Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 10 dicembre 2024

10 Dicembre 2024
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

IGRANDIVINI.COM

Eurocamera e alcolici: verso l’etichettatura obbligatoria

La campagna Awarh 2024 punta alla trasparenza per tutelare i consumatori:
“Non esiste un livello sicuro di consumo alcolico”

Il Parlamento Europeo ha ospitato un’iniziativa provocatoria per
sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni derivanti dal consumo di alcol.
Nei corridoi dell’Eurocamera, i deputati si sono trovati di fronte a
bottiglie di vino giganti accompagnate da un messaggio chiaro: “Non esiste
un livello sicuro di consumo di alcol: anche piccole quantità possono
aumentare il rischio di malattie e cancro”.

L’evento si è svolto nell’ambito della Settimana Europea di
sensibilizzazione sui danni correlati all’alcol (Awarh) ed è stato ospitato
dall’eurodeputato socialista lituano Vytenis Povilas Andriukaitis, già
commissario europeo alla salute.

Etichettatura obbligatoria: il cuore della campagna

L’iniziativa rientra nella campagna Awarh 2024, intitolata “Etichettatura
degli alcolici: il diritto di sapere”. L’obiettivo principale è introdurre
l’obbligo di etichette dettagliate per le bevande alcoliche, includendo
ingredienti e valori nutrizionali, informazioni attualmente assenti su molte
confezioni.

“Le bevande alcoliche dovrebbero avere etichette con ingredienti e valori
nutrizionali“, sottolineano gli organizzatori della campagna. Secondo quanto
emerso, l’attuale sistema di autoregolamentazione volontaria adottato
dall’industria non ha raggiunto gli standard richiesti, lasciando i
consumatori privi delle informazioni necessarie per fare scelte consapevoli
sulla propria salute.

I rischi dell’alcol sotto i riflettori

La campagna Awarh mira a evidenziare come anche un consumo moderato di alcol
possa aumentare il rischio di gravi patologie, tra cui il cancro. Gli
organizzatori hanno ribadito l’importanza di un’informazione chiara e
accessibile a tutti i consumatori, affinché possano valutare consapevolmente
i propri comportamenti.

Verso un cambiamento legislativo?

L’iniziativa dell’Eurocamera segna un passo importante nel dibattito europeo
sulla regolamentazione delle bevande alcoliche. L’introduzione di etichette
obbligatorie potrebbe rappresentare un significativo progresso per la tutela
della salute pubblica, rispondendo alle crescenti richieste di trasparenza
da parte dei cittadini.

DISSAPORE

Al Parlamento Europeo è polemica sulle etichette con Bacco: “Demonizzano il
vino”, dice Lollobrigida

Ricordare che il consumo di alcolici, vino ahinoi compreso, faccia male alla
salute equivale a fare “vergognosa criminalizzazione”. Lollobrigida guida la
carica.

di Luca Venturino

Al Parlamento Europeo va in scena una campagna di sensibilizzazione sui
rischi legati al consumo di alcol. La pietra angolare, poi diventata pietra
dello scandalo, è il Bacco Fanciullo di Caravaggio affiancato alla dicitura
“Anche piccole quantità possono aumentare il rischio di malattie e cancro”.
Lollobrigida non apprezza.

Non è la prima volta, diranno i nostri lettori più attenti, e la sensazione
di déjà vu è più che giustificata. Il ministro dell’Agricoltura era già
intervenuto, in passato, a sostenere la sua personale idea del “poco vino fa
bene”. Idea, è bene notarlo, smentita dalle stesse linee guida del Ministero
della Salute e da diversi studi. Per inciso: la scienza dice che l’alcol,
vino ahinoi compreso, fa male; e forse tolleriamo con fin troppa leggerezza
l’alzare il gomito.

La risposta alle etichette con Bacco

All’ordine del giorno, dicevamo, c’è dunque la scelta dell’Eurocamera di
ospitare l’iniziativa guidata dall’eurodeputato socialista ed ex commissario
Ue per la Salute, Vytenis Andriukaitis, esponendo per una settimana
maxi-bottiglie di vino con vistose etichette “sanitarie”. Di nuovo: déjà vu?

Un anno e mezzo fa circa l’Irlanda diventò il primo Paese a introdurre le
etichette con informazioni sulla salute sul vino e altri alcolici. La
questione si trascinò in un limbo pruriginoso per qualche manciata di mesi,
e dovette scontrarsi con un fronte di opposizione formato da Spagna, Francia
e Italia impegnate a portare avanti il vessillo de “il consumo è diverso
dall’abuso”. Per Lollobrigida fu una “scelta gravissima”.

Tracciare un parallelo con quanto successo nelle ultime ore pare quasi
automatico. “Hanno scelto l’immagine sbagliata se volevano demonizzare il
vino” ha spiegato il ministro, riferendosi all’uso del Bacco Fanciullo. Con
lui è schierata la delegazione di Fratelli d’Italia all’Eurocamera, decisa a
scoprire “se l’Ue abbia finanziato questa campagna, come indicato nei
cartelloni esposti al Parlamento”.

Gli eurodeputati meloniani non hanno dubbi: si tratta di “un messaggio
controverso, che non tiene conto della distinzione tra le diverse tipologie
di bevande alcoliche e dei diversi tipi di consumo”. Il coro è molto simile
anche nella delegazione della Lega.

“Una vergognosa criminalizzazione del vino in Europa”, hanno commentato le
eurodeputate Susanna Ceccardi e Isabella Tovaglieri; o ancora “una battaglia
ideologica che lo demonizza”. Il sito dell’iniziativa pare tuttavia
restituire tutta un’altra lettura. L’evento, di fatto, è da intendersi come
parte della Settimana europea di sensibilizzazione sui danni correlati
all’alcol: perché ricordare che bere alcolici fa male equivale a essere
nemici della patria?

FANPAGE

L’alcol non ci rende più longevi e non esistono dosi “sicure” per i giovani:
cosa dice la scienza

Commentando un’iniziativa al Parlamento europeo volta a sensibilizzare sui
rischi del consumo di alcol, il ministro dell’Agricoltura Francesco
Lollobrigida ha fatto un’associazione tra la longevità degli italiani e il
consumo di vino moderato nel nostro Paese. In realtà non c’è alcuna evidenza
scientifica sul fatto che il vino allunghi la vita, inoltre secondo diversi
studi non esisterebbero nemmeno dosi realmente sicure di alcol, in
particolar modo in relazione al rischio oncologico.

A cura di Andrea Centini

Al Parlamento Europeo è andata in scena una campagna di sensibilizzazione
sui rischi per la salute legati al consumo di alcol, un evento guidato
dall’eurodeputato Vytenis Andriukaitis, ex commissario dell’Unione Europea
per la Salute. Oltre alla presenza di bottiglie di vino in formato gigante
con etichette sanitarie stampate sopra, è stata diffusa anche un’immagine
ispirata al Bacco fanciullo di Caravaggio con una didascalia a corredo:
“Anche piccole quantità possono aumentare il rischio di malattie e cancro”.
L’esposizione, oltre a essere legata alla proposta di etichettare le bevande
alcoliche con avvertenze per la salute simili a quelle presenti sui
pacchetti di sigarette (già avviene in Irlanda), si inserisce nel contesto
della settimana europea dedicata ai danni da consumo di alcol. Un’iniziativa
sicuramente virtuosa, ma probabilmente presentata in modo un po’ maldestro
(alla luce di alcuni errori e l’uso di un’immagine inappropriata).

Al netto degli inciampi, tale esposizione a fin di bene è stata colta come
una vera e propria provocazione (se non crociata) da parte delle
associazioni legate alla produzione di vino e soprattutto dal governo
italiano, considerando anche che il nostro Paese è tra i principali
produttori della bevanda alcolica. Tra i principali detrattori il ministro
dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha ritenuto l’operazione una
sorta di demonizzazione e criminalizzazione del vino. Non è certo la prima
volta che il ministro si schiera contro coloro che da tempo cercano di
sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi degli alcolici, vino compreso.
Il nodo del contendere è legato al fatto che queste iniziative lascerebbero
intendere che l’alcol fa male in assoluto, a qualunque dose, mentre il
ministro e altri rappresentanti del governo italiano sottolineano
l’importanza di fare distinzione tra abuso di alcol e consumo responsabile e
moderato.

Commentando l’iniziativa di Andriukaitis durante un intervento a Bruxelles,
Lollobrigida ha sottolineato che il vino “è un prodotto importante della
nostra alimentazione, che esiste da sempre, che vede in Italia un uso
corretto, nella maggior parte dei casi, e che oggi ci vede nella condizione
di essere il popolo più longevo d’Europa e secondo nel mondo. E quindi
difficilmente così può essere considerato un pericolo come alcuni tentano di
dimostrare”. Ma esiste davvero un legame tra la longevità degli italiani (e
non solo) e il consumo di vino?

La scienza, in parole molto semplici, lo smentisce. Non c’è alcuna evidenza
scientifica sul fatto che il consumo responsabile e moderato di vino sia in
grado di allungare la vita. Il recente studio “Why Do Only Some Cohort
Studies Find Health Benefits From Low-Volume Alcohol Use? A Systematic
Review and Meta-Analysis” pubblicato sulla rivista scientifica specializzata
“Journal of Studies on Alcohol and Drugs”, ad esempio, è giunto alla
conclusione che coloro che bevono da un bicchiere di vino a settimana a due
bicchieri di vino al giorno (il famoso consumo responsabile insieme ai
pasti) hanno lo stesso rischio di mortalità degli astemi, cioè di coloro che
non bevono alcolici. In pratica, il consumo moderato non avrebbe alcun
impatto sulla longevità.

A suffragio di questo risultato vi sono anche gli studi del GBD Alcohol
Collaborators, un gruppo di ricerca internazionale composto da moltissimi
studiosi – compresi quelli provenienti da Paesi produttori di vino – che
opera nel contesto dell’autorevole iniziativa Global Burden of Disease Study
(GBD). In un rapporto, ad esempio, è stato determinato che il consumo di
alcol rappresenta il principale fattore di rischio di morte e disabilità
nella fascia di età compresa tra i 15 e i 49 anni. Un’indagine statistica
dell’American Cancer Society (ACS) ha invece evidenziato che il consumo di
alcol è associato rispettivamente al 5,4 e al 4,1 percento di diagnosi e
morti per cancro.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) evidenzia come il Codice europeo contro
il cancro affermi esplicitamente “che non esistono livelli di uso sicuri per
la salute, consigliando di limitare il consumo di qualunque tipo di bevanda
alcolica”. Il consiglio di prevenzione oncologica è chiaro ed è quello di
“non bere mai bevande alcoliche”. Basti pensare che secondo la IARC, una
branca dell’OMS, per l’Italia vengono stimati diecimila nuove diagnosi di
cancro all’anno correlate a qualunque tipologia di bevanda alcolica. Fra
esse, “il 19,8 percento dei quali causati dal consumo di quantità inferiori
al bicchiere e mezzo (20 grammi di alcol)”, evidenzia l’ISS.

Tra i tumori fortemente associati al consumo moderato di alcol vi è ad
esempio il cancro al seno, come evidenziato in unarticolo dell’Istituto
Superiore di Sanità (ISS) pubblicato in occasione della campagna di
sensibilizzazione dell’OMS “Redefine Alchool”. “Nel mese di ottobre,
dedicato alla prevenzione del tumore al seno, fortemente influenzato anche
in Italia dal consumo pur moderato di alcol, è stato reso noto, ad esempio,
che solo il 21% delle donne in 14 Paesi europei è a conoscenza del
collegamento tra uso moderato di alcol e rischio di sviluppare il tumore al
seno, un rischio che inizia già con bassi livelli di consumo di alcol”.

A sostenere che anche il consumo moderato rappresenta un fattore di rischio
per la salute vi è anche un altro approfondito studio del GBD Alcohol
Collaborators, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet.
È giunto alla conclusione che i giovani con meno di 40 anni – quelli più
esposti al rischio di abuso – non dovrebbero praticamente mai bere alcol,
perché non esistono dosi sicure ma solo rischi. È stato calcolato che la
quantità raccomandabile tra i 15 e i 39 anni è di a 0,136 bevande standard
al giorno, cioè pari a un decimo di bicchiere di vino (considerando che per
bevanda standard si intendono 10 grammi di alcol puro, come un bicchiere da
100 millilitri di vino col 13 percento di alcol o una lattina di birra col
3,5 percento di alcol). Praticamente, il consumo sicuro è prossimo allo zero
in queste fasce d’età, secondo lo studio su The Lancet.

I presunti benefici per la salute, grazie a sostanze antiossidanti come il
resveratrolo presenti ad esempio nel vino rosso, si otterrebbero consumando
le dosi raccomandate solo negli adulti. Per chi ha tra i 40 e i 64 anni tali
dosi, secondo la ricerca, spaziano da mezzo a due bicchieri di vino al
giorno; chi invece ha più di 65 anni potrebbe spingersi fino a tre
bicchieri. Lo studio ha evidenziato che queste concentrazioni potrebbero
ridurre il rischio di patologie cardiovascolari come la cardiopatia
ischemica. “Il nostro messaggio è semplice: i giovani non dovrebbero bere,
ma gli anziani possono trarre beneficio dal bere piccole quantità”, aveva
dichiarato in un comunicato stampa la professoressa Emmanuela Gakidou
dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di
Washington.

Al netto di questi risultati, non c’è comunque alcuna evidenza scientifica
che l’alcol possa effettivamente allungare la vita, inoltre diversi enti
autorevoli sottolineano che dosi realmente sicure non esistono. Per queste
ragioni sensibilizzare le persone a un consumo perlomeno responsabile è
fondamentale. Ciò può passare anche attraverso l’etichettatura delle
bottiglie delle bevande alcoliche. Non si tratterebbe di una crociata contro
i prodotti di qualità, come i vini prodotti in Italia, ma una necessità
innanzi all’evidenza scientifica e a pratiche insalubri come il famigerato
binge drinking.

CAGLIARIPAD

Uta, ubriaco minaccia di morte la compagna: 31enne in manette

L’uomo minacciava la vittima con un coltello e trasferito nella camera di
sicurezza di Iglesias sarà sottoposto a giudizio con rito direttissimo

Nella notte appena trascorsa, i Carabinieri delle Stazioni di Uta e Siliqua
hanno tratto in arresto un uomo di 31 anni, di origine marocchina e
residente a Uta, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia nei confronti
della compagna convivente. L’intervento è stato attivato a seguito di una
segnalazione giunta al Numero Unico di Emergenza 112, relativa a una lite
domestica in un’abitazione situata nel cuore del centro storico del paese.

All’arrivo sul posto, i militari hanno trovato una situazione estremamente
delicata. L’uomo, in evidente stato di alterazione psicofisica che potrebbe
essere riconducibile all’assunzione di alcol, aveva aggredito fisicamente e
minacciato di morte la compagna, una donna di 41 anni, utilizzando un
coltello. La vittima, pur scossa e provata dall’accaduto, ha rifiutato il
ricovero e le cure mediche.

In applicazione delle disposizioni del Codice Rosso, i Carabinieri hanno
attivato immediatamente le procedure previste per garantire la tutela della
vittima. L’uomo è stato posto in stato di arresto e, dopo le formalità di
rito, trasferito presso la camera di sicurezza della Stazione Carabinieri di
Iglesias. Nelle prossime ore sarà sottoposto a giudizio con rito
direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

Le indagini, tuttora in corso, mirano a chiarire ogni aspetto della vicenda
e a valutare eventuali episodi precedenti di violenza.

MANTOVAUNO

Ubriaco perso, procede a zig zag col camion: denunciato e appiedato un
44enne

MANTOVA – Alla guida della motrice ubriaco perso, procedeva a zig zag: una
condotta piuttosto pericolosa, tenuta lungo le strade della prima periferia
di Mantova, da parte di un autotrasportatore rumeno di 44 anni, residente in
provincia di Verona, che è stato privato della patente e denunciato dai
carabinieri.

Sarà stato il freddo degli ultimi giorni a convincerlo a bere qualcosa che
lo scaldasse, ma il camionista aveva alzato il gomito davvero troppo:
all’accertamento stradale da parte dei carabinieri, è stato rilevato un
tasso record di 2,48 g/l. A segnalare la sua condotta spericolata diverse
chiamate al 112. I militari l’hanno fermato quando si trovava già
all’interno dell’area di un’azienda. L’etilometro, dicevamo, ha chiarito
tutti i residui dubbi. E ora per il camionista saranno guai seri.

CREMONA SERA

Un ubriaco colpisce a martellate una vetrina e si ferisce a una mano.
Portato in ospedale in codice verde viene denunciato dai Carabinieri di
Cremona e sanzionato per ubriachezza molesta

Nella giornata di ieri i militari della Stazione Carabinieri di Cremona
hanno denunciato in stato di libertà un uomo ritenuto responsabile di
danneggiamento della vetrina di un esercizio pubblico del centro e
sanzionato per ubriachezza molesta.

I fatti risalgono alla serata del 7 dicembre, quando lo stesso, visibilmente
ubriaco, all’interno di un bar del centro estraeva dalle tasche un martello
da carpentiere con il quale infrangeva tre vetrate della porta di ingresso,
per poi allontanarsi a piedi ma veniva prontamente fermato da una pattuglia
della Sezione Radiomobile di Cremona che lo sanzionava amministrativamente
anche per ubriachezza molesta. L’uomo, feritosi alla mano, era trasportato
presso ospedale Maggiore in codice verde.

IL GIORNO

Sotto casa della donna che perseguita: inseguito e arrestato

Continuava a perseguitare la sua ex. Non si rassegnava al fatto che la loro
relazione sentimentale fosse finita.

La seguiva, la pedinava, si faceva trovare sotto casa o nei luoghi che
sapeva che lei frequentava.

Nonostante il divieto di avvicinamento sancito dal Tribunale, l’altra sera è
stato sorpreso ubriaco sotto la sua casa.

Nella nottata di venerdì scorso, i carabinieri della Stazione di Biassono
hanno infatti arrestato un uomo di 44 anni italiano, residente a Desio, per
aver violato il provvedimento di avvicinamento alla sua ex compagna, una
49enne residente in Brianza. L’arresto è stato possibile grazie
all’intervento di una pattuglia dell’Arma, che mentre effeffettuava uno dei
consueti giri di perlustrazione del territorio, ha individuato l’automobile
dell’uomo mentre si aggirava nei pressi dell’abitazione della vittima.
Nessun dubbio, i carabinieri conoscevano bene la sua faccia e la sua
macchina.

GAZZETTA DI MANTOVA

Quattro codici rossi in 24 ore a Mantova. In un caso il marito ha colpito al
volto la moglie con un power bank: denunciato

Valerio Morabito

Ubriaco fradicio, ha aggredito la donna che stava dormendo con il figlio di
due anni. In breve tempo è stato rintracciato dagli agenti della Questura di
Mantova

Quattro codici rossi in ventiquattr’ore. Se non è un record, ci manca
davvero poco. Nella giornata del 7 dicembre gli agenti della polizia di
Stato di Mantova sono dovuti intervenire in quattro circostanze distinte in
città. L’episodio più grave ha spinto le forze dell’ordine ad applicare una
misura dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. In sostanza, una
donna e anche il suo bimbo di due anni sono stati aggrediti mentre
dormivano. Protagonista il marito della donna, tornato a casa ubriaco.

L’aggressione è stata particolarmente violenta e la cittadina mantovana,
colpita al volto con un power-bank e poi strattonata, in seguito è stata
soccorsa e trasferita insieme al figlio al pronto soccorso. A questo punto è
stato attivato il codice rosa in ospedale e gli agenti della Questura di
Mantova sono riusciti in breve tempo a rintracciare l’aggressore che, dopo
gli accertamenti del caso, è stato sottoposto alla misura pre-cautelare
dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. Oltre ad essere
denunciato per il delitto di maltrattamenti in famiglia e lesioni.

AGI.IT

Elena Sofia Ricci si racconta a Belve “Tra abbandoni e maltrattamenti sento
che il maschile mi debba qualcosa”

Il momento più intenso il ricordo di una violenza subita a soli 12 anni e la
scelta di non parlarne con nessuno

AGI – Quarta puntata di Belve, il programma cult di Rai2 ideato e condotto
Francesca Fagnani, prodotto da Fremantle: l’appuntamento è per stasera,
martedì 10 dicembre, in prima serata su Rai2. Tra gli ospiti Elena Sofia
Ricci con un’intervista intensa e profonda, in cui l’attrice si racconta con
grande sincerità. Il momento più intenso il ricordo di una violenza subita a
soli 12 anni (da un uomo conosciuto dalla sua famiglia) e la scelta di non
parlarne inizialmente con nessuno, neanche con la madre.

“È stato talmente brutto, talmente doloroso. Scatta anche un senso di colpa
perché non capisci cosa sta succedendo, sei nel pieno della pubertà. Eravamo
in una macchina e io avevo un foglio da disegno sulle gambe. Cercavo di
proteggermi con quel foglio. Chiaramente può un foglio da disegno
proteggere? No” racconta commossa l’attrice a Fagnani.

“È un nodo che non ho sciolto ancora. Non l’ho detto a mia mamma perché non
volevo darle un dolore”. “Ho sentito che c’era qualcosa di sporco. Il
problema è che questa cosa sporca è rimasta tutta la vita. Quindi per me
quello del maschile – di cui io non mi fido tanto – è un problema. Tra
abbandoni e maltrattamenti sento che il maschile mi debba qualcosa”.

Nello studio di Belve Elena Sofia Ricci parla anche delle sue fragilità.
“Lei ha detto: se mi volto indietro vedo almeno dieci inferni. Qual è
l’inferno peggiore che ha vissuto?” chiede Fagnani. “Avevo molti alcolisti
nella mia famiglia” e “bere molto era abbastanza la normalità, quindi quando
ero ragazza e mi volevo dare un tono ho delle volte alzato un po’ il gomito.
Non sapevo assolutamente dosare”.

“E quando ha capito che era andata oltre con l’alcol” le domanda Fagnani.
“Una mattina – ricorda l’attrice – davanti a uno specchio vidi una cosa
grigia. Ero io. Ho detto: mio Dio, mi sto trasformando in quello che non mi
piace della mia famiglia di origine”. Sul suo ritorno nell’annunciato sequel
dei Cesaroni confessa: “Ci sono delle cose che è bene che finiscano a un
certo punto. Ero già andata via troppo tempo prima. Basta”. E sulle parole
di Claudio Amendola “lo spirito di Elena aleggia in tutta la serie”
l’attrice chiosa con un sorriso: “Se aleggio da morta mi secca un pochino
sinceramente. Mi piacerebbe saperlo”.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

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