RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI
A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada
DOCTOR WINE
Acqua e vino
by Daniele Cernilli
Apparentemente una provocazione, ma in realtà una proposta: perché ragiona
Daniele Cernilli per realizzare un vino a bassa gradazione alcolica non
permettiamo la diluizione con lacqua? (*)
Latto di annacquare il vino è da sempre una pratica diffusa. Fin
dallepoca degli Antichi Romani esisteva la figura del magister simposii,
arbiter bibendi che era colui che stabiliva nei banchetti con quanti parti
di acqua si dovesse diluire il vino. Il merum, vino non annacquato, era
roba da ubriaconi. Ovviamente, il vino di quellepoca era diverso dal
nostro, poteva vagamente somigliare a un vermouth, e quindi la diluizione
poteva essere consigliabile.
Vino, e stavolta con la gazzosa, ma anche con lacqua acetosa (frizzante
in romanesco), era il modo con il quale si beveva comunemente nelle osterie
e nelle fraschette fino almeno alla metà del secolo scorso.
Tutto questo per dire che aggiungere un po dacqua al vino è qualcosa che
si usa fare da secoli, se non da millenni. Un appassionato potrà anche
storcere il naso, ma così è stato e così continua ad essere nei consumi più
popolari. Personalmente non lo farei con un vino di alta qualità, ma
qualche volta, con qualche bianco acidulo e senza pretese, magari in estate,
non me la sentirei di criticare chi lo fa.
Acqua e alcol hanno poi unaltra modalità dincontro e in un certo senso di
collaborazione. Avviene nella produzione dei distillati, che appena fatti
hanno gradazioni alcoliche elevatissime, anche sopra gli 80°, ma che poi
vengono tagliati con acqua distillata fino a scendere a 40-43°, che è il
livello più comune per Cognac, Whisky, Rhum, Vodka o Grappa.
Diluire il vino con lacqua
Vi chiederete perché tutto questo ragionamento. Perché, tornando al tema dei
vini parzialmente dealcolati, mi è venuto in mente che forse una soluzione
molto più semplice si potrebbe anche immaginare. Se la diluizione con
lacqua acqua e vino ha funzionato in passato, se addirittura è alla
base della produzione dei distillati, perché non provarci anche con i vini?
Con quelli più semplici, innanzi tutto.
Senza usare filtraggi sottovuoto effettuati con macchinari costosissimi,
senza usare sette litri di acqua per litro di vino. Semplicemente
utilizzando acqua distillata, naturalissima, non inquinante, poco costosa.
Senza dover aggiungere zuccheri per addolcire vini altrimenti poco
invitanti, come avviene nella produzione anche dei vini parzialmente
dealcolati.
Credo che qualcuno lo abbia già sostenuto nel recente passato, almeno
proviamoci e vediamo se funziona. Per ora è una pratica illegale, una sorta
di truffa, tanto che cè una canzoncina romana che imputa alloste di aver
messo proprio acqua nel vino, ragione per cui non verrà pagato. Ma se è oggi
legale dealcolare, perché non dovrebbe diventarlo anche diluire?
(*) Nota: appena pochi anni fa un articolo del genere nel mondo del vino
avrebbe scatenato il finimondo. La cultura sta cambiando rapidamente anche
nel mondo dei produttori e degli appassionati.
ANSA
Alcolici fuori da orario consentito, 11 licenze sospese a Milano
Sanzionati 6 minimarket, 4 discoteche e un ambulante
La Polizia locale di Milano ha notificato a 11 esercizi di vicinato
l’ordinanza di sospensione della licenza per sette giorni perché non hanno
rispettato gli orari per la vendita di alcolici.
In particolare il provvedimento, adottato dalla Prefettura, scatta
qualora nell’arco di un biennio siano state contestate due violazioni
relative alla vendita di alcolici al di fuori degli orari consentiti.
Alla sospensione della licenza si aggiunge una sanzione di 8mila euro.
Le ordinanze riguardano esercizi di vicinato e locali pubblici in via
Padova, Giambellino, Pichi, Tunisia e Toffetti: si tratta di sei minimarket,
quattro discoteche e un ambulante extra mercato. “Queste misure confermano
la particolare attenzione che le istituzioni pongono al problema della
vendita di alcolici al di fuori degli orari consentiti – spiega il Comune in
una nota, a garanzia del rispetto della legalità e per assicurare migliori
condizioni di sicurezza”.
POLESINE24
Ferrara
Il comandante della polizia locale guidava in stato d’ebbrezza
Fermato dai carabinieri a Cento e trovato positivo
In un episodio che ha suscitato sorpresa e riflessione, il comandante della
polizia locale di Finale Emilia è stato fermato dai carabinieri di Cento
durante un controllo stradale di routine. L’accaduto, avvenuto martedì 22
aprile, ha visto il dirigente sottoposto a un test con l’etilometro,
risultando secondo le contestazioni positivo con un tasso alcolemico
compreso tra 0.5 e 0.8 grammi per litro. (*)
Il comandante – sempre secondo le ricostruzioni – che si trovava fuori
servizio e stava rientrando da una pausa pranzo in un locale di Alberone di
Cento, è stato fermato per un controllo stradale. I carabinieri, nel
rispetto delle normative vigenti, hanno proceduto con il test
dell’etilometro, che ha evidenziato un tasso alcolemico oltre il limite
consentito dalla legge.
Le autorità hanno applicato le sanzioni previste, tra cui il ritiro della
patente e una multa amministrativa, oltre alla decurtazione di 10 punti
dalla patente.
(*) Nota: fa notizia quando viene sanzionato per guida in stato di ebbrezza
un poliziotto, un prete, un medico.
Ma non può stupire; i comportamenti (e i problemi) alcolcorrelati sotto
trasversali a tutte le categorie di persone.
MANTOVAUNO
Cardinale svuota di alcolici il frigobar: Pensava fosse gratis. Il
racconto dellarcivescovo mantovano Pecorari
Non posso dirvi il nome perché è un mio caro amico ma un cardinale
straniero che pensava fosse tutto gratis ha invitato in stanza un po di
colleghi per chiacchierare dopo cena e così presto hanno finito tutti i
liquori mignon del frigo-bar. Solo che poi lui se li è ritrovati sul conto e
cè rimasto male.
A dichiararlo è larcivescovo mantovano in pensione, il 79enne originario di
Sermide Anselmo Guido Pecorari, ex nunzio apostolico, durante un racconto
raccolto da Fabrizio Caccia e riportato sul Corriere della Sera. Racconto
che viene fatto mentre è attovagliato davanti a birra e panino. Un pranzo
leggero, dice, dopo che ieri sera col mio amico cardinale Mario Zenari,
veronese, nunzio apostolico in Siria, siamo stati al ristorante La Taverna,
allangolo tra via Candia e via Tunisi e ci siamo spazzolati degli ottimi
carciofi alla romana che non vi dico. Un piatto che a lui lo fa impazzire,
mica li trova i carciofi in Siria
.
Larcivescovo mantovano ha descritto anche altri episodi riguardanti i
cardinali che attendono il Conclave. Si scopre così che tra i cardinali cè
chi anche sceglie di rilassarsi dedicandosi allo sport. Ad esempio il
cardinale spagnolo Santos Abril y Castelló gioca a tennis. Solo che lui
odia perdere rivela Pecorari e così sè inventato un escamotage: quando
la partita butta male fa un cenno al suo assistente fuori campo, il quale
dopo qualche secondo, mentre il match è in corso, lo interrompe dicendo che
qualcuno sta cercando urgentemente al telefono il cardinale. E il set è
salvo
.
In questi giorni a Casa Santa Marta, la stessa residenza dove Papa Francesco
ha vissuto per dodici anni, i cardinali parlano, si conoscono, si annusano
tra di loro e piano piano cominciano a tracciare lidentikit di quello che
sarà il prossimo pontefice dopo Francesco». Poi, Pecorari dichiara: Vi
assicuro che è meglio farlo parlando al ristorante piuttosto che a Santa
Marta: fuori a tavola, infatti, si può stare più tranquilli e soprattutto
lontani da orecchie indiscrete. Lunico problema è finire la cena prima
delle 22.30 sennò poi allingresso petriano bisogna chiedere il permesso
alle guardie svizzere per rientrare.
GAZZETTA DI MANTOVA
Picchia a sangue la moglie e due carabinieri: arrestato
L’episodio è avvenuto sabato pomeriggio a Viadana
VIADANA
Ha preso a pugni la moglie e l’ha lasciata in strada in una maschera di
sangue. Ad avvisare le forze dell’ordine e i mezzi di soccorso sanitario
sono stati alcuni passanti che hanno assistito alla violenta aggressione
avvenuta durante una lite tra due coniugi.
Pieno centro
È accaduto sabato pomeriggio a Viadana in via Raffaello Sanzio, una strada a
ridosso del centro cittadino. Sul posto sono subito arrivati alcuni
equipaggi dei carabinieri che hanno bloccato l’uomo e il personale sanitario
di un’ambulanza che ha soccorso la donna che presentava vistose ferite al
volto ed era molto dolorante. Prognosi di 30 giorni. La donna, 53 anni, di
origine romena, è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di
Casalmaggiore dove i sanitari le hanno riscontrato la frattura di uno zigomo
e del setto nasale e hanno emesso una prognosi di 30 giorni.
Carabinieri aggrediti
All’arrivo degli uomini dell’Arma, il marito, 55 anni, anche lui di origine
romena, aveva ancora in mano un cacciavite che fortunatamente non aveva
usato contro la moglie. L’uomo era in evidente stato di ebbrezza e si è
scagliato contro i carabinieri che cercavano di riportarlo alla calma.
Durante il tentativo di bloccarlo due militari del nucleo operativo e
radiomobile della compagnia di Gonzaga sono stati presi a calci e pugni e
sono finiti al pronto soccorso con una prognosi di 10 giorni ciascuno.
Arresto e codice rosso
A quel punto l’uomo è stato arrestato con l’accusa di resistenza e violenza
a pubblico ufficiale e maltrattamenti contro famigliari e lesioni personali.
Nei suoi confronti è scattato anche il procedimento di codice rosso, che
viene applicato nei casi di maltrattamenti e violenza di genere. Dopo le
formalità di rito è stato tradotto in carcere a disposizione dell’autorità
giudiziaria. La sua posizione sta per essere approfondita e il procedimento
penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari. rbo
IL RESTO DEL CARLINO
Alcol nellacqua delle colleghe. Condanna doppia a quella richiesta
Un anno di pena il Pm domandava 6 mesi per il 43enne, dipendente poi
licenziato di una officina di Castel Bolognese, accusato di adulterare le
bottigliette. Ha ammesso ma non ha mai spiegato il gesto.
È stato condannato a un anno, il doppio della pena chiesta dalla Procura
(sei mesi), il 43enne che nel maggio del 2019 avrebbe versato alcol etilico
nelle bottigliette dacqua di alcune colleghe, in particolare di una donna
che in seguito accusò malesseri e fu costretta a rimanere a casa dal lavoro
per dodici giorni. Luomo, ex dipendente di una grossa impresa di
costruzioni meccaniche di Castel Bolognese, poi licenziato, era accusato di
lesioni personali. Il giudice, Tommaso Paone, non ha concesso la sospensione
della pena, in quanto limputato aveva un precedente.
Diversi testimoni, sentiti nel corso del processo, avevano confermato
laccusa, uno di questi lo aveva visto manomettere le bottigliette. Non di
tutti i colleghi, ma di quelle delle donne. Lacqua, dopo laggiunta della
sostanza, assumeva una colorazione giallognolo verdastra. Il motivo di cosa
lo spingesse a tanto è rimasto oscuro. Il 43enne, pure ammettendo
laccaduto, non ha mai fornito una spiegazione logica, lasciando supporre un
possibile scherzo di cattivo gusto o una ritorsione.
La lavoratrice che si assentò per dodici giorni a causa dei malesseri aveva
accusato disturbi il 27 maggio 2019. Quando il responsabile di quella
alterazione dellacqua fu scoperto compiere questi gesti, venne
immediatamente licenziato, un provvedimento che inizialmente il sindacato
tentò di impugnare, ma senza successo. Su indicazione di un responsabile
aziendale per la salute, venne incaricata una ditta specializzata per
analizzare la bottiglietta dacqua incriminata. I risultati delle analisi
confermarono la presenza di tracce di alcol etilico.
La difesa dellimputato, rappresentata dallavvocato Paolo Giorgi, chiedeva
lassoluzione, in primo luogo per una questione tecnica legata al fatto che
la segnalazione da parte della lavoratrice sarebbe stata un esposto e non
una formale denuncia, configurando un difetto di querela. Ma, soprattutto,
il difensore aveva sollevato dubbi sulla validità dei certificati medici
presentati a giustificazione dei giorni di malattia della donna, sostenendo
che le proroghe non fossero accompagnate da diagnosi specialistiche e che la
stessa soffrisse già di una patologia cronica preesistente. Le motivazioni
della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.
WINE MERIDIAN
Piero Mastroberardino: Noi produttori siamo il primo baluardo contro i
problemi di impatto sociale dellalcol
Il produttore irpino invita il settore a ritrovare coesione e coraggio
comunicativo, ribadendo il ruolo educativo e culturale del vino contro gli
abusi, e lanciando un appello a istituzioni e colleghi: dare una risposta
forte e unita.
Di Agnese Ceschi
In unintervista senza filtri a Vinitaly, Piero Mastroberardino lancia un
appello forte al settore: il mondo del vino deve ritrovare compattezza e
coraggio per contrastare le narrazioni distorte sullalcol. Il produttore
irpino ribadisce il valore culturale del vino e invita colleghi e
istituzioni a costruire una comunicazione condivisa e responsabile. (*)
Alla ricerca di risposte alle nostre domande più attuali durante lo scorso
Vinitaly ci siamo avventurati alla ricerca di opinion leader e produttori
con una storia consolidata alle spalle che potessero esprimente opinioni,
anche controcorrente, o che dicessero parole che tanti fanno fatica ad
esprimere. Uno di questi è stato Piero Mastroberardino, dal 1997 è alla
guida dellAzienda vinicola di famiglia, Mastroberardino, attiva in Irpinia
da oltre due secoli, di cui rappresenta la decima generazione. Questa
chiacchierata, franca e diretta, con lui ci ha aperto molti stimoli e spunti
di riflessione che condividiamo con i nostri lettori.
Qual è il termometro della situazione?
Vedo il nostro settore un po disorientato. Ci sono stati rallentamenti di
domanda da parte di alcuni mercati capisaldi, cosa che tutti stanno
osservando. Molti stanno cercando di analizzare questa situazione, ma con
grande difficoltà. Ci chiediamo: è un cambio di paradigma nella struttura
dei consumi, e quindi tutti devono fare uno sforzo per capire in che
direzione andrà il mondo del vino? Oppure una modifica incrementale che non
andrà a sostituire lo zoccolo duro dei nostri consumi, ma aprirà delle
opportunità aggiuntive? Queste sono le due grandi visioni al momento. Molti
colleghi parlano di alcuni problemi, ritenendoli particolarmente gravi per
il mondo del vino, ma secondo me ci sono ben altri problemi più radicati. In
queste settimane, ad esempio, si parla tanto di dazi, ma non credo che sia
la problematica più grande che attanaglia il mondo del vino.
Quali sono le problematiche da tenere maggiormente sotto controllo?
Negli ultimi ventanni, cè stata una campagna costante, anche se un po
pervicace, in chiave salutistica anti-vino, che è stata di una violenza
inusitata. A distanza di tempo ha fatto breccia in un nuovo segmento che
probabilmente era più influenzabile e distante dalla nostra normale attività
di comunicazione. Adesso è tutta una rincorsa per andare a recuperare, ma il
tema non è tanto recuperare lo stile dei vini, quanto fare una comunicazione
forte, massiva e convinta sui valori del vino. Questa sensazione di
indecisione, che ho chiamato disorientamento, non aiuta. Ora servirebbe
davvero una compattezza.
Quali sono i valori del vino? Come possono andare daccordo con un mondo che
inevitabilmente è in evoluzione?
Prima di tutto, il vino ha creato, prima di ogni altra bevanda, un enorme
movimento culturale che ha consentito di associare il bere al concetto di
degustazione, che è il primo straordinario valore positivo, perché è la
prima assicurazione contro i rischi da abuso. Adesso ci troviamo di fronte a
una montagna di negatività indotta che non trova ragione. Noi produttori
dobbiamo essere i primi a sostenere che il baluardo contro i problemi di
impatto sociale dellalcol deve essere proprio il mondo del vino stesso.
Una delle grandi preoccupazioni è il calo dei consumi tra le giovani
generazioni, che sembrano preferire altre tipologie di alcolici o il consumo
di bevande senza alcol, con il conseguente aumento del filone no-alcol che
alcuni produttori hanno scelto di percorrere. Pensa che questa
preoccupazione sia fondata?
Il tema del consumo giovanile di alcol è un falso problema. I nostri giovani
che sono più vicini al mondo del vino assumono poco alcol, invece coloro che
non sono in contatto con il mondo della degustazione qualificata bevono
cocktail in grande quantità. Quindi, non è lalcol il problema, ma ci sono
troppe mistificazioni in questo dibattito. (**) Il nostro disorientamento
deriva dallincapacità di sollevare il coperchio e dire: Vedete, il
problema non cè, non è questo, e riprendere massicciamente a fare
comunicazione con i giovani. Penso che ci siano tutte le condizioni per
rimettere la barca sulla rotta, facendo cultura del vino.
Qual è il messaggio che darebbe ai colleghi produttori, considerando i
recenti sviluppi?
Chiederei: ci crediamo? Se ci crediamo, andiamo avanti decisi con un piano
di comunicazione che metta insieme pubblico e privato e che parta dalla
parte istituzionale. La parte istituzionale deve avere la forza di non farsi
travolgere dallOrganizzazione Mondiale della Sanità (***) e altre
diramazioni allinterno dei governi. Negli ultimi 30 anni ci siamo pian
piano indeboliti, pensando che il nostro messaggio fosse passato. Invece,
cè stato qualcuno che ha picconato giorno dopo giorno e ha lavorato
dallinterno dei governi. Su questo, dobbiamo avere i ministeri produttivi
che, insieme alle forze produttive, facciano barriera, un baluardo, partendo
da una buona comunicazione.
E a proposito di comunicazione?
Se torniamo ai Vinitaly di 30-40 anni fa, cera molta più improvvisazione.
Oggi, la comunicazione è fatta in modo molto più professionale e mirato. Il
problema, però, è stato il timore di affermare certe cose, perché poi ci si
è trovati a dover affrontare campagne antialcoliche che ci mettevano sul
banco degli imputati, come responsabili del degrado della gioventù. In
realtà, è esattamente il contrario. Chi ama il vino sa che noi facciamo
esattamente il contrario.
(*) Nota: questa rassegna stampa documenta quotidianamente da oltre
ventanni molte volte come le narrazioni distorte sullalcol vengano il
più delle volte proprio dal mondo del vino e dai suoi amici. Lappello a una
comunicazione responsabile pertanto è opportuno. Bisogna poi vedere i
contenuti
.
(**) Nota: certo non è lalcol il problema. Basta non ingerirlo per il
tramite di vino, birra e altri alcolici (e non utilizzarlo per generare
incendi). Il problema è il bere, non lalcol.
(***) Nota: a questa frase non occorre aggiungere commenti.
BRESCIA TODAY
Ubriaco, con la bici vola nel fosso: è in coma etilico in ospedale
Ricoverato in codice rosso al Civile
È stato ricoverato in codice rosso in ospedale, ma più per le conseguenze
del troppo alcol che per le ferite da caduta, l’italiano di 44 anni che
lunedì sera è finito fuori strada mentre percorreva le campagne di Maclodio
in sella alla sua bicicletta. L’incidente è avvenuto intorno alle 20.30
laddove s’incrociano la strada comunale Rudiana per Berlingo e Via Torre
Calini Carabbiolo: secondo quanto ricostruito dagli agenti della Polizia
Stradale di Desenzano, intervenuti per i rilievi, il 44enne avrebbe fatto
tutto da solo perdendo il controllo della due ruote e finendo nel fossato
accanto alla carreggiata.
Un automobilista di passaggio avrebbe poi chiamato il 112: soccorso in
codice giallo dall’automedica e da un’ambulanza dei volontari di Trenzano,
non è stato trovato in gravi condizioni, ma avrebbe in seguito perso i sensi
per via delle sue condizioni psicofisiche, trasportato infine in ospedale in
codice rosso è ricoverato al Civile in coma etilico. Una volta appresa
la notizia, sul posto si è precipitata anche la sorella. Come da prassi,
sono in corso tutti gli accertamenti del caso. Nessun altro veicolo o
velocipede è rimasto coinvolto.
WINENEWS
IL VALORE DEL SETTORE
Il vino (16,8 miliardi di euro) traina lexport degli alcolici europei nel
2024 in crescita sul 2019
Eurostat: le esportazioni delle bevande alcoliche a 29,8 miliardi di euro.
Il vino rappresenta il 56,2% e per lItalia vale 4,9 miliardi di euro
Il 2024 è ormai passato da mesi, ma continua a far parlare riguardo al mondo
del vino. Un anno dove non sono mancate le difficoltà, basti pensare alla
produzione globale, la più scarsa degli ultimi 60 anni (*), causata dagli
effetti climatici, senza dimenticare la crescita del salutismo e lascesa
di bevande no e low alcol che hanno frammentato il mercato. Ma il 2024 ha
avuto anche dei dati positivi, se solo si pensa, ad esempio, al record
dellexport fatto registrare dallItalia. E, a proposito di esportazioni, lo
scorso anno è stato con il segno più anche a livello europeo tanto che,
per le bevande alcoliche, riporta Eurostat, è stato raggiunto un valore di
29,8 miliardi di euro con un aumento del 10,9% sul 2019 (quando il valore
delle esportazioni era di era 26,9 miliardi di euro), ovvero lanno
precedente a quello del Covid. A trainare le esportazioni è stato proprio il
vino con una quota del 56,2% (pari a 16,8 miliardi di euro) di tutte le
bevande alcoliche. Alcolici e liquori occupano la seconda posizione, con il
29,7% del totale (8,9 miliardi di euro), seguiti dalla birra con l11,5%
(3,4 miliardi di euro); sidro, sidro di pere, idromele, saké e altre bevande
fermentate si prendono l1,7% (0,5 miliardi di euro) e Vermouth e altri vini
aromatizzati con piante o aromatici toccano l1% (0,3 miliardi di euro).
La Francia, nel 2024, è stata di gran lunga il principale esportatore
dellUe di bevande alcoliche verso Paesi al di fuori di questi confini per
un totale di 12,1 miliardi di euro, il 41% del totale; un risultato ottenuto
grazie principalmente al vino (66,7%, 8,1 miliardi di euro). Al secondo
posto cè lItalia, con 6 miliardi di euro (il 20% delle esportazioni totali
dellUe verso Paesi extra Ue), cifra che per la maggior parte (81,1%, 4,9
miliardi di euro) è legata allexport di vino. La Spagna e i Paesi Bassi
hanno esportato, rispettivamente, 2,5 miliardi di euro e 2,3 miliardi di
euro (l8% ciascuno), ma mentre la categoria più significativa per la Spagna
è stata il vino (1,6 miliardi di euro), per i Paesi Bassi ha primeggiato la
birra (1,3 miliardi di euro).
Nel 2024 gli Stati Uniti sono stati la principale destinazione delle bevande
alcoliche dellUe, per un totale di 8,9 miliardi di euro (30% complessivo)
e, oltre la metà di questo valore, ovvero 4,9 miliardi di euro, si è legato
allesportazione di vino e, altri 2,9 miliardi di euro, a distillati e
liquori. Il Regno Unito è stato il secondo partner commerciale con 4,9
miliardi di euro (17% del totale), un risultato derivato principalmente
dalle esportazioni di vino (68%, 3,3 miliardi di euro). Seguono la Cina, il
Canada (1,6 miliardi di euro ciascuno) e la Svizzera (1,4 miliardi di euro),
ma con una distinzione: le esportazioni di bevande alcoliche verso il Canada
e la Svizzera sono state spinte in primis dal vino, mentre quelle verso la
Cina da alcolici e liquori (0,7 miliardi di euro, 45%) e poi dal vino (0,5
miliardi di euro, 34%).
(*)
TRENTO TODAY
Ubriaco cammina tra le auto in corsa sulla Statale
La chiamata al 112 è arrivata da un automobilista in transito che ha
compreso il pericolo rappresentato dall’uomo. Portato via dai carabinieri,
le cose per lui sono pure peggiorate in caserma
Ha rischiato davvero grosso il 22enne sudamericano fermato nei giorni scorsi
sulla Statale del Brennero nei pressi delluscita dellA22 di Bolzano Nord.
Il motivo? Stava vagando senza meta sulla statale, completamente ubriaco.
Nonostante il limite lì sia di 70 km/h, parliamo di un tratto di veloce
scorrimento: un impatto, evidentemente, avrebbe potuto avere conseguenze
catastrofiche. Luomo è stato portato via dai carabinieri, ma la situazione
è degenerata in caserma, dove oltre a non avere documenti, il sudamericano
ha anche strattonato uno dei militari.
Per lui è scattato larresto per resistenza a pubblico ufficiale e ingresso
e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, oltre ad essere multato per
ubriachezza.
IL RESTO DEL CARLINO
Ubriaco, irrompe in casa: scaglia bici sui carabinieri
Nellabitazione cera la moglie con i due figli piccoli. Lui, un quarantenne
tunisino, ha tentato di sfilare la pistola ad un militare. Arrestato
Di Antonella Marchionni
Ha cercato di sfilare la pistola ad un carabiniere e ci sono volute due
pattuglie per placarlo e portarlo in caserma. È stato arrestato e ieri,
alludienza di convalida a cui era presente con lavvocato Salvatore Asole,
ha chiesto scusa ai carabinieri. È quanto avvenuto sabato scorso, intorno a
mezzanotte, a Urbino, in località Trasanni. La moglie di un tunisino di 40
anni, già conosciuto alle forze dellordine e con alcuni precedenti, ha
contattato i militari perché il marito era ubriaco e aveva manifestato dei
comportamenti pericolosi.
La donna, coetanea e connazionale, si trovava dentro casa insieme ai due
figli di circa dieci anni. Luomo era invece fuori dallabitazione e, alla
vista dei militari, come prima cosa si è rifiutato di farsi identificare. Si
è mostrato in evidente stato di alterazione e i carabinieri gli hanno
chiesto di sottoporsi allalcol test. Il 40enne non ne ha voluto sapere
rifiutandosi con forza. A quel punto luomo ha provato a entrare dentro casa
ma la pattuglia di militari lo ha seguito, nel timore che, una volta
allinterno, potesse manifestare comportamenti pericolosi nei confronti
della moglie o dei figli. Una volta dentro lappartamento si è scatenato
linferno. Il 40enne ha addirittura tirato una bicicletta che si trovava
dentro casa contro i carabinieri e ha violentemente rotto un vaso. A quel
punto i militari lo hanno spinto verso un divano nel tentativo di
immobilizzarlo. Operazione non semplice vista la stazza delluomo alto circa
due metri. È a questo punto che il tunisino ha cercato di sfilare la pistola
dalla fondina di uno dei due carabinieri che cercavano di tenerlo fermo. La
situazione sembrava sotto controllo ma era una calma apparente perché, una
volta portato allesterno, luomo ha ricominciato a dare in escandescenza. È
arrivata davanti allabitazione delluomo anche una seconda pattuglia di
carabinieri per dare man forte ai colleghi. Il tunisino ha provato ad
allontanarsi dirigendosi verso un boschetto lì vicino. Ma è stato solo un
tentativo perché le due pattuglie sono riuscite a immobilizzarlo e condurlo
verso lauto.
Ha iniziato a tirare calci e spintoni anche verso lo sportello dellauto dei
militari che, finalmente, sono riusciti, dopo circa due ore, a portarlo in
caserma. Due di loro hanno riportato anche alcune lesioni giudicate
guaribili dal pronto soccorso in alcuni giorni. E per il tunisino ieri
mattina, al tribunale di Urbino, si è svolta ludienza di convalida. Luomo
è accusato di due resistenze a pubblico ufficiale, lesioni, tentato furto
aggravato della pistola e anche del rifiuto di farsi identificare e di
sottoporsi allalcol test. Il giudice ha convalidato larresto e disposto la
custodia cautelare in carcere. Lavvocato Asole ha chiesto i termini a
difesa e il procedimento è stato aggiornato al prossimo 15 maggio.