RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI
A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta
IL FATTO QUOTIDIANO
SanPa, altro che Muccioli: si parli del vero problema sulla droga in Italia
Lello Voce – Poeta
Questo mio intervento su *SanPa*, la docu-serie di Netflix che sta facendo
tanto discutere in questi giorni, in realtà non parlerà di SanPa, ma delle
droghe e delle politiche ad esse connesse in Italia e nella maggior parte
delle nazioni del mondo. Come sa chi segue con qualche regolarità questo
spazio, la mia esperienza personale credo mi dia il diritto di dire la mia.
Sono certo che SanPa sia un ottimo prodotto ‘televisivo’, anche se, come
inchiesta giornalistica, non ci offre alcun dato in più rispetto a quelli
che già conoscevamo da anni, né ho dubbi che gli autori siano mossi da
ottimi propositi e che probabilmente non intendessero affatto assolvere
*Vincenzo* *Muccioli* da una serie di responsabilità, che credo siano
evidenti a chiunque guardi alla vicenda con occhio scevro da ideologie.
Il lavoro rende liberi (dalla droga), che è poi l’idea di base della
Comunità di *San Patrignano*, insieme a tutta una serie di pratiche
violentemente coercitive necessarie a realizzare tale obiettivo, è una
frase che ha echi disgustosi: non devo certo ricordarlo a nessuno.
Ma il punto non è questo. Il punto non è SanPa, ma quello che sta
provocando e cioè una discussione tutto centrata sulla figura del suo
fondatore che lascia le cose come stanno a proposito del dibattito attorno
alle *droghe* e che, a leggere i commenti di questi giorni sui maggiori
quotidiani italiani, sta avendo l’effetto paradossale di una riabilitazione
di cui non si sentiva certo il bisogno.
Il punto è piuttosto farsi le domande giuste per realizzare politiche
veramente *laiche* a proposito delle sostanze stupefacenti, che,
ovviamente, non sono soltanto quelle illegali (eroina, cocaina, marijuana,
ecstasy, Lsd), ma anche quelle legali e direi ‘tradizionali’, come l’alcol
o il tabacco.
In Italia nel 2019 sono morte circa 17.000 persone per abusi legati agli
*alcolici*; in Europa, dati del 2016, l’alcol era il responsabile di circa
il 5,5% di tutti i decessi, circa 300.000 persone. Sono cifre
impressionanti, manna dal cielo per qualsiasi (inutile e dannosa) politica
proibizionista. Nel 2019 le morti ascrivibili al consumo di *oppiacei* sono
state invece 187, 373 in totale quelle dovute a sostanze illegali. Nessun
caso è ascrivibile al consumo di *marijuana*.
Droga, come cambia il consumo in Italia: cocaina in aumento vertiginoso,
+11% di morti per overdose, preoccupano droghe sintetiche
La maggior parte dei morti da droga illegale è morto solo e probabilmente
buona parte di quelle morti avrebbe potuto essere evitata se quelle persone
non avessero dovuto nascondersi da tutti per consumare la sostanza che
avevano scelto di usare. I dati parlano chiaro, ci indicherebbero con
evidenza quale sia *il vero problema* legato alle sostanze da affrontare in
Italia, quali le politiche migliori da realizzare nell’interesse della
società. Eppure accade tutt’altro.
Ai tossici resta sulle spalle lo stigma sociale, i tossici, come ci
suggerisce l’analisi lucida e indiscutibile di T. Szazs, sono il capro
espiatorio necessario per assolvere altri da altri ‘peccati’. Di alcol si
parla in modo diverso, è su tutte le nostre tavole, a disposizione a fiumi
di chiunque abbia più di 16 anni e a volte, troppe volte, anche di chi ne
ha di meno. Gli ammiccamenti sono infiniti. Si parla di una *tradizione*,
un segno d’identità nazionale. Indiscutibile.
Ed ecco, quindi, alcune delle domande a cui – imho – occorrerebbe dare
delle risposte laiche.
Perché in Italia è legale morire di alcol e di tabacco e non di *eroina*?
Perché un alcolizzato può affrontare la sua dipendenza con qualche
serenità, senza che tutto ciò comporti il rischio di passare molti anni
nelle patrie galere? Perché riteniamo che l’uso e la vendita di sostanze
che provocano qualche centinaio di morti all’anno sia un’emergenza per la
nostra comunità, mentre pensiamo che l’uso e la vendita di altre che ne
provocano decine di migliaia *non lo sia*? Perché, nel caso delle droghe
‘leggere’, che di morti non ne fanno alcuno, pensiamo che vadano proibite e
perseguite, mentre riteniamo normale il monopolio di Stato sui *tabacchi*,
che sono causa di altre migliaia di vittime? Perché riteniamo che l’inizio
di un percorso di cura e disassuefazione (certamente utile e virtuoso) sia
una scelta autonoma di un alcolista e invece un obbligo per un
tossicodipendente?
Il cuore, il nocciolo del discorso, insomma non è come si ‘curavano’ i
tossici a SanPa, o come lo faceva invece Don Gallo (che lo faceva
incomparabilmente meglio), ma chiedersi: ha un senso ‘curare’ un tossico?
La tossicodipendenza è una malattia? O una *devianza*? E poi:
l’assuefazione e la conseguente tragedia individuale e sociale, le vittime,
dipendono soltanto dalla sostanza in sé, o anche dalle leggi e dalle
convenzioni sociali che ne regolano la vendita e il consumo? Perché,
infine, riteniamo che sia dovere etico dello Stato costringere alla cura un
*consumatore* di eroina e non uno di alcol o di tabacco?
A chi conviene che questa situazione schizoide e paradossale continui a
reiterarsi? Chi guadagna sull’illegalità di certe sostanze? E so che molti
di voi hanno già una risposta a questa domanda. A chi fa comodo, insomma,
che politiche come queste, che mi verrebbe da definire *tribali*,
continuino?
Ecco, SanPa o non SanPa, a me piacerebbe che si discutesse di questo, non
di Muccioli. Che si discutesse di *antiproibizionismo*, delle teorie di
Szazs, o di Laing, di Arnao, di come questa società affronta il dolore che
provoca, che ingigantisce ogni giorno con le sue dinamiche folli, basate
sulla produttività, sulla velocità, sulla competizione e sull’eccellenza,
mentre qualsiasi società civile dovrebbe fondarsi sulla protezione delle
proprie, preziose *fragilità*.
Perché, come ho avuto modo di dire innumerevoli volte, di eroina (o di
alcol) non muore nessuno: si muore di *solitudine*, di dolore, di rabbia
impotente, di astinenza dalla speranza. Altro che Muccioli o SanPa.
SARDEGNALIVE
CAGLIARI. IN CINQUANTA IN UN CHIOSCO CON MUSICA E ALCOLICI, INTERVIENE LA
POLIZIA
*Alla vista degli agenti in tanti si sono dati alla fuga, ma in 20 sono
stati fermati. Sanzionati insieme a loro anche il dj e il proprietario del
chiosco*
Di: Giammaria Lavena
09 gen 2021 – Intervento della polizia ieri pomeriggio in un chiosco-bar
sul belvedere di viale Buoncammino, a Cagliari, dove decine di giovani si
sono radunati per consumare alcolici e ascoltare musica.
Un assembramento che non poteva passare inosservato; alcuni non indossavano
neanche la mascherina, ad altri il dispositivo copriva a malapena la bocca.
Erano in totale una cinquantina le persone radunate, con loro un dj. Gli
agenti del Reparto prevenzione crimine, con la collaborazione dei colleghi
della Squadra amministrativa della questura, hanno fatto immediatamente
scattare un controllo.
Appena avvistati i poliziotti, i giovani hanno tentato di allontanarsi,
sparpagliandosi, ma gli agenti sono riusciti a bloccarne una ventina.
Per tutti questi sono scattate le sanzioni da 400 euro per inadempienza
alle normative anti-Covid. Stessa sorte è toccata al dj e al titolare del
chiosco. E’ stata altresì disposta la chiusura del locale per cinque giorni.
OSSOLATODAY
Erano minorenni ubriachi i protagonisti della rissa in centro a Domo
*Un’altra scazzotata nei pressi di Palazzo San Francesco*
DOMODOSSOLA
Sarebbero dei ragazzini minorenni i protagonisti della rissa di venerdì
pomeriggio alle 18 in corso Paolo Ferraris. Un’altra rissa è stata poi
segnalata pochi minuti dopo dietro Palazzo San Francesco, ma all’arrivo
delle forze dell’ordine i protagonisti si erano già dileguati.
Il giovane rimasto a terra è stato soccorso e trasportato dolorante al Dea
da un’ambulanza che è è dovuta arrivare dalla Valle Vigezzo, perchè i mezzi
di soccorso di Domo e Villa erano impegnati per altri casi sanitari. La
Polizia avrebbe già identificato parte dei protagonisti. Diversi testimoni
hanno raccontato che dal pomeriggio molti gruppetti di ragazzini giravano
sul corso, in via Marconi e nel Borgo della Cultura, visibilmente ubriachi
BRESCIATODAY
Grave incidente in curva, un’auto a gpl prende fuoco: il responsabile era
ubriaco fradicio
*Tre i mezzi coinvolti, ferite due donne, una in prognosi riservata. La
sorpresa all’alcol-test, limite superato di quattro volte*
Redazione
09 gennaio 2021 – Dopo avere abbondantemente bevuto, si è messo alla guida
della sua Golf ed ha provocato un grave incidente coinvolgendo altri due
veicoli le cui conducenti sono rimaste ferite. È successo giovedì sera in
via Arzaga a Montichiari. Il protagonista è un trentenne di origini
straniere, apparso fin da subito alterato dall’abuso di alcol.
All’origine dell’incidente c’è stato un tentativo di sorpasso effettuato
dal trentenne, tentativo finito con lo scontro frontale con il veicolo che
giungeva dal senso di marcia opposto. Nell’urto è rimasta coinvolta una
terza vettura. L’auto dell’uomo, alimentata a gpl, ha preso fuoco ma
fortunatamente il conducente è riuscito ad abbandonarla in tempo.
Nello scontro sono rimaste ferite le donne alla guida dei due veicoli
entrati in collisione con la Golf dello straniero, una 27enne e una 71enne,
entrambe ricoverate in ospedale. Le condizioni più delicate sono quelle
dell’anziana, per la quale i medici si sono riservati la prognosi (ma non
sarebbe in pericolo di vita).
Mentre i Vigili del fuoco di Castiglione delle Stiviere spegnevano le
fiamme della Golf, gli agenti della Polizia locale di Montichiari si sono
accorti dell’alterazione alcolica dell’uomo che ha provocato lo scontro (e
non è rimasto ferito). La conferma è avvenuta con l’alcol test: nel suo
sangue un tasso alcolemico di ben quattro volte superiore al limite
consentito per legge. Il 30enne è stato denunciato.
INFOMEDIANEWS
47enne ubriaco picchia i genitori, arrestato
*In preda ai fumi dell’alcool è entrato in casa degli anziani genitori li
ha colpiti violentemente e ripetutamente con schiaffi e pugni*
9 Gennaio 2021
I carabinieri di Nereto hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia e
lesioni personali M.S., 47 anni, del posto.
In preda ai fumi dell’alcool è entrato in casa degli anziani genitori e
dopo averli aggrediti verbalmente con pretese futili li ha colpiti
violentemente e ripetutamente con schiaffi e pugni.
Il padre 80enne, è riuscito a non perde la lucidità e con il cellulare ha
chiamato il 112. Sul posto è intervenuta un pattuglia che ha trovato
l’anziana madre terrorizzata e nel panico, tremante, e il padre ferito.
Il figlio, invece, stava tentando di salire sull’autovettura per fuggire.
Una volta bloccato è stato portato in caserma e su disposizione del Pm è
stato tradotto presso l’abitazione della compagna, in attesa dell’udienza
di convalida. Il padre è stato trasportato dal 118 all’ospedale di
Sant’Omero è stato medicato e successivamente dimesso con una prognosi di
15 giorni.
In precedenza il 47enne si era comportato nello tesso modo, ricevendo una
denuncia per gli stessi reati.
ESTENSE.COM
Ubriaco insulta e minaccia di morte la compagna
*Un uomo di 27 anni denunciato dalla Polizia, anche davanti agli agenti le
urlava “Putt…” e “ti ammazzo”*
“Putt…”, “ti ammazzo”. Sono le frasi che una giovane donna di 24 anni si è
sentita urlare contro dal suo compagno ubriaco, anche in presenza dei
poliziotti, intervenuti perché le cose non finissero ancora peggio.
L’episodio, e non sarebbe il primo, si è verificato nella giornata di
giovedì 7 gennaio nell’abitazione della coppia, dove gli agenti sono stati
chiamati proprio dalla ragazza, impaurita per le urla e l’atteggiamento del
compagno.
In casa, oltre alla vittima, i poliziotti hanno trovato anche lui, 27 anni,
in evidente stato di ubriachezza, che ha continuato a proferire insulti e
minacce, facendo scoppiare in lacrime la ragazza.
La donna ha riferito che da qualche tempo la relazione di coppia era in
crisi a causa delle continue alterazioni del marito dovute all’uso di
alcool, ma nonostante la difficile condizione ha detto di non essere
intenzionata a procedere nei suoi confronti.
L’uomo, dopo l’identificazione, è stato comunque denunciato dalla Polizia.
IL GIORNO
Ubriaca al volante percorre 40 chilometri in contromano in autostrada
*Paura sulla Milano-Torino. Alla guida una donna di 44 anni: sottoposta
all’alcoltest, è risultata avere un tasso alcolemico sei volte superiore al
limite massimo*
*Milano*, 9 gennaio 2020 – Ha seminato il panico in autostrada, percorrendo
40 chilometri in contromano. E’ successo lungo la Milano-Torino. La polizia
stradale ha fermato una di 44 anni nei pressi dell’area di servizio di
Villarboit Sud: si era fermata per poi tornare a imboccare contromano
l’autostrada. Sottoposta all’alcoltest, è risultata avere un tasso
alcolemico sei volte superiore al limite massimo consentito.
Per questo motivo la donna, residente nel Novarese è stata denunciata per
guida in stato di ebbrezza, violazione che prevede oltre alla condanna
penale, anche la sospensione della patente di guida. Nei suoi confronti è
stata anche elevata una seconda sanzione, per guida contromano in
autostrada, che prevede, oltre alla sanzione amministrativa da 2.000 a
8.200 euro, la revoca della patente di guida e il fermo amministrativo del
veicolo per tre mesi.
VINIALSUPERMERCATO.IT
Stop ai punti fedeltà sull’acquisto di vino e alcolici nei supermercati
dell’Irlanda
Davide Bortone il 8 Gennaio 2021
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Rivoluzione dei punti fedeltà legati a vino e alcolici nei supermercati
dell’Irlanda. Da lunedì 11 gennaio 2021, le insegne Aldi, Dunnes, Lidl,
Tesco e Supervalu smetteranno di erogare premi sull’acquisto di wines e
spirits.
Una scelta tranchant, pensata per disincentivare l’abuso di alcol. O,
meglio, smettere di “incentivarlo” con loyalty, fidelity e rewards point
legati alle carte fedeltà del supermercato. Si tratta dei risvolti sul
retail delle restrizioni introdotte dal Public Health Alcohol Act 2018,
tuttora in via di implementazione in Irlanda.
Vino e alcolici spariranno inoltre dai cataloghi dei premi dei
supermercati. Tra le misure, anche diverse limitazioni all’attività
promozionale sugli alcolici, indipendente dall’erogazione di punti premio.
Il Public Health Alcohol Act 2018 è l’ultimo capitolo di una lunga scia di
provvedimenti riguardanti il consumo di alcolici in Irlanda. Segue di fatto
la promulgazione dell’Intoxicating Liquor Act del 2003 e del 2008 e del
Broadcasting Act del 2009.
La legge stabilisce il prezzo minimo degli alcolici, con tanto di formula
matematica per calcolarlo. Il risultato, espresso in euro e centesimi di
euro, si ottiene attraverso la moltiplicazione del “prezzo minimo per
grammo dell’alcol”, stabilito in € 0.10, con la “quantità in grammi di
alcol contenuta nel prodotto”.
Quest’ultimo parametro è a sua volta legato a una formula: A x B x 0,789,
dove “A” è il volume, espresso in millilitri, di liquido contenuto nel
prodotto alcolico e “B” il titolo alcolometrico volumico del prodotto
alcolico.
Il Public Health Alcohol Act 2018 incide sull’etichettatura degli alcolici
prevedendo “l’inclusione di avvertenze per la salute” come “il contenuto di
alcol e il contenuto energetico”, espresso in chilocalorie (kcal) e
chilojoule (kJ). Non solo.
Obbligatori in etichetta, inoltre, un’avvertenza generica del “pericolo del
consumo di alcol” non solo in gravidanza, “del legame diretto tra alcol e
tumori mortali”, e sulla “quantità in grammi di alcol contenuta nel
prodotto”.
Un’altra novità del labelling riguarda l’indicazione dei “dettagli di un
sito web, che deve essere stabilito e mantenuto dall’Esecutivo, che
fornisce informazioni sulla salute pubblica in relazione al consumo di
alcol”.
Implementata anche la regolamentazione di concessioni e rinnovi delle
licenze di vendita degli alcolici, legate alla previsione di restrizioni
della pubblicità e della sponsorizzazione dei prodotti. Iniziative queste,
come precisa il ministero per la Salute irlandese, che hanno l’obiettivo di
“esporre il meno possibile i minori all’alcol“.
Ecco perché supermercati, discount e pubblici esercizi in generale dovranno
sottostare a precise regole anche in termini di esposizione della merce. Da
qui la stretta all’attività promozionale e ai punti fedeltà delle insegne
Gdo.