Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 6 agosto 2024

6 Agosto 2024
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

AIRC.IT

Alcol e salute: un nuovo rapporto globale dell’OMS conferma i rischi degli
alcolici

<www.airc.it/news/alcol-e-salute-un-nuovo-rapporto-globale-delloms-c
onferma-i-rischi-degli-alcolici>
www.airc.it/news/alcol-e-salute-un-nuovo-rapporto-globale-delloms-co
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L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato il rapporto dal titolo
“Global status report on alcohol and health and treatment of substance use
disorders”, in cui sono illustrate le tendenze del consumo di alcol in
Europa e le più recenti stime dei

Ogni 10 secondi nel mondo una persona muore per cause legate all’alcol. Nel
2023 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) era stata chiara: dai più
recenti esami della letteratura scientifica emerge che non esiste un livello
consumo di alcol senza effetti sulla salute. Per questo le ultime
raccomandazioni dell’OMS suggeriscono di non consumare per nulla bevande
alcoliche. Forse non tutti sanno che, successivamente a questo annuncio,
l’alcol è stato bandito da tutti gli eventi organizzati dall’OMS stesso. (*)

È vero, queste raccomandazioni sembrano cozzare con le linee guida
nazionali, che solitamente suggeriscono di non consumare più di 10 bevande
alcoliche standard a settimana. Il motivo è che le raccomandazioni nazionali
sono linee guida per un basso rischio, mentre quelle dell’OMS partono dal
presupposto che la situazione ideale per la salute sia non consumare affatto
alcol perché il consumo di alcolici è sempre associato a un rischio
potenziale per la salute, anche se si tratta di minime quantità.

In effetti le evidenze scientifiche che mostrano un’associazione fra il
consumo di qualsiasi quantità di alcol e la salute sono pubbliche da tempo,
nonostante il luogo comune largamente diffuso, anche dai media, secondo cui
un bicchiere di vino rosso a pasto farebbe bene al cuore. Non è così, e
infatti l’Istituto superiore di sanità include questa massima tra i falsi
miti legati all’alcol. L’ente sottolinea che dire che un bicchiere di vino
protegge dalle patologie cardiovascolari non è corretto e che, come
largamente sottolineato e diffuso dalla Federazione mondiale dei cardiologi
e dalla Società europea di categoria, l’idea che un bicchiere di vino rosso
faccia bene al cuore è infatti privo di evidenze scientifiche e distoglie
l’attenzione dai danni associati all’alcol.

Gli ultimi dati sui rischi dell’alcol

Sono molti i composti contenuti nelle bevande alcoliche che influiscono
sulla salute, come l’acetaldeide (un metabolita dell’alcol), il metanolo e
il carbammato di etile. Inoltre, vi si trovano alcuni metalli pesanti
(inclusi rame, ferro, manganese, nichel, stagno e zinco) che possono essere
presenti sia nei prodotti commerciali, sia nelle bevande alcoliche prodotte
in modo informale (a casa) o illegale.

Il 25 giugno 2024 l’Organizzazione mondiale della sanità ha reso noto il
“Global status report on alcohol and health and treatment of substance use
disorders”. Nel rapporto un gruppo di esperti ha presentato gli ultimi dati
disponibili, forniti dagli Stati membri, sulle tendenze del consumo di
alcol, le stime sulle malattie attribuibili all’alcol e le risposte
politiche a livello mondiale. Il consumo di alcol è associato a oltre 200
problemi di salute, tra cui malattie infettive, cancro, disturbi mentali e
comportamentali, disturbi neurologici, malattie cardiovascolari, malattie
gastrointestinali e lesioni a organi e tessuti.

Chiaramente gli effetti negativi dell’alcol dipendono dalla quantità
consumata e dalla frequenza degli eccessi. Per le persone che consumano
basse quantità di alcol e che non bevono pesantemente in modo episodico
(rispetto agli astemi per tutta la vita), il rischio di diabete mellito, di
cardiopatia ischemica e di ictus ischemico è inferiore rispetto a chi
consuma alcol tutti i giorni o si ubriaca periodicamente. Sebbene le
meta-analisi degli studi sul tema abbiano osservato un effetto protettivo
solo per le donne, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che gli uomini sono
più propensi a bere pesantemente in modo episodico. Questo, per esempio, può
portare a un aumento del rischio di diabete per gli uomini che non si
osserva per le donne. A livello di causa specifica, il contributo dell’alcol
agli oneri sanitari specifici per malattie e infortuni è stato del 100 per
cento per i disturbi da uso di alcol (AUD) e per la cardiomiopatia alcolica.

L’OMS ha stimato che circa 2,6 milioni di decessi sono associati al consumo
di alcol: si tratta del 4,7 per cento circa di tutte le morti a livello
mondiale. Se consideriamo il totale dei decessi correlati all’alcol,
all’incirca il 22 per cento è dovuto a malattie all’apparato digerente, il
20 per cento a incidenti, il 17,8 per cento a malattie cardiovascolari o
diabete, il 15 per cento a tumori maligni, il 10,8 per cento a patologie
perinatali connesse all’uso di alcol in gravidanza e il 7,7 per cento a
episodi di violenza intenzionale. Considerando i decessi per tutte le cause,
l’alcol ha contribuito al 2,8 per cento circa di tutti i decessi e di tutti
gli anni di vita con disabilità o persi per morte prematura (DALY), dovuti a
condizioni trasmissibili, materne, perinatali e nutrizionali. Ha inoltre
contribuito al 4 per cento circa di tutti i decessi per malattie non
trasmissibili, al 16,4 per cento delle morti per infortunio o incidente, al
4,3 per cento delle morti per cancro, al 2,7 per cento di quelle per
problemi cardiovascolari e addirittura al 23 per cento dei decessi per
malattie del tratto digerente. In particolare, l’alcol è implicato nel 42
per cento circa dei decessi dovuti alla cirrosi epatica; inoltre, è
coinvolto nel 2 per cento circa delle morti per cardiopatia ischemica.

Il consumo di alcol in Italia

Nonostante i dati mostrino i danni provocati dagli alcolici, chi vive in
Italia non ha ridotto il consumo di alcol negli ultimi 20 anni. Nel 2022,
nel nostro Paese, un uomo su 5 e poco meno di una donna su 10 hanno
consumato alcol in modalità che espongono a un maggior rischio per la
salute. Oltre 3 milioni di persone, pari a una persona su 20, hanno bevuto
per ubriacarsi – la modalità del cosiddetto “binge drinking”. Il 12,7 per
cento degli uomini e il 6,1 per cento delle donne di età superiore a 11 anni
hanno dichiarato di aver abitualmente ecceduto nel consumare bevande
alcoliche, per un totale di circa 5 milioni di persone, un po’ meno rispetto
al 2011. Il 28 per cento circa delle persone che vivono in Italia è astemio,
con variazioni che vanno dal 21 per cento in Alto Adige al 35 per cento in
Calabria. Si tratta sostanzialmente della stessa percentuale di 20 anni fa.
I dati provengono dal Sistema di monitoraggio alcol (SISMA) dell’Istituto
superiore di sanità.

La cattiva notizia che emerge dal rapporto OMS è che in Italia, come in
molte altre nazioni, non riusciremo a raggiungere l’obiettivo previsto per
il 2025 di riduzione della mortalità da consumo dannoso di alcol pro capite.
Le tendenze attuali indicano infatti che l’obiettivo globale di riduzione
del 20 per cento del consumo dannoso di alcol non potrà essere raggiunto
entro il 2030. La situazione potrebbe migliorare a fronte di un forte
impegno politico di sensibilizzazione, promozione e mobilitazione di
risorse, per garantire la piena implementazione del Piano d’azione globale
sull’alcol 2022-2030, con particolare attenzione alle misure a maggiore
impatto (presenti nel pacchetto SAFER dell’OMS).

Dal 2010 è stata registrata una riduzione del consumo di alcol e dei danni a
esso associati a livello mondiale. Ciò nonostante gli oneri sanitari e
sociali dovuti al consumo di alcol rimangono inaccettabilmente elevati.
Peraltro, i più colpiti sono i giovani: nel 2019 la percentuale più alta di
morti attribuibili all’alcol (13 per cento) ha interessato individui di età
compresa tra i 20 e i 39 anni.

(*) Nota: speriamo che AIRC faccia altrettanto…

GENOVA TODAY

Alcol: i liguri bevono più della media nazionale, soprattutto le donne

Il ‘gentil sesso’ nella nostra regione sembra prediligere il vino, mentre
gli uomini non sanno resistere alla birra. Meno successo riscuotono gli
amari

L’81,9% degli uomini e il 62,7% delle donne liguri ha consumato almeno una
bevanda alcolica nel 2022, dati al di sopra della media nazionale (77,4% gli
uomini e 47,9% le donne). È quanto emerge dalla relazione del ministro della
Salute al Parlamento sugli interventi realizzati in materia di alcol e
problemi correlati nel 2022.

In Liguria sono statisticamente invariate rispetto al 2021 le prevalenze di
consumatori per le diverse bevande alcoliche e rimangono sopra la media
nazionale le consumatrici di vino (51,2% contro una media nazionale di
45,2%). Sono sopra la media per il 2022 anche i consumatori maschi di birra
(69,1% contro una media nazionale di 63,7%), mentre sono sotto la media i
consumatori di amari di entrambi i sessi (M=37,6% e F=15,6% contro una media
nazionale di M=58,5% e F=38%).

Gli indicatori relativi ai comportamenti a rischio sono tutti in linea con
la media italiana a eccezione della prevalenza delle donne consumatrici
abituali eccedentarie, che risultano superiori alla media italiana (8,2%).
Nel 2022 il 22,8% degli uomini e il 11,6% delle donne (queste sopra la media
nazionale) in Liguria hanno consumato bevande in modalità a rischio per la
loro salute senza variazioni significative rispetto alla precedente
rilevazione.

La relazione, trasmessa al Parlamento il 18 luglio 2024, illustra il quadro
epidemiologico sul fenomeno alcol nel nostro Paese, aggiornato al 2022, i
modelli di trattamento per l’alcoldipendenza e la capacità di assistenza dei
servizi alcologici, con le eventuali criticità emerse.

Illustra, inoltre, gli interventi e le iniziative intraprese dal ministero
della Salute nell’anno 2023. Il documento viene annualmente curato dalla
direzione generale della prevenzione sanitaria.

APETIME MAGAZINE

Nel 2023 è continuata la corsa delle birre analcoliche

Quello della birra senza alcol, secondo numerosi addetti ai lavori, è uno
dei settori dell’universo dell’antica bevanda destinato a crescere
maggiormente nei prossimi anni: lo dimostrano le statistiche, e non solo,
dato che un numero in costante aumento di produttori di tutte le dimensioni,
ha lanciato sul mercato la propria versione di questa tipologia brassicola.

Per quanto riguarda il palcoscenico internazionale infatti, dopo che per
diversi anni ha suscitato l’interesse solo dei big del settore, la bevanda
ha iniziato a diffondersi anche nelle produzioni artigianali sia europee che
americane: la medesima evoluzione è in atto anche in Italia, seppur ancora
lentamente.

Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, nel 2023, la produzione complessiva di
birra ha raggiunto i 34,3 miliardi di litri, con una marcata crescita del
settore di quelle analcoliche e un declino delle birre tradizionali: la
prima tipologia della bevanda ha visto un aumento del +13,5%, mentre la
seconda ha subito una contrazione del 5%.

Questi dati sono un’ulteriore conferma di come negli ultimi anni la
produzione di birra analcolica sia cresciuta in tutta l’Unione Europea,
raggiungendo complessivamente la cifra di 1,8 miliardi di litri prodotti nel
2023: ora rappresenta il 5% del mercato UE della bevanda.

Secondo un’altra ricerca pubblicata recentemente dall’ istituto di
statistica Global Market Insights, il mercato delle birre analcoliche a
livello globale è destinato a crescere molto nei prossimi anni, fino a
raggiungere nel 2026 il valore di 29 miliardi con una crescita annua
prevista del 7,5%.

Tra i principali motivi che incentiverebbero i consumatori ad un maggiore
acquisto di questa tipologia di bevanda ci sarebbero la maggiore
disponibilità economica nei Paesi in via di sviluppo e l’aumento della
domanda di birre più leggere sia per quanto riguarda il contenuto alcolico
che quello calorico: a questo si aggiunge il desiderio di un’alternativa in
contesti sociali nei quali si evita l’alcol per motivi strettamente
religiosi.

Questa crescita, secondo i ricercatori, sarebbe dovuta inoltre al successo
ottenuto in questi anni dai birrifici artigianali che propongono una gamma
sempre più ampia di birre alternative a quelle tradizionali, come per
esempio quelle aromatizzate o quelle senza glutine, anche in versione zero
alcol: in sostanza la ‘craft beer revolution’ della quale abbiamo parlato in
diverse occasioni.

L’interesse per le birre analcoliche non è una novità avendo il comparto
iniziato a crescere da alcuni anni: nel 2019, per esempio, il valore di
questo mercato era di circa 9,5 miliardi, di cui 4 provenienti dall’Europa:
i restanti, invece, erano frutto soprattutto del mercato statunitense e di
quello indiano.

L’aumento della produzione della bevanda nei Paesi occidentali sembra essere
sospinta anche da altre due tendenze: da una parte l’aumento di non bevitori
(alcuni studi sostengono che le nuove generazioni consumano meno alcol
rispetto alle precedenti) e dall’altra la maggiore diffusione di stili di
vita più sani. Si ipotizza inoltre che il consumo di questo prodotto
potrebbe arrivare a sostituire, almeno in parte, anche quello delle bevande
gassate e zuccherate che risultano spesso più caloriche delle birre
analcoliche.

Per queste ragioni, molti birrifici, sia artigianali che industriali,
italiani ed europei, si sono già messi all’opera aumentando gli investimenti
in termini di marketing e pubblicità e sperimentando processi produttivi e
nuove ricette che permettano di ottenere una bevanda, per qualità e gusto,
il più possibile simile alla birra tradizionale.

Rispetto alla gradazione alcolica, è importante fare una distinzione: non
tutte le birre indicate come analcoliche sono del tutto prive di alcol. In
Italia, per esempio, questa definizione si applica a quelle che contengono
meno dell’ 1,2% di alcol, mentre quelle del tutto prive riportano
l’indicazione 0,0%: ecco il motivo per il quale, per indicare questo
settore, in inglese, si usa l’espressione “no and low”, cioè birre senza
(no) o con un basso (low) contenuto alcolico.

In alcuni Paesi queste bevande hanno già un certo numero di appassionati
(secondo il portale web ‘Business Insider’ in Spagna rappresentano il 14%
dell’intero settore e in Svezia una birra su dieci fra quelle vendute è
analcolica), in altri invece si stanno ancora facendo strada: al di fuori
dall’Unione Europea, per esempio negli Stati Uniti, nonostante le vendite
delle birre analcoliche siano aumentate del 40% rispetto all’anno
precedente, queste rappresentano ancora meno dello 0,5% delle vendite di
prodotti brassati.

Anche in Italia questo settore non si è ancora sviluppato con forza (due
anni fa rappresentava meno del 2% del volume del mercato delle birre), ma
sta iniziando a farsi conoscere, soprattutto tramite la maggior
pubblicizzazione e produzione da parte di diversi marchi del settore
presenti sul nostro territorio.

Comparto delle birre analcoliche che quindi, come dimostrano i dati,
continua la propria crescita anche nel nostro Paese (seppure ancora
lentamente): uno sviluppo che è sospinto da un’offerta sempre più di qualità
e dall’accresciuto interesse da parte degli appassionati di birra e non
solo.

ANSA

In Ue è boom della birra analcolica, produzione +13,5% nel 2023

Cresce il bere responsabile, il prodotto con alcol scende del 5%

Bere responsabile non è più un appello ma una realtà, anche per l’industria
brassicola.

Nel 2023 è aumentata la produzione di birra analcolica del 13,5% dei paesi
dell’Unione europea mentre, secondo dati Eurostat, rispetto al 2022, la
produzione di birra con alcol è scesa del 5%. In totale i paesi Ue hanno
prodotto 32,5 miliardi di litri di birra contenente alcol e 1,8 miliardi di
litri di birra con meno dello 0,5% di alcol o senza alcun contenuto di
alcol, per un totale di 34,3 miliardi di litri, stima Eurostat. La
produzione di birra analcolica ha raggiunto un totale di 1,8 miliardi di
litri, con la Germania come principale produttore. In Spagna, durante questa
estate torrida, si parla già di trionfo della cerveza sin (senza alcol).

Secondo un rapporto della società di consulenza Circana, nella penisola
iberica si è creata una nicchia di innovazione con la birra analcolica, che
rappresenta il 14% del consumo totale di birra pro capite. I supermercati
spagnoli vendono 129 milioni di litri all’anno, generando quasi 229 milioni
di euro. Questo mercato ha registrato un aumento del 2,7% nel volume delle
vendite e un aumento dell’8% nel budget. La popolarità della birra
analcolica è attribuita a fattori quali freschezza, gusto e responsabilità
del consumatore, essendo scelta per le occasioni di guida.

I prezzi della birra analcolica sono aumentati del 3,6% nella prima metà
dell’anno, triplicando l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari in
generale. Nonostante ciò, la categoria della birra analcolica ha registrato
una crescita significativa negli ultimi anni, rappresentando quasi il 9%
delle vendite totali di birra di un’azienda leader nel settore della birra
spagnola.

DROGHE.ADUC.IT

Olimpiadi e sponsor alcolici. Ipocrisia e violazioni a go-go. Aduc denuncia

Articolo di Vincenzo Donvito Maxia

Già in questi giorni di Olimpiadi parigine circola la pubblicità del
Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, che è sponsor delle prossime Olimpiadi
invernali 2026 Milano/Cortina.

La perplessità nasce dal fatto che:

– questa pubblicità viene diffusa durante trasmissioni che, innegabilmente,
sono anche e molto seguite dai minori, minori che spesso sono anche
protagonisti (in quanto atleti) delle trasmissioni stesse… e la pubblicità
di alcolici è vietata nelle trasmissioni per minori (1).

– un prodotto alcolico debba essere consigliato per utenti che guardano le
Olimpiadi, fino a diventare sponsor delle prossime italiane invernali. Dove
sono finite le campagne istituzionali contro il consumo di alcolici?

– il Parlamento ha approvato alcuni giorni fa disposizioni che classificano
la cosiddetta cannabis light (senza Thc, quindi non inebriante) come
stupefacente, mostrando pruriginosa attenzione che, invece, in un prodotto
come il prosecco (intorno agli 11 gradi) non ha.

La più determinante valutazione che se ne trae è di “un peso e due misure”,
con possibili danni sanitari ai consumatori per esclusivi vantaggi economici
di tv che diffondono i messaggi pubblicitari, aziende di questi prodotti e
comitato sportivo che organizza l’evento.

Abbiamo per questo dato mandato ai legali di Aduc di presentare denuncia
legale.

PREALPINA

Turista ubriaco si finge malato per tornare a casa in ambulanza

Un 57enne di Monza quando ha capito che non avrebbe ottenuto il passaggio ha
preso a calci il portone di una casa. Denunciato

In vacanza in Ossola, vuole tornare a casa ma invece di servirsi dei mezzi
pubblici si finge malato per sfruttare un passaggio in ambulanza. I
carabinieri di Domodossola hanno denunciato un 57enne di Monza per
interruzione di pubblico servizio, procurato allarme e resistenza a Pubblico
ufficiale.

LA RICHIESTA DI SOCCORSO

I fatti ci portano in Valle Antigorio. Nella tarda serata di venerdì 2
agosto la centrale operativa dei carabinieri di Domodossola ha ricevuto la
richiesta di intervento da parte di un albergatore di Crodo che segnalava la
presenza di un uomo che, molto probabilmente sotto effetto dei fumi
dell’alcool, voleva insistentemente entrare nella struttura. Mentre la
pattuglia si stava recando sul posto, i militari venivano allertati che,
sempre a Crodo, stava arrivando un’ambulanza per una persona che aveva
urgente bisogno di cure mediche. Una volta in paese, dato che il
cinquantasettenne si era nel frattempo allontanato dall’hotel, alle 23.30
circa i Carabinieri hanno notato un uomo all’interno del ballatoio di una
casa, il cui cancelletto era aperto. Ai militari questa persona ha spiegato
di essere stato proprio lui a chiamare i soccorsi, dicendo di avere urgente
bisogno di cure mediche, poiché diabetico. Nel giro di pochi minuti è
arrivata l’ambulanza ma qui le cose di sono complicate: quando il medico ha
chiesto all’uomo di descrivergli la situazione, il 57enne si è semplicemente
limitato a chiedere un passaggio in ambulanza verso Domodossola, quasi
dimenticando il motivo della richiesta di soccorso. Il medico, per scrupolo,
ha comunque effettuato sul soggetto una verifica dei valori glicemici, che
risultavano però nella norma, constatando altresì, come del resto i
Carabinieri, un evidente abuso di alcolici.

DENUNCIATO E SANZIONATO

I Carabinieri hanno spiegato all’uomo che se voleva recarsi a Domodossola,
probabilmente per prendere un altro mezzo per rientrare a Monza, avrebbe
potuto chiamare un taxi. Tutto d’un tratto la situazione è precipitata:
compreso che non avrebbe ottenuto il passaggio richiesto né dall’ambulanza
né dai militari, il 57enne ha iniziato a colpire con calci e pugni il
portone dell’abitazione venendo immediatamente immobilizzato dai
Carabinieri, nonostante opponesse una grande resistenza. È stato infine
condotto in caserma a Domodossola e, dopo essere stato identificato,
denunciato per interruzione di pubblico servizio, procurato allarme e
resistenza a Pubblico ufficiale, nonché sanzionato per ubriachezza.

POZZUOLINEWS24

Torna a casa ubriaco e picchia moglie e figlio: il grido d’allarme del
bambino lo fa arrestare

“Portate via papà, picchia sempre mia mamma. Aiutatemi!” sono queste le
parole di un coraggioso bambino riferite ai carabinieri della stazione di
Casamicciola Terme. Siamo a Lacco Ameno e, mentre i tantissimi turisti si
godono le meritate ferie, in un appartamento si sta consumando una triste
storia familiare. Manca poco alle 21 e un 50enne originario dello Sri Lanka
sta tornando a casa ubriaco. Beve spesso – racconterà la moglie – e quando
lo fa è sempre aggressivo.

La vittima già sa cosa l’aspetta. Innumerevoli gli episodi dove il 50enne
l’ha picchiata e denigrata. Dall’ingresso si sente il rumore delle chiavi
che aprono la porta e, questa volta, la 46enne è pronta a difendersi, lo fa
per suo figlio. E’ “armata” di smartphone e attende l’aggressione per
filmare tutto. Quanto previsto si realizza tragicamente. Non passano dieci
minuti che l’uomo inizia a urlare e a distruggere casa. Minaccia moglie e
figlio di bruciare le richieste dei permessi di soggiorno e li cerca in un
impeto d’ira.

Il 50enne trova la documentazione ma la moglie – tra schiaffi e pugni –
riesce a riprendersi quei fogli così importanti. Non c’è altra soluzione:
tocca al figlio 12enne nascondere quelle carte. L’uomo però se ne accorge e
ora l’obbiettivo diventa il bambino. Lo prende, lo afferra, lo strattona
fino a strappargli il pigiama. Il 50enne colpisce “il sangue del suo sangue”
con dei pugni in testa e al collo. La donna, disperata, interviene e si
frappone tra i 2 prendendosi altri pugni e un forte calcio all’addome.

Il coraggioso bambino si affaccia alla finestra e urla chiedendo aiuto.
Fortunatamente dei vigili urbani sono in zona e sentono il bambino gridare.
Gli agenti allertano la centrale operativa dei Carabinieri e la gazzella
raggiunge in pochi minuti l’abitazione. Il 50enne viene arrestato per
maltrattamenti in famiglia e andrà nel carcere di Poggioreale mentre madre e
figlio sono stati trasferiti nell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno. La
prognosi parla di 5 giorni per le lesioni subìte ma il 12enne resta
ricoverato e in osservazione in via precauzionale. Tanti i pugni presi in
testa e per questo motivo i medici preferiscono aspettare.

CORRIERE ADRIATICO
Sballo nella notte della movida civitanovese, strage di patenti: in 23
trovati ubriachi alla guida

Nei guai 19 uomini e 4 donne, la maggior parte sono giovani. I controlli
effettuati dalla polizia stradale

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

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