RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI
A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada
ANSA
Oms, l’alcol è la causa di sette tipi di tumore, è responsabile di una morte
su undici
Al via la campagna “Ridefinirlo”. In Ue uno su 2 ignora i rischi
L’alcol è responsabile di un decesso su 11 nella regione europea e può
causare oltre 200 malattie, da infarto e ictus a problemi digestivi, fino a
un aumento del rischio di almeno 7 tipi di cancro, tra cui quello al seno,
all’esofago, al fegato e al colon-retto.
“Ridefinire l’alcol per un’Europa più sana e sicura” è la campagna lanciata
dall’Organizzazione mondiale della sanità – Europa per invitare le persone a
riconsiderare il loro rapporto con il bere e a saperne di più sui rischi per
la salute.
Ogni anno in Europa 70mila decessi per tumore sono riconducibili
all’alcol.
E se è vero che “il rischio cresce con l’aumentare del consumo” è anche vero
che “piccole quantità di alcol possono comunque aumentare il rischio”,
precisa l’Oms Europa. Il consumo di vino birra e superalcolici è invece
spesso considerato radicato nella cultura e visto come una componente
essenziale delle celebrazioni, della socializzazione e persino della vita
quotidiana. Mentre meno della metà degli europei è a conoscenza del legame
tra alcol e cancro, nonostante sia uno dei principali fattori di rischio.
“In Europa, l’alcol è spesso troppo economico, facilmente reperibile e
fortemente pubblicizzato. È tempo di riconoscere il suo profondo impatto
sulla salute”, spiga l’Oms. Basata sulle ultime ricerche, sulle
consultazioni di esperti e su esperienze vissute, l’iniziativa incoraggia a
riflettere su quali narrazioni e miti esistono intorno all’alcol e a
ripensarli, partendo da semplici domande, come: “Ne vale la pena?”.
Ridurne l’assunzione può portare a benefici immediati e a lungo termine
come migliorare la qualità del sonno, la memoria e la lucidità mentale,
oltre a ridurre significativamente il rischio di malattie croniche, tra cui
ictus e tumori. A questo vanno aggiunte le ricadute secondarie ovvero una
diminuzione di infortuni, annegamenti, suicidi e violenza in tutte le sue
forme, inclusa quella sessuale e di genere.
ASIANEWS.IT
SRI LANKA
Colombo, alcol e salute: una campagna per contrastare abusi e diffusione
di Melani Manel Perera
Liniziativa, in programma dal 3 al 10 ottobre, in concomitanza con la
Giornata mondiale della temperanza. I costi a livello sanitario dovuti a uso
(o abuso) di alcol nel Paese è di circa 726 milioni di euro. Sono 20mila
ogni anno i decessi legati alle bevande alcoliche e alle malattie associate.
Un decalogo per rilanciare la lotta allabuso.
Colombo (AsiaNews) – Una settimana di sensibilizzazione sul tema dellalcol,
sui costi sociali legati alla dipendenza e i problemi sociali ad esso
collegati. È liniziativa lanciata dalla Sri Lanka Temperance Association
che a partire dal 3 ottobre, Giornata mondiale della temperanza, fino al 10
del mese promuove una serie di iniziative ed eventi collegati. La cerimonia
inaugurale è in programma nel pomeriggio di oggi presso il tempio buddista
di Sri Dharmavijayaloka Viharaya, a Pannipitiya, sobborgo del distretto di
Colombo col patrocinio del presidente dello Sri Lanka Temperance Movement
Ittapane Dharmalankara Mahanayake Thero.
LAlcohol and Drug Information Center (Adic) sostiene che il costo sanitario
ed economico nel Paese dovuto alluso (o abuso) di alcol è di 237 miliardi
di rupie (circa 726 milioni di euro). Più di 30 milioni di persone al mondo
muoiono ogni anno per malattie e incidenti legati alla sostanza. Solo in Sri
Lanka il numero di decessi dovuti allalcol e alle malattie a esso correlate
è di circa 20mila ogni anno; a questo si aggiungono i quasi 35mila bambini
che perdono il padre e 18mila mogli nellisola che perdono i loro mariti per
questo motivo.
Sempre secondo dati diffusi da Adic, quasi 50 cittadini dello Sri Lanka
muoiono prematuramente ogni giorno a causa del consumo di alcol, che ha
anche ricadute a livello economico: la sostanza, infatti, non si dimostra
una fonte di reddito per il Paese, sebbene il governo abbia ricevuto 165
miliardi di rupie (oltre 500 milioni di euro) derivanti dalle tasse
sullalcol nel 2022, secondo uno studio condotto dal Fondo di Sviluppo delle
Nazioni Unite (Fonte – Investment Case For Alcohol Control In Sri Lanka
2022- UNDP) pubblicato lo scorso anno.
La National Authority on Tobacco and Alcohol Act (Nata) con decreto numero
27 del 2006 ha vietato la pubblicità di alcol e tabacco in Sri Lanka.
Ciononostante, in violazione delle leggi vigenti le aziende produttrici di
alcolici continuano a promuoverne la vendita e il consumo rivolgendosi a
tutta la popolazione, compresi i bambini e i giovani, in modo non etico e
illegale. I bambini e i giovani – spiega una nota Adic – sono un obiettivo
chiave per le aziende produttrici di alcolici, le quali mirano ad attirare
nuovi consumatori verso il loro prodotto invece di spiegarne gli effetti
dannosi, confermati dalle molte persone che muoiono prematuramente a causa
delluso di alcol.
Da qui lappello a una moderazione nel consumo di bevande alcoliche, che
potrà essere di beneficio a tutto il Paese, anche e soprattutto per una
riduzione dei costi nella sanità, un miglioramento della salute generale e
maggiore armonia in famiglia. Del resto la stessa Organizzazione mondiale
della sanità (Oms) ha più volte ricordato come politiche di tassazione sui
prezzi dellalcol sono tra le misure di controllo più efficaci,
economicamente vantaggiose e scientificamente provate.
Al riguardo Sampath The Serum, direttore esecutivo Adic, illustra un
decalogo che prevede fra gli altri: una tassazione specifica; applicazione
delle norme già in vigore per ridurre il consumo di bevande alcoliche, sulla
scorta delle leggi che contrastano il consumo di tabacco; applicazione della
legge per controllare i liquori illegali e sostenere programmi che ne
disincentivano uso e abuso, in particolare fra i più giovani; formulare e
attuare consulenza, trattamenti e altri servizi e programmi necessari per
liberare coloro che sono dipendenti dallalcol; lavorare per prevenire
interferenze da parte dellindustria degli alcolici atte a indebolire le
politiche esistenti e impedire lintroduzione di nuove politiche che ne
contrastano la diffusione.
FEDERVINI
Il 4 ottobre Giornata Internazionale della Vodka
di Fernanda Roggero | in Arte del bere
Ogni anno, il 4 ottobre, gli appassionati di vodka e gli amanti dei cocktail
di tutto il mondo alzano i calici per celebrare la Giornata Internazionale
della Vodka. Un giorno speciale dedicato a uno degli alcolici più iconici e
versatili del mondo. Dalle sue origini nell’Europa dell’Est alla popolarità
odierna a livello mondiale, la vodka ha una storia ricca.
La Polonia può vantare di essere il luogo di nascita della vodka grazie alla
prima testimonianza scritta al mondo in cui viene utilizzata la parola
“wódka”, in un atto polacco chiamato Akta Grodzkie del Palatinato di
Sandomierz nel 1405. A quel tempo, la wódka era usata principalmente per
scopi medicinali e cosmetici.
Solo dopo più di un secolo la parola “vodka” è stata menzionata in Russia e
si trattava di vodka polacca. Tuttavia, i russi insistono sul fatto che
“vodka” sia una parola russa, non polacca.
Il termine vodka deriva dalla parola “acqua” – “voda” in russo e “wóda” in
polacco. Aggiungendo una “k” a ciascuna parola si ottiene una forma
diminutiva, per cui entrambe le parole indicano “poca acqua” in entrambe le
lingue.
I russi hanno avuto la loro prima documentazione ufficiale solo nel 1751,
quando Caterina II emise un decreto che stabiliva di regolamentare la
distillazione della vodka.
La vodka degli albori era ben lontana dall’acquavite liscia e raffinata che
conosciamo oggi, che si differenzia notevolmente per gusto, purezza e
contenuto alcolico. Per mascherare le impurità, i produttori al tempo
aggiungevano spesso frutta e spezie.
WINE.PAMBIANCONEWS.COM
Da Lvmh a Diageo, i big investono nel no-alcol con nuove acquisizioni
Cresce la sete per il vino analcolico, e così gli investimenti. Lo
confermano le ultime due operazioni di M&A realizzate da due colossi
dellindustria del vino e degli spirits: Moët Hennessy e Diageo che,
rispettivamente, hanno acquisito French Bloom e Ritual.
Nello specifico, la divisione vino e spirits di Lvmh, che lo scorso anno ha
realizzato ricavi per 6,6 miliardi e che nel proprio portafoglio conta brand
quali Dom Pérignon, Ruinart, Belvedere, Volcán de mi Tierra, ha rilevato una
quota di minoranza della cantina French Bloom, specializzata nello sviluppo
di vini no-alcol super-premium. Unoperazione che potrebbe avere dei
risvolti anche in funzione della partnership sportiva appena siglata dal
colosso francese con la Formula 1, di cui sarà global partner per 10 anni a
partire dal 2025.
Linvestimento è in linea con le principali iniziative strategiche di Moët
Hennessy, dimostrando il nostro impegno nelloffrire scelte di alta qualità
senza alcol ai consumatori che moderano lassunzione di alcol, afferma
Philippe Schaus, CEO di Moët Hennessy. Siamo certi che la nostra
esperienza, combinata con leccezionale innovazione e leadership visionaria
del team di French Bloom, ci permetterà di plasmare il futuro di questa
categoria, afferma Philippe Schaus, CEO di Moët Hennessy.
Lanciato nel 2021 dai coniugi Maggie Frerejean-Taittinger e Rodolphe
Frerejean-Taittinger e da Constance Jablonski, French Bloom ha visto la sua
collezione espandersi in oltre 30 Paesi in meno di tre anni. Realizzate con
vini Chardonnay e Pinot Noir biologici francesi, le cuvéè della cantina
attraversano un processo di vinificazione e dealcolizzazione.
Sempre pochi giorni fa, anche Diageo North America, filiale americana del
gruppo che raccoglie marchi quali Johnnie Walker, Smirnoff, Baileys, Don
Julio, Tanqueray, per un totale di oltre 20 miliardi di euro di ricavi, ha
acquisito Ritual Zero Proof Non-Alcoholic Spirits, lanciato nel 2019 a
Chicago con lobiettivo di realizzare cocktail Old Fashioned, Negroni e
Margarita senza alcol.
Queste operazioni consacrano ufficialmente una categoria destinata a
crescere. Lo scorso anno i consumi no-low alcol hanno visto un incremento
del 5%, raggiungendo un valore di mercato di 13 miliardi di dollari (circa
12 miliardi di euro) nei dieci principali Paesi di riferimento che insieme
raccolgono circa il 70% dei volumi complessivi. Nel periodo 2023-27, il
settore è atteso in crescita a un tasso Cagr del 6%, guidato in primis dal
+7% del no alcol.
Anche tra le aziende vitivinicole italiane il tema no alcol sta prendendo
sempre più terreno, pur riscontrando delle limitazioni a livello legislativo
in quanto, pur potendolo commercializzare, il vino analcolico non può essere
prodotto nella Penisola. Argea, per esempio, ha presentato questanno la sua
prima Antologia per la categoria, ovvero otto etichette no alcol tra
bianchi, rossi e bollicine, mentre Mionetto ha lanciato la prestige
collection in formato alcol free.
GAMBERO ROSSO
Consumi di vino a picco negli Usa. Agosto è stato uno dei peggiori mesi
dell’ultimo biennio
a cura di Gianluca Atzeni
Per Osservatorio Uiv l’Italia resiste grazie agli spumanti e alle brutte
performance dei competitor. Si salvano spumanti e poche Dop, male quasi
tutti i fermi
Negli Stati Uniti si è consumato uno dei peggiori mesi dell’ultimo biennio
per i consumi di vino (*). Da gennaio ad agosto il -13% registrato nel mese
clou dell’estate ha portato il totale a -8% a volume (i segnali c’erano già
nei primi cinque mesi dell’anno). In uno scenario molto complicato per il
primo cliente del vino italiano, che già un anno fa mostrava i primi
inceppamenti, l’Italia si salva grazie alla categoria degli spumanti ma,
come fa notare l’Osservatorio Uiv (nell’analisi basata su dati Sipsource),
molto si deve alle peggiori performance dei competitor del Belpaese.
L’Italia fa male ma meglio degli altri
Nel dettaglio, considerando tutti gli otto mesi 2024, l’Italia fa -5,7 per
cento a volume e perde il 4,4% dei valori di vino esportato. Ma fa meglio,
come si diceva, della media dei consumi di vino registrati sul mercato Usa,
che indica un -8,3% in quantità e un -7,4% nella spesa. L’Osservatorio Uiv
non lo nasconde: l’Italia è in calo ma ci sono anche segnali di tenuta,
poiché a resistere sono (solo) le bollicine che, ad agosto, fanno un -1,5%
contro il -8,8% complessivo del vino made in Italy (-8,8%); ma soprattutto
segnano un +1,5% nel lungo periodo. Cosa sta accadendo, invece, ai vini
fermi? I bianchi e i rossi, fa sapere l’Uiv, perdono entrambi l’8 per cento
negli otto mesi, mentre i rosati fanno peggio: -11 per cento. Considerando
il solo agosto è andata peggio ai bianchi, con -13 per cento.
Spumanti trainati dalla moda dei wine cocktail
Considerando le tipologie di vino, l’Osservatorio Uiv sottolinea come la
spumantistica italiana valga oggi il 35 per cento delle vendite di vino
italiano negli Stati Uniti (38% la quota dei bianchi e 18% dei rossi, poi
aromatici 5% e rosati col 4%), in un mercato in cui i vini sparkling
occupano complessivamente il 9 per cento. I wine cocktail (leggi soprattutto
Spritz) sono una delle chiavi di questo successo e di questo trend
anticiclico, in cui il totale mercato delle bollicine segna -7,4%, con gli
Champagne in caduta a -13 per cento. Nel dettaglio, è l’Asolo Prosecco a
fare da traino in questo 2024 (+15%) assieme al Prosecco Treviso (+6%). Il
Prosecco Doc, invece, lascia sul terreno quasi sei punti percentuali.
Tra le Dop ferme si salvano in poche
L’Osservatorio Uiv analizza anche, negli otto mesi 2024, le denominazioni
ferme più richieste negli esercizi commerciali statunitensi. «Ed è difficile
trovare segni più, a parte la crescita del Brunello di Montalcino (+5%) e la
tenuta del Chianti Classico». I volumi commercializzati, infatti, sono in
terreno negativo per tutte le principali bandiere del made in Italy: Chianti
Docg (-16%), Doc Toscana (-13%), Pinot Grigio delle Venezie (-9%), Barolo
(-6 per cento).
La speranza nel taglio dei tassi e nelle presidenziali Usa
Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv, nota come, da un lato, i
numeri dellexport verso gli Usa indichino a luglio un segno positivo ancora
piuttosto solido, ma anche che il persistente calo degli effettivi prodotti
immessi al consumo rappresenta un «campanello di allarme piuttosto serio».
La speranza è che ora, con il taglio dei tassi e le imminenti elezioni
presidenziali, ci possano essere «segnali di inversione di rotta su un
mercato fortemente condizionato dal calo del potere di acquisto. Prova ne
sia che il mese di agosto – è la conclusione di Castelletti – ha visto
naufragare a -15% i consumi dei nostri vini nellon-premise».
(*) Nota: considerata limportante riduzione dei consumi, dal punto di vista
della salute e del benessere è stato uno dei MIGLIORI mesi dellultimo
biennio.
ANSA
In Sardegna la prima filiera della birra dal campo al boccale
Patto tra birrifici artigianali e produttori cerealicoli
Parte in Sardegna il primo progetto di filiera della birra, un progetto
pilota voluto da Coldiretti e dal Consorzio Birra Italiana che rilancia la
produzione brassicola sull’Isola e crea un modello replicabile in altre
regioni.
L’iniziativa, che coinvolge 20 birrifici locali, un produttore di luppolo e
una cooperativa di produttori di cereali, ha l’obiettivo di rendere la
filiera della birra sarda sempre più sostenibile e integrata, con una
remunerazione che sia davvero etica.
Grazie ai 60 ettari coltivati nell’autunno 2023 e raccolti nell’estate
2024, nonostante le sfide poste dagli incendi e dalla siccità, i primi
risultati sono stati promettenti.
La cooperativa di produttori agricoli, insieme al consorzio di filiera, ha
fornito ai coltivatori locali sementi della stessa varietà e assistenza
agronomica continua, garantendo un ciclo di produzione controllato e
ottimizzato. L’orzo raccolto, spiega Coldiretti, viene conferito alla
cooperativa, che si occupa della sua pulizia e calibratura prima di inviarlo
alla malteria.
Una volta trasformato, il malto viene restituito e stoccato, pronto per
essere utilizzato dai birrifici.
Questo processo consente ai produttori agricoli di ottenere una
remunerazione più alta rispetto ai prezzi della Borsa merci di Bologna,
mentre i birrifici riescono a ridurre i costi di trasporto della materia
prima, sempre disponibile sul territorio. I prossimi passi del progetto
prevedono una maggiore formazione degli agricoltori locali per affrontare le
sfide agronomiche legate alla coltivazione dell’orzo e l’espansione delle
superfici coltivate, con l’obiettivo di aumentare la produzione di malto per
soddisfare la crescente domanda dei birrifici. Ma si pensa anche alla
creazione di Strade della Birra sarda, come spinta per la promozione del
birraturismo.
Secondo Coldiretti, “con questa iniziativa, la Sardegna si posiziona
come avanguardia nel settore brassicolo nazionale, creando un modello di
filiera che non solo valorizza i prodotti locali, ma rafforza l’economia
agricola e riduce l’impatto ambientale, confermando la centralità della
sostenibilità e della collaborazione tra produttori e trasformatori”.
ACAT PEDEMONTANA ODV
Rinascere dal buio volando verso la libertà
Interclub zonale
Domenica mattina a Schio ci sarò pure io.
Vi aspettiamo.
Alessandro Sbarbada
FIRENZE TODAY
Ordine pubblico e alcol proibito: revocate cinque licenze
Monitorati 78 esercizi nei cinque quartieri. Negozi sicuri: liquidati
382mila euro per le vittime di furti e spaccate
382mila euro per negozi vittime di furti e spaccate, in massima parte
(360mila) per linstallazione di misure di difesa passiva. Questo il primo
bilancio di Negozi sicuri, il bando di Camera di commercio e Comune, con
un plafond complessivo di 800mila euro, fatto durante il Cosp che si è
svolto questa mattina in Prefettura, con i rappresentanti della stessa
Camera di commercio e delle associazioni di categoria, dedicato a sicurezza
e abusivismo.
Tra gli interventi evidenziati, il rafforzamento del monitoraggio degli
esercizi pubblici di somministrazione di bevande critici per quanto
riguarda lordine e la sicurezza pubblica. Al momento sono 78 quelli
monitorati nei cinque quartieri, con la revoca di cinque licenze da parte
del Comune. Sarà estesa lordinanza che prevede la chiusura anticipata, ore
21, per i negozi, essenzialmente minimarket, che vendono alcolici, con un
incremento delle strade interessate, dopo un confronto con i presidenti di
Quartiere e la polizia municipale.