RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI
A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada
REPUBBLICA
Era ubriaca e guidava contromano la 28enne che ha travolto e ucciso la prof
Serenella Sparapano
di Marco Carta
È indagata per omicidio stradale e guida in stato di ebbrezza
Guidava contromano ed era anche ubriaca. (*) È indagata per omicidio
stradale e guida in stato di ebbrezza M.C., la 28enne che sabato mattina ha
travolto con la sua auto la professoressa Serenella Sparapano che si trovava
a bordo del suo scooter su viale Guido Baccelli, dietro le Terme di
Caricalla. E presto sarà interrogata dal pm titolare del fascicolo.
Quella mattina la giovane non si sarebbe nemmeno potuta mettere alla guida:
nonostante fossero passate da poco le 8, infatti, nel suo sangue sarebbe
stato trovato un tasso alcolemico ben oltre il doppio di quanto previsto
dalla norma. Ancora non è chiara la dinamica dell’incidente, anche se le
prime verifiche dei vigili del gruppo Centro confermerebbero quello che era
stato il sospetto iniziale dei parenti della professoressa. Ossia che
l’auto, una Fiat Punto grigia, abbia invaso il senso di marcia opposto
travolgendo lo scooter Peugeot bianco su cui si trovava linsegnante.
A confermarlo sarebbero anche i segni dello scontro sulla fiancata destra
della macchina, altrimenti non giustificabili. Serenella Sparapano, 65 anni,
proveniva dalla via Cristoforo Colombo e procedeva in direzione Terme di
Caracalla. Lo scontro tra i due mezzi è avvenuto nel tratto in discesa di
viale Baccelli. Serenella, che viveva alla Garbatella, come ogni mattina, si
stava recando al liceo Dante Alighieri, in via Ennio Quirino Visconti, dove
insegnava scienze. Ma a scuola non è mai arrivata.
Limpatto è stato violentissimo e la donna ha perso la vita sul colpo.
Madre di Simone, un giovane carabiniere, e tifosissima della Roma, la prof
era molto amata dai suoi studenti del Dante Alighieri, dove sabato è stato
dichiarato il lutto per tutta la comunità scolastica.
“È difficile da accettare quello che è successo – racconta Marco, il suo
compagno – Uno va a lavorare e finisce così. Io guido il furgone e so quello
che vedo durante il giorno per strada. Ogni disattenzione è fatale. Si può
morire per un male incurabile, che uno comunque fa fatica ad accettare, ma
non si può morire così”.
(*) Nota: molto probabilmente guidava contromano proprio perché aveva
bevuto.
BLOG MOTORI LA REPUBBLICA
di Vincenzo Borgomeo
Il ministro: “Chi guida drogato o ubriaco la patente non la vedrà più
“Per chi guida drogato o ubriaco servono pene severissime: la patente non la
vedi più”. Lo dice Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e
trasporti, ospite di rtl 102.5.
“Sto lavorando al codice appalti e al nuovo codice della strada”, dice
Salvini, “le stragi del weekend sono inaccettabili” e “per invertire questa
tendenza: educazione stradale, prevenzione e sanzione. Bisogna spiegare ai
ragazzi di 16 anni quello che si rischia in auto”. La riforma “vedrà anche
ciò che si vive sui monopattini, che ormai vanno a 70 km/h: regole su strade
e marciapiedi”, conclude.
LETTERA A LIDL
Marmellata alcolica
Buongiorno,
Sono un affezionato cliente Lidl. Vi scrivo per suggerirvi di rendere più
visibile la presenza di alcol nella confettura di fragole di cui ho allegato
due immagini. Nella prima, quella del volantino, l’aggiunta di alcol non è
evidente, o almeno non a me che non ho la minima idea di cosa possa essere
“Marc de Champagne”, pensavo si trattasse di una varietà di fragole.
Che ci sia alcol nel prodotto lo si scopre solo sul retro della confezione a
cui, di solito, non si fa molto caso al momento dell’acquisto. Personalmente
non sono allergico all’alcol ma non bevo, per scelta, da una ventina d’anni.
Penso anche al fatto che non sia il caso di proporre un alimento “alcolico”
destinato anche a bambini piccolissimi.
Grazie per l’attenzione
Cordiali saluti
Ettore Putortì
Colle di Val d’Elsa (Siena)
SETTENEWS
Terrore in zona stazione a Milano: sei persone accoltellate da un rapinatore
ubriaco
Pomeriggio di apprensione a Milano, ieri lunedì 6 marzo, quando un uomo
alterato dallalcol ed armato di un coltellino ha compiuto cinque rapine,
ferendo sei persone delle quali una è grave.
Luomo, un giovane di origini marocchine in preda ad un particolare momento
di follia, ha agito nelle zone adiacenti la stazione Centrale di Milano: la
prima rapina alle 17.40 in via Mortirolo, ai danni di una 39enne alla quale
ha sottratto il cellulare quindi, pochi minuti dopo, il rapinatore ha ferito
e derubato unaltra donna in via Gluck. Una terza rapina in via Sammartini,
con il ferimento di unaltra donna, derubata di cellulare e 20 euro. Una
quarta rapina è avvenuta in viale Brianza: qui il giovane ubriaco ha
aggredito una 23enne, in soccorso della quale sono arrivati tre uomini, sui
quali il rapinatore si è avventato sferrando colpi con il coltello, che
hanno procurato lesioni anche di una certa entità. Due degli uomini sono
stati portati in codice rosso rispettivamente allospedale San Carlo e
allospedale Niguarda, per le ferite riportate. Non sarebbero in pericolo di
vita.
Lultima aggressione in via Venini, ai danni di una 44enne, ma dopo
lescalation delle aggressioni, compiute tutte in una ventina di minuti, il
rapinatore è stato raggiunto dalla Polizia. Gli agenti della sezione Nibbio,
i motociclisti della squadra volante, lo hanno bloccato ed arrestato. Si
tratta di un irregolare, con precedenti per scippo.
ANSA
Lollobrigida, a Vinitaly parleremo di vino e sanità
In mostra anche opere di Caravaggio e Regni
(ANSA) – TRENTO, 07 MAR – “Il vino va visto nella sua complessità. A
Vinitaly 2023 parleremo di vino e sanità e di consumo consapevole. Faremo
questo lavoro con Daniela Santanché ed Orazio Schillaci, ma anche con il
collega Adolfo Urso, insieme alle imprese, per valorizzare il nostro marchio
all’interno di quell’evento e di altri eventi”.
Lo ha detto il ministro Francesco Lollobrigida, in Trentino, in merito alla
fiera che si terrà in Campania tra il 2 e il 5 aprile 2023.
A Vinitaly, ha aggiunto Lollobrigida, ci saranno “due opere d’arte, una del
Caravaggio e una di Guido Regni, per fare vino e cultura, per raccontare che
cosa c’è dietro in termini di costruzione e di storia, per far comprendere
cosa significa valorizzare il nostro sistema nella sua complessità”. (ANSA).
ADUC
USA – Per i newyorkesi la marijuana crea meno problemi dell’alcol
Secondo un recente sondaggio condotto da autorità statali, molti più
newyorkesi credono che il consumo di alcol sia un grave problema di salute
pubblica rispetto alla minoranza che la pensa allo stesso modo per la
marijuana. (*)
C’è anche il sostegno della maggioranza per la legge statale sulla cannabis
ricreativa, e una pluralità di newyorkesi è inoltre favorevole all’apertura
di rivenditori di marijuana.
L’indagine annuale sulle malattie croniche del Dipartimento della Salute di
New York, pubblicata alla fine del mese scorso, ha esaminato l’opinione
pubblica su una vasta gamma di questioni, tra cui la marijuana e altre
questioni di politica sulle droghe.
Uno dei punti che il dipartimento ha presentato in un comunicato stampa
mostra il divario significativo nella percezione pubblica dei pericoli per
la salute pubblica derivanti dall’uso di alcol rispetto alla cannabis.
Secondo il sondaggio, il 77% degli intervistati considera il consumo di
alcol un problema di salute pubblica abbastanza o molto serio, mentre il 46%
ha affermato lo stesso riguardo al consumo di cannabis.
La scoperta è in gran parte coerente con lo spostamento delle percezioni
pubbliche su alcol e marijuana a livello nazionale, con un minor numero di
persone che considerano la cannabis una sostanza seriamente pericolosa
mentre più stati si muovono per legalizzare la pianta per scopi medici e
ricreativi. Anche l’istruzione pubblica ha contribuito a una maggiore
consapevolezza dei danni dell’alcol.
Inoltre, i sondaggi hanno rilevato che molte persone usano la marijuana come
alternativa all’alcol, oltre a una certa quantità di farmaci da
prescrizione.
Secondo un recente sondaggio, circa una persona su cinque che si è astenuta
dall’alcol durante il “gennaio secco” di quest’anno ha dichiarato di
utilizzare la cannabis come alternativa per superare il mese.
“Questi dati aiuteranno il Dipartimento a sapere dove indirizzare al meglio
i nostri sforzi e quali problemi contano di più per le persone che vivono
nello Stato di New York”, ha dichiarato il Commissario per la salute di New
York James McDonald commentando i risultati complessivi del sondaggio
statale, che è stato condotto dal 3 al 20 gennaio, 2022.
Nel frattempo, il nuovo rapporto del dipartimento ha anche parlato della
popolarità della legalizzazione della marijuana, con un 58% che afferma di
sostenere l’emanazione della legge che viene attivamente implementata. Il
25% si è detto contrario alla riforma, mentre il 15% ha assunto una
posizione neutrale.
Mentre le autorità di regolamentazione lavorano per approvare le richieste
di licenze commerciali della cannabis e aprire più rivenditori per i
consumatori, il sondaggio ha inoltre mostrato che una pluralità di
newyorkesi (48%) preferisce che si trovino nelle loro comunità,
apparentemente contraddicendo gli argomenti di NIMBY che si sentono spesso
sulla legalizzazione da parte degli avversari.
Il 31% ha affermato di non volere rivenditori nelle proprie comunità, mentre
il 19% ha affermato di non essere né favorevole né contrario a che tali
attività operino nelle proprie vicinanze.
Allo stato attuale, tuttavia, relativamente pochi newyorkesi hanno accesso
ai vicini dispensari legali, poiché solo quattro negozi hanno aperto mentre
le autorità di regolamentazione cercano di dare priorità a chi richiede
licenze con la clausola di equità sociale, quelli che sono stati
maggiormente colpiti dalla guerra alla droga. Intanto, i punti vendita di
cannabis senza licenza si sono moltiplicati in tutto lo stato, specialmente
a New York City.
L’Office of Cannabis Management (OCM) statale è stato oggetto di critiche,
anche da parte di autorità esterne allo stato come il governatore del
Connecticut, per aver aperto così pochi rivenditori negli ultimi mesi
nonostante la domanda significativa nel popoloso stato.
Le autorità hanno annunciato la scorsa settimana che stanno raddoppiando il
numero di licenze condizionali di marijuana che possono essere approvate, da
150 a 300, dopo aver ricevuto feedback da alcuni richiedenti che sarebbero
stati in grado di aprire più rapidamente negozi senza ulteriore supporto
attraverso un programma progettato per aiutare gli aventi diritto a creare
sedi fisiche.
Il governatore Kathy Hochul (D) ha visitato uno dei quattro rivenditori di
cannabis attualmente operativi alla fine del mese scorso, anche se non ha
comprato nulla, anche se ha segnalato l’apertura a provare la marijuana in
futuro.
A dicembre, Hochul ha presentato separatamente una richiesta di verifica del
business e dei prodotti, con l’intenzione di pubblicare un codice QR sui
rivenditori di cannabis autorizzati e un’etichetta con simbolo universale
per i prodotti a base di cannabis, sempre autorizzati.
Il governatore ha anche firmato un disegno di legge alla fine di novembre
volto ad espandere il mercato della canapa dello stato promuovendo
partenariati collaborativi per identificare maggiori opportunità di
utilizzare il raccolto e i suoi derivati per l’imballaggio, l’edilizia e
altri scopi.
I legislatori di New York, nel frattempo, hanno depositato una proposta di
legge per legalizzare alcuni psichedelici come la psilocibina e l’ibogaina
per gli adulti dai 21 anni in su. Inoltre, una proposta separata
depenalizzerebbe ampiamente il possesso di droga.
(Kyle Jaeger su Marijuana Moment del 06/03/2023)
(*) Nota: al solito, largomento la marijuana crea meno problemi
dellalcol viene utilizzato per promuovere la prima, quando è casomai un
ottimo motivo per smettere di bere.
LA STAMPA
Bianca Balti: A 18 anni sono stata stuprata, non ero lucida
La modella si racconta a Belve, il programma della Fagnani
ALICE CASTAGNERI
Non è la prima volta che Bianca Balti si confessa. La vita sregolata, le
droghe, gli amori finiti male. La modella, stavolta, racconta i momenti più
traumatici del suo passato a Francesca Fagnani, a Belve. La Balti torna sul
tema delle dipendenze da stupefacenti e rivela di essere stata vittima di
violenza. «A 18 anni ho subìto uno stupro. Ero a un rave, in stato di
ebbrezza, non ero lucida. È successo con un ragazzo che avevo conosciuto
quella sera e che mi piaceva. Da un bacio si è passati alla violenza».
Quando Fagnani chiede se l’ha più rivisto, la Balti aggiunge: «L’ho cercato
per tantissimo tempo, andavo a tutti i rave sperando di rincontrarlo giusto
per fare pace con l’idea che magari c’era una storia e non uno stupro. L’ho
incontrato dopo anni quando già facevo la modella, usciva da un Sert. Mi ha
fatto piacere vederlo. Nella mia mente avevo bisogno di normalizzare questa
esperienza, di dire siamo amici».
Sulle dipendenze Balti non si tira indietro: «Ho provato tutte le droghe.
Anche gli oppiacei». E spiega di aver deciso di smettere quando si è accorta
di aver raggiunto il limite: «Ho smesso quando non ce la facevo più, quando
non avevo più voglia di vivere. Quello è stato il momento più basso. Avrei
voluto morire, ma siccome non ero abbastanza coraggiosa da togliermi la
vita, allora ho detto proviamoci».
La conduttrice si sposta poi sul fronte del lavoro. «Subito dopo le prime
sfilate, 18 anni fa – racconta la modella – mi hanno offerto un contratto di
un milione di euro, ma ho detto di no perché ho capito che potevo ottenere
di meglio». La Fagnani le chiede del contratto che l’ha soddisfatta di più
economicamente e lei ammette: «Lo spot di Dolce&Gabbana sul gozzetto, sia
dal punto di vista professionale che economico».
Si parla anche di maternità, e quando Fagnani chiede perché la figlia
Matilde abbia deciso di vivere con il padre, la Balti ribadisce quello che
aveva già dichiarato in una recente intervista: «Al tempo mi stavo
trasferendo a Los Angeles. Era l’ennesimo trasloco e quindi lei ha deciso di
andare a vivere con il padre. Solo di recente mi ha confessato che lo aveva
fatto perché voleva un po’ di stabilità». Una situazione che le ha creato
molto dolore: «Ne ho sofferto tantissimo. Però poi ti abitui anche alle cose
più brutte e grazie al cielo c’è la tecnologia».
Cè spazio anche per momenti più leggeri, come quando la Fagnani chiede a
Bianca se abbia mai avuto esperienze con altre donne. La risposta? «Ho
baciato le donne, toccato le donne, ma…».
LARENA di Verona
LA PROVOCAZIONE
Emoticon dello spritz? La proposta non decolla a Verona: «Meglio i vini
nostrani»
Oggi su Whatsapp sono disponibili i disegni di birra, vino rosso e
bollicine. La reazione dei titolari di bar e osterie
Ormai è universalmente conosciuto, riconosciuto e richiesto. Sinonimo di
quella parentesi di tempo libero a fine giornata, di incontro e confronto
tra amici, è lo spritz: laperitivo alcolico disponibile in varie
declinazioni, con Aperol, Campari o bianco, senza bitter, in alcuni paesi
sul lago addirittura allungato con il limoncello. Ordinato a fiumi dai
turisti europei e doltreoceano anche in riva allAdige, per i veneti si
tratta di un affare serio al punto che, nei giorni scorsi, sul sito
change.org è approdata una petizione che ha come oggetto proprio lo spritz.
Nel dettaglio: la creazione di una emoticon specifica, da utilizzare sui
social network. Su smartphone, tablet e pc, infatti, tra i moderni
geroglifici che sostituiscono parole e, sempre più spesso, interi concetti
ci sono i calici di bollicine che si sfiorano, i boccali e il boccale di
birra, il gotto di vino rosso, un paio di cocktail. Ma manca lo spritz:
quel calice ambrato con lo spicchio di arancio, icona dellaperitivo made in
Italy. È dunque partita da Padova, che insieme a Venezia è la culla
originaria di questa bevanda, con lintento di coinvolgere non solo tutto il
Veneto ma di varcare i confini regionali e nazionali per approdare dritta a
Mark Zuckerberg e ai suoi social: da Whatsapp a Instagram.
Una proposta tutta veneta che a Verona, però, stenta a decollare. E che
difficilmente troverà molte sottoscrizioni. Pur bevuto in quantità
industriali soprattutto nei fine settimana, nei locali della movida e nelle
piazze del centro, dei quartieri e di tutta la provincia, dal Garda alla
Bassa, di tipico veronese ha poco o nulla. «E andrebbe disincentivato a
favore degli ottimi vini nostrani che abbiamo a disposizione, che raccontano
una storia, la nostra, di territorio e cultura», è lopinione più diffusa
tra gli esercenti che abbiamo coinvolto sul tema.
«Lo spritz è l’aperitivo veneto più famoso del mondo. Da Londra a New York,
da Parigi a Buenos Aires, lo spritz è diventato uno dei simboli del Veneto e
dell’Italia. Eppure sui social del Gruppo Meta non c’è l’icona del nostro
amato spritz: perché? C’è l’icona dello champagne, del Martini, della
birra… perché non dedicare un’icona anche allo Spritz?», si legge invece
nel testo della petizione patavina, promossa da Giacomo Brunoro,
dellassociazione culturale Sugarpulp, che promuove giovani talenti nel
mondo editoriale italiano ed internazionale. «Viviamo tempi difficili,
abbiamo tutti bisogno di un po’ di leggerezza in più: l’icona dello spritz
non cambierà certo le nostre vite, ma le renderà un po’ più divertenti e
piacevoli, proprio come i tanti aperitivi a base di spritz che abbiamo
condiviso con i nostri amici in questi anni», aggiunge Brunoro nella
petizione condivisa via social dallo stesso presidente del Veneto Luca Zaia.
I pareri: «Non ci rappresenta»
Attualmente (a ieri sera), le sottoscrizioni su change.org erano circa 300:
poca cosa in realtà. E difficilmente i padovani potranno contare sui voti
veronesi. «Non ha nulla di tipico e caratteristico, non ci rappresenta. Sono
categorico in questo, ho tolto anche il prosecco dalla mia carta vini a
favore del durello, la nostra bollicina veronese», interviene Patrizio
Violante, titolare di alcune osterie e locali in centro, che con alcuni
colleghi ha anche ipotizzato di creare un logo da mettere in ingresso con il
messaggio no spritz. «Probabilmente non lo faremo mai perché in effetti si
tratta di una bevanda di cui i turisti vanno pazzi e anche molti veronesi.
Ma per quel che mi riguarda, va disincentivata».
Dello stesso parere Luca Barca, titolare del ristorante Torcolo e del locale
Re Carlo, tutti e due a ridosso della Bra. «Sarebbe auspicabile lemoji del
lesso con la pearà, altroché. Durante la stagione turistica assistiamo a una
vera e propria richiesta esponenziale di questo aperitivo: tedeschi ma anche
inglesi, francesi, e turisti di tutto il Nord Europa e non solo lo
richiedono, rappresenta oltre il 50 per cento degli ordini al Re Carlo»
aggiunge Barca. «Si fa presto a dire spritz. Ma questo aperitivo ha molte
declinazioni, ogni territorio, ogni città lo prepara in modo simile eppure
diverso», interviene Simone Vicentini del V76 Caffè. «Sarebbe pubblicità e
va bene ma la trovo una proposta riduttiva, tutto sommato priva di senso»,
aggiunge. Più pragmatico, invece, il direttore di Confesercenti Alessandro
Torluccio. «Non è prettamente veronese ma tutto ciò che promuove il made in
Veneto e in Italy oltre confine è sicuramente positivo, contribuisce a
veicolare un messaggio positivo e anche licona, in questepoca che vive di
immagini e comunicazione, avrebbe interessanti ricadute per tutti». (*)
Ilaria Noro
(*) Nota; in realtà contribuirebbe a ribadire la storica associazione
culturale tra labitante del Veneto e le bevande alcoliche. Ho molti amici
in Veneto che sarebbero ben felici di superare una buona volta questo vero e
proprio tormentone che li infastidisce da decenni.