia a una velocità stimata tra gli 80 e gli 85 chilometri, uscendo dalla traiettoria e occupando la corsia dove si trovava Pavan. La misura del tasso alcolemico, effettuata tramite esami del sangue, aveva segnalato gli 1,26 grammi per litro, anche se va ricordato che il primo test, effettuato con il breathlyzer dopo lo scontro, aveva dato come lettura 1,50.

TOSCANAMADIANEWS

Ubriaca prende a pugni in testa la capotreno

Infastidiva i passeggeri, così le era stato chiesto di scendere: lei ha aggredito la capotreno che è finita in ospedale. Treno fermo per un’ora

PONTASSIEVE — Ubriaca infastidiva i passeggeri sul treno Firenze-Arezzo, così all’altezza di Pontassieve le era stato chiesto di scendere. E’ scattata la reazione violenta, con l’aggressione alla capotreno presa per i capelli e a pugni sulla testa, tanto da farla finire in ospedale dove è stata refertata con prognosi di 10 giorni.

E’ successo nella tarda serata di ieri, e a seguito dell’episodio il treno è rimasto fermo per circa un’ora. La donna, 43 anni e residente nell’Aretino, è stata denunciata in stato di libertà per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e interruzione di pubblico servizio.

A intervenire sono stati i carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Pontassieve. Oltre alla denuncia, per la 43enne è scattata anche la sanzione amministrativa per ubriachezza.

PIANANOTIZIE.IT

Impegno Vero: abuso di alcol, esperti a confronto: “Basta fare finta di nulla. Occorre promuovere nuovi stili di vita”

CAMPI BISENZIO – “Un momento di riflessione importante, per certi versi illuminante, con i massimi esperti in materia, per confrontarci sull’abuso di sostanze da parte dei nostri ragazzi, e non solo, e su tutti i problemi alcol-correlati. Con un unico obiettivo: quello di promuove la salute e stili di vita sani”. si è espresso così Paolo Gandola, coordinatore della lista civica Impegno Vero, al termine dell’incontro, che si è svolto ieri sera a Capalle, alla presenza del dottor Valentino Patussi, responsabile del centro alcologico di Careggi, Rosario Geloso, servitore -insegnante Acat, e Simona Rossi, vice-presidente regionale Acat.

“Nessuno può negare che a Campi, come altrove, esista un problema legato all’abuso e all’eccessivo consumo di alcol. Basta girarsi intorno, soprattutto dopo ogni il week-end quando vi sono bottiglie di superalcolici abbandonate e disseminate da tutte le parti, dal giardino davanti alla scuola Matteucci, all’atrio sotto il Comune fino all’area verde di Villa Rucellai. Tutto ciò – aggiunge Gandola – è anche frutto di errate politiche amministrative e dell’incapacità finora dimostrata di parlare di questi temi e riflettere, anche con campagne informative ed incontri nelle scuole, della necessità di promuovere nuovi e diversi stili di vita. Il consumo di bevande alcoliche, come noto, incide significativamente sulla salute pubblica e la loro complessità impone l’attivazione di risorse e collaborazioni comuni che noi di Impegno Vero vogliamo sicuramente attuare”.

“Durante l’incontro, – spiega Gandola – abbiamo anche riflettuto, insieme agli esperti, su quelle che possono essere le azioni locali da mettere in campo, come l’introduzione di precisi incentivi economici a quei locali che prevedano nel loro listino, una vastità di cocktail analcolici, al pari di quelli alcolici. Perché un punto deve essere chiaro: quando vediamo aumentare i casi di coma etilico o di intossicazione acuta non possiamo limitarci a stigmatizzare i giovani. Dagli esperti è così arrivato un messaggio chiaro: occorre una proposta diversa di divertimento, riducendo gli eventi legati alle bevute o i menù che offrono 20 drink alcolici e solo 4 analcolici. La settimana scorsa, in vista dell’incontro di ieri sera, sono stato a Villa Il Palagio a Campi a un incontro del club dell’associazione Acat dove ho potuto constatare direttamente l’importanza di tali incontri e di tali gruppi di supporto. Luoghi in cui non si viene giudicati, ma consigliati, guidati, spronati. Un messaggio chiaro di sostegno per non essere lasciati soli nei momenti di difficoltà”.

“Dovremo inoltre rivedere i Serd, – ha concluso Gandola – perché oggi nel 2023 non si può pensare che i giovani e le famiglie frequentino il servizio locale sulle tossicodipendenze come se fossero degli appestati da nascondere e da evitare, bensì devono diventare dei luoghi accoglienti, luoghi aperti che invoglino gli utenti a cambiare il loro stile di vita e ad intraprendere un percorso di miglioramento della propria qualità della vita”.

LIVORNO TODAY

Isola d’Elba | Si schianta con l’auto contro un palo della luce e rifiuta di sottoporsi all’alcol test: denunciato

Per il 33enne è scattato anche il ritiro della patente

Si è schiantato con la propria auto contro un palo della luce e, successivamente, si è rifiutato di sottoporsi all’alcol test. Per questi motivi un cittadino del 1989 è stato denunciato dai carabinieri di Portoferraio. Quest’ultimi erano intervenuti per un incidente a Portoferraio in piena notte e ritenendo che il conducente dell’auto fosse in stato di alterazione dovuto all’alcol lo hanno invitato a sottoporsi agli accertamenti del caso. L’uomo, sperando di farla franca, fin da subito si è rifiutato e ai militari dell’Arma non è rimasto altro da fare che deferirlo all’autorità giudiziaria e sequestrargli la patente di guida.

IL RESTO DEL CARLINO Reggio Emilia

“Lui arrivò nel locale, la insultò e la schiaffeggiò davanti a tutti”

Sfilano in tribunale i testimoni dell’accusa. Il difensore dell’uomo: “Litigi dovuti alla dipendenza di entrambi dall’alcol” .

di Alessandra Codeluppi

Lui, un 45enne, è finito a processo dopo la denuncia sporta dall’ex convivente, che ha 42 anni. Secondo la ricostruzione della Procura, lui le avrebbe rivolto insulti e minacce di morte. E l’avrebbe percossa abitualmente con schiaffi, calci, pugni, tirate di capelli, lancio di scarpe e sputi. Le avrebbe imposto come vestirsi, controllato il suo cellulare e i contatti. In un’occasione avrebbe sarebbe andato anche davanti alla casa di lei, esplodendo tre colpi con una scacciacani. Questi comportamenti si sarebbero protratti dall’agosto 2018 fino al 2020. In un’occasione, il 20 aprile 2021, lui le avrebbe dato un pugno causandole la frattura delle ossa nasali, con conseguenze per 21 giorni. La donna ha sporto denuncia tre anni fa, dopo la fine della storia. L’uomo, un agente di commercio sottoposto al divieto di avvicinamento alla ex, deve rispondere di maltrattamenti e lesioni. Davanti al giudice Matteo Gambarati, ieri sono state ascoltate tre giovani, chiamate a testimoniare dal pm: erano conoscenti della donna, che non si è costituita parte civile. “Lei mi confidò che lui la insultava per nulla, anche se la vedeva prendere un caffè con un amico. E che arrivavano alle mani”.

La teste ha anche riferito che in certi periodi la parte offesa faceva uso di alcol in modo significativo. Un’altra conoscente ha confermato che la donna le aveva parlato più volte di botte e di ripetute telefonate ricevute dall’uomo mentre ancora stavano insieme. “Una volta ho visto lividi su braccia e gambe. Lei mi disse che voleva lasciarlo, ma lui non voleva”. Sia lei, sia la teste successiva hanno riferito di un altro episodio: “Una sera eravamo al bar: lui la chiamava ripetutamente e lei non rispondeva. Poi lui è arrivato nel locale, l’ha insultata e le ha dato uno schiaffo”.

Secondo l’avvocato difensore Costantino Diana, “si è trattato di normali litigi di coppia, caratterizzati da eccessi verbali”. Il contesto della relazione era borderline: entrambi avrebbero avuto problemi di alcol, motivo delle liti. E avrebbero anche fatto uso di droga. A detta del 45enne, lui avrebbe cercato di far desistere la donna dalla dipendenza, che in lei era più marcata, ma invano. E che sarebbe stato lui a lasciarla, fatto che avrebbe scatenato il rancore della donna, inducendola a sporgere denuncia. In dicembre si proseguirà con gli ultimi tre testi del pm.

LIVE SICILIA

Palermo, era ubriaco al volante ma non basta per condannarlo

PALERMO – Era ubriaco, ma questo non vuol dire che sia stato lui a causare un incidente stradale e a scappare senza prestare soccorso alla persona ferita.

La Corte di appello di Palermo ha ribaltato il verdetto di primo grado con cui M.R., 38 anni, era stato condannato ad un anno e 2 mesi di carcere.

Una sera di dicembre del 2017 ci fu in incidente in viale Regione Siciliana, direzione di marcia Trapani. Una Opel tamponò una Fiat e fuggì via. Ad avere la peggio fu una donna costretta a ricorrere alle cure del Pronto soccorso dell’ospedale Ingrassia.

La mattina seguente i poliziotti bloccarono un uomo nel parcheggio del bingo La Vegas in viale Regione siciliana, ma nella corsia opposta in direzione Catania. Era ubriaco (la conferma arrivò dall’alcool test) e al volante di una macchina uguale a quella coinvolta la sera prima nell’incidente.

L’avvocato della difesa, Enrico Bennici, ha sostenuto che i testimoni, inclusa la donna ferita, non avevano letto il numero di targa. Inoltre i test erano inutilizzabili perché eseguiti dopo nove ore e in assenza del legale.

TIBURNO.TV

TIVOLI - Si ubriaca e pesta la compagna disabile, condannato

Ogni volta che “alzava il gomito” si trasformava nel suo aguzzino.

Insulti, minacce e percosse contro la compagna disabile. Una spirale di violenza durata alcuni mesi, giusto il tempo di iniziare e interrompere la relazione con l’uomo violento.

Per questo ieri, martedì 14 marzo, il Tribunale di Tivoli ha condannato Sorin Constantin A., romeno 39enne, a 4 anni e 4 mesi di reclusione per maltrattamenti aggravati e lesioni pluriaggravate nei confronti della fidanzata, una connazionale 45enne.

Il Collegio presieduto da Cristina Mazzuoccolo – a latere i giudici Teresa Antonella Garcea e Maria Grazia Patrizi – ha condiviso la tesi della Procura di Tivoli, che aveva richiesto una pena di 5 anni, condannando l’imputato alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

Secondo la ricostruzione dei magistrati, maltrattamenti e lesioni furono consumati tra luglio 2021 e gennaio 2022 a Fonte Nuova dove la 45enne invalida abitava e aveva ospitato Sorin Constantin A., operaio incensurato residente a Monterotondo.

In particolare la Procura contestava tre episodi avvenuti il 19 luglio 2021, il 23 luglio 2021 e il 29 settembre 2021. In tutte le circostanze Sorin Constantin A. insultò e maltrattò la vittima, percuotendola con un bastone e minacciandola con un coltello.

Per questo la donna finì all’ospedale e denunciò il compagno per poi riallacciare la relazione e subire l’ennesimo pestaggio a gennaio 2022, quando l’uomo fu arrestato dai carabinieri per resistenza e aggressione a pubblico ufficiale.

La 45enne disabile non si è costituita parte civile nel processo con rito immediato, ma ha deposto in Tribunale. Davanti ai giudici la donna ha raccontato della loro relazione sentimentale funestata dalla violenza dell’uomo ogni volta che beveva alcool.

La vittima ha inoltre rivelato di averlo lasciato e successivamente di aver voluto riallacciare la relazione con un uomo considerato da lei buono ma affetto da una patologia, che la donna si era offerta di accompagnare al Serd di Monterotondo per il suo recupero.

In aula Sorin Constantin A. ha chiesto più volte scusa all’ex compagna, ma non è bastato per evitare la condanna.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

Associazione Nuovo Paradigma O.N.L.U.S. – C.F. 91071720931