Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 14 settembre 2020

14 Settembre 2020
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

PRIMA SARONNO

AMBULANZA A SCUOLA

14enne ubriaca il primo giorno di scuola, ambulanza al Verri di Busto

Soccorsi in codice giallo nella scuola di via Redipuglia per il giovanissimo
studente trovato intossicato

Giovanissima e ubriaca: una studentessa del Verri ha pensato di inaugurare
l’anno scolastico alzando troppo il gomito all’inizio del primo giorno di
scuola.

Dopo sei mesi di stop, il primo giorno di scuola dell’istituto professionale
Verri di Busto Arsizio inizia con le ambulanze. I soccorsi sono intervenuti
poco prima delle 10 di oggi, lunedì 14 settembre, all’interno del plesso
scolastico di via Redipuglia dopo che sono stati allertati di una
studentessa di 14 anni trovata ubriaca poco prima dell’inizio delle lezioni.

Se si sia trattato di una goliardata o meno sarà la scuola a determinarlo ma
il fatto è sicuramente grave e riaccende i riflettori sul problema
dell’alcol e dei giovanissimi. Un problema che stamattina ha prepotentemente
fatto irruzione anche a scuola. Allertati anche i carabinieri.

ASAPS.IT

Si schiantò ubriaco fradicio e l’amica che era accanto a lui morì: 8 anni
per omicidio stradale, ma è tornato in Brasile

BELLUNO Otto anni di reclusione. Maxi condanna ieri, in tribunale a Belluno,
per Evandro Gonsalves Galhardo, 41enne originario del Brasile, che il 19
dicembre 2017 si schiantò con l’auto contro un platano di via Vittorio
Veneto, a Belluno, provocando la morte dell’amica Barbara Durastante seduta
accanto a lui. A distanza di quasi tre anni la famiglia della donna ha
potuto finalmente ottenere giustizia. «Purtroppo nessuno potrà mai
restituirci Barbara – ha commentato ieri pomeriggio, in lacrime, il padre
Roberto – Ammetto che, all’inizio, avevo perso la fiducia ma oggi posso dire
che giustizia è stata fatta!».

LE AGGRAVANTI

La condanna, pesante come un macigno, ha potuto raggiungere gli otto anni di
carcere perché il brasiliano guidava ubriaco. Il suo tasso alcolico aveva
sfiorato i 3 grammi di alcol per litro di sangue nella prima misurazione e
si era fermato a 2,89 nella seconda. Un’aggravante che ha fatto lievitare la
pena prevista per l’omicidio colposo stradale che normalmente va dai due ai
sette anni. Ma in caso di ebbrezza alcolica parte dagli otto anni di carcere
e può arrivare fino ai dodici. Il pm Sandra Rossi, nella sua requisitoria,
ne aveva chiesti otto e mezzo.

IMPUTATO FANTASMA

In ogni caso rimane una giustizia “a metà” perché Evandro Gonsalves Galhardo
risulta irreperibile. Dopo lo schianto mortale di quasi tre anni fa venne
ricoverato in ospedale a Belluno e poi trovò il modo di andarsene
dall’Italia. Gli inquirenti che si erano messi sulle sue tracce hanno
spiegato che l’uomo poteva essere fuggito in Brasile a curarsi ma è solo
un’ipotesi. L’unica certezza è che, probabilmente, non farà mai più ritorno
in Italia. «Andava piantonato in ospedale» ha detto con rabbia il papà di
Barbara, ieri, Roberto Durastante. È l’unico elemento che, di fatto, riapre
le ferite non ancora rimarginate della famiglia di Barbara. «Non avrebbe
dovuto lasciare il nostro paese così liberamente – ha concluso il padre –.
Temo che la condanna non la sconterà mai». L’incidente mortale avvenne la
sera del 19 dicembre 2017. I due amici stavano andando verso Ponte nelle
Alpi ma, superato il Bar Mendoza, l’auto finì contro un platano e Barbara
Durastante morì.

LA PERIZIA

Il processo sarebbe dovuto finire ancora a marzo ma l’avvocato della difesa
Ferruccio Rovelli aveva chiesto al giudice di nominare un perito per capire
se la cintura allacciata avrebbe permesso alla donna di salvarsi e tutto è
stato congelato. «L’utilizzo della cintura non l’avrebbe tutelata», ha
spiegato ieri pomeriggio, in aula a Belluno, il perito del giudice. L’auto,
«abbastanza attempata», sfrecciava a 60 chilometri orari. «L’accelerazione a
cui era sottoposto il corpo– ha chiarito poco dopo – non avrebbe permesso
conseguenze diverse. Certo, avrebbe riportato delle ferite minori alle gambe
ma non al tronco e alla testa». A provocare la morte di Barbara Durastante,
secondo il perito, sarebbe stata la ferita sul capo causata dal montante
destro dell’auto su cui si trovò a sbattere durante l’incidente. Cintura di
sicurezza o meno, quel colpo mortale l’avrebbe preso lo stesso.

LA DIFESA

La difesa ha provato a smontare questa tesi spiegando che «il montante
dell’auto, come si evince dalle foto, non si è deformato verso l’interno.
Barbara deve aver sbattuto la testa da altre parti e questo non sarebbe
successo se avesse avuto la cintura di sicurezza allacciata. Così, invece,
l’impatto è stato il 90% più forte sul corpo e il 70% sul capo». Per questi
motivi l’avvocato ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito o la
riformulazione del reato in “lesioni stradali colpose”.

LA CONDANNA

Il giudice Angela Feletto, però, aveva le idee chiare e dopo una decina di
minuti è uscita con la sentenza di condanna: otto anni di reclusione. Tra 30
giorni si conosceranno le motivazioni. Si tratta di una condanna di primo
grado, quindi non definitiva. Inoltre potrà finalmente proseguire il
capitolo in ambito civile in cui la famiglia è seguita da Giesse
Risarcimenti Danni. «Il fatto era gravissimo – ha fatto sapere il
responsabile Gennaro Pisacane – Ci aspettavamo e auspicavamo una condanna
esemplare che tenesse conto della condotta del tutto irresponsabile tenuta
dal conducente dell’auto. Siamo pienamente fiduciosi che quanto accertato in
sede penale, grazie alle perizie disposte, agevolerà ora i giudici anche
nella parallela causa civile già instaurata presso il tribunale di Milano».

di Davide Piol

da ilgazzettino.it

CONDANNA ADEGUATA MA IMPUTATO FANTASMA

“In ogni caso rimane una giustizia “a metà” perché Evandro Gonsalves
Galhardo risulta irreperibile. Dopo lo schianto mortale di quasi tre anni fa
venne ricoverato in ospedale a Belluno e poi trovò il modo di andarsene
dall’Italia. Gli inquirenti che si erano messi sulle sue tracce hanno
spiegato che l’uomo poteva essere fuggito in Brasile a curarsi ma è solo
un’ipotesi. L’unica certezza è che, probabilmente, non farà mai più ritorno
in Italia. «Andava piantonato in ospedale» ha detto con rabbia il papà di
Barbara, ieri, Roberto Durastante.” (ASAPS)

CORRIERE ADRIATICO

Ubriaca cappotta e si schianta contro un cancello: 30enne miracolata

MONDOLFO – Ubriaca perde il controllo dell’autovettura, si cappotta e si
schianta contro un cancello di un’abitazione. Miracolosamente illesa la
ragazza, una trentenne di Osimo, che nella domenica sera è uscita di strada
poco dopo le 22 lungo la provinciale San Costanzo-Mondolfo all’altezza di
via San Lorenzo.

Tra i primi a soccorrerla gli stessi residenti che abitano lungo via San
Lorenzo. Le cause dello schianto sono al vaglio dei carabinieri della
compagnia di Fano intervenuti con due pattuglie insieme a una squadra dei
vigili del fuoco. Questione di pochi centimetri e la Ford Mondeo guidata
dalla donna sarebbe potuta finire contro un enorme pino, sfiorato dall’auto
della ragazza osimana che ha raccontato di essere di ritorno dal turno di
lavoro presso un noto agriturismo dell’entroterra. Probabilmente anche a
causa del fondo stradale non in perfette condizioni, la giovane – che
all’alcoltest è risultata positiva per guida in stato di ebbrezza – non è
più riuscita a controllare il veicolo.

GREENSTYLE

Svenire per l’alcol raddoppia il rischio di demenza

Alessia Cornali

Uno studio, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, ha dimostrato che
esiste un’importante correlazione tra il consumo di alcol e il rischio di
demenza

Svenire a causa dell’alcol raddoppierebbe il rischio di sviluppare la
demenza: a dimostrarlo uno studio che spiega come anche un solo drink al
giorno aumenterebbe il rischio del 22%. I ricercatori hanno esaminato le
diagnosi di demenza di oltre 130.000 adulti in tutta Europa. Loro avevano
anche segnalato le proprie abitudini di consumo di alcol circa 14 anni
prima.

Quelli che sostenevano di svenire per l’alcol dopo aver bevuto, avevano
raddoppiato il rischio di demenza.

L’alcol è tossico per le cellule nervose del cervello. Se assunto in grandi
quantità può portare danni a lungo termine. Secondo lo studio, comunque, il
rischio di demenza era riscontrabile anche per coloro che bevevano solo due
o tre bicchieri di alcool al giorno. I risultati suggerivano che ubriacarsi
ha un effetto a lungo termine sul nostro cervello causando un declino
cognitivo negli anni successivi.

Lo studio, pubblicato sulla rivista medica JAMA Network Open, è stato
condotto dal dottor Mika Kivimäki presso l’University College di Londra
(UCL). La ricerca ha coinvolto 131.415 partecipanti di un’età media di 43
anni provenienti da diversi Paesi europei. Ogni volontario dello studio ha
risposto a un questionario sulle proprie abitudini nel bere prima di essere
classificato in baso al suo grado di consumo e di moderazione.

Circa 103.290 erano forti bevitori perché consumavano più del limite
raccomandato dai capi sanitari del Regno Unito (14 unità) e degli Stati
Uniti (21 unità). Un’unità equivale a 10 ml o 8 g di alcol puro, che è circa
la quantità di alcol che un adulto medio può elaborare in un’ora.

Il resto del gruppo, 28.125 persone, sono stati considerati bevitori
moderati perché hanno riportato meno del limite consigliato. I risultati
mostrano che coloro che hanno bevuto più di 14 unità a settimana hanno avuto
il 16% in più di probabilità di demenza, mentre coloro che hanno violato le
21 unità hanno avuto il 22% in più di probabilità.

A circa 96.000 partecipanti allo studio è stato chiesto se fossero svenuti a
causa del bere negli ultimi 12 mesi, mai, una o più volte. Circa il 10,4%
dei partecipanti allo studio ha riferito di aver perso conoscenza. La
perdita di coscienza una volta ha aumentato le probabilità di una diagnosi
di demenza di 2,1 volte, lo studio ha rilevato, rispetto a coloro che hanno
bevuto moderatamente e non sono mai svenuti.

Malattie correlate all’alcolismo e demenza senile

I ricercatori hanno anche esaminato diverse altre condizioni di salute
correlate all’alcol, come malattie del fegato e insufficienza renale, e
hanno scoperto che erano più alte tra coloro che sono svenuti per aver
bevuto. Anche chi viveva uno stile di vita sano – a parte l’abitudine di
svenire – non è stato protetto dai rischi. Il dottor Kivimäki e colleghi
spiegano senza mezzi termini che l’alcol è come un veleno per il cervello,
facendolo restringere e danneggiando cellule importanti.

IL MATTINO

Movida a Napoli, due minorenni sorpresi a bere alcolici e affidati ai
genitori

Gli agenti dell’unità operativa tutela emergenze sociali e minori della
polizia locale di Napoli hanno effettuato serrati controlli nei luoghi della
movida cittadina allo scopo di monitorare il fenomeno della vendita di alcol
da parte di esercizi commerciali a minori. Le zone pattugliate sono state in
particolare il centro storico e i baretti di Chiaia.

Le verifiche sulla minore età hanno riguardato gruppi di giovanissimi e
alcuni di loro sono stati sorpresi a consumare alcolici nelle stradine e in
prossimità dei locali. In via San Sebastiano si sono realizzate le stesse
attività di monitoraggio e prevenzione, con personale in borghese e sono
stati individuati a consumare alcolici due minorenni che sono stati poi
riaffidati ai genitori fatti giungere sul posto, che si sono dichiarati
ignari della cattiva abitudine dei ragazzi. Il bar che aveva venduto gli
alcolici aveva sì provveduto ad accertare la maggiore età degli acquirenti
ma i maggiorenni, una volta allontanatisi, hanno poi condiviso le bevande
con i minorenni. Pertanto il gestore del bar non era passibile di nessuna
sanzione.

Inoltre in via Chiaia e via Bisignano sono stati sanzionati tre locali per
occupazione abusiva di suolo pubblico. I controlli hanno riguardato anche la
zona di via Carducci e Riviera di Chiaia sanzionando i parcheggiatori
abusivi. Per tre soggetti è scattata la denuncia alla Procura della
Repubblica, in quanto risultati recidivi nell’attività abusiva.

EDIZIONECASERTA.NET

Alcol e bagordi, maxi rissa in piazza: 25enne all’ospedale

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Ancora un sabato sera di tensione a Santa Maria
Capua Vetere dove un 25enne è finito all’ospedale dopo una rissa avvenuta
nella centralissima piazza Mazzini.

Il ragazzo è stato malmenato al termine di una colluttazione con diversi
coetanei, alcuni dei quali decisamente alterati dall’abuso di alcol.
Commercianti e residenti hanno provato a riportare la calma, ma si è reso
comunque necessario l’intervento dei carabinieri della locale Compagnia.

All’arrivo dei militari i ragazzi si sono però dileguati: a terra è rimasto
un 25enne che è stato trasportato all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di
Caserta per accertamenti.

AGRIGENTOOGII
Somministra alcolici a minori, denunciato barista

Sorpreso a somministrare alcolici a minori. Un barista, dipendente di un
locale della “movida” del centro cittadino raffadalese, è stato denunciato,
nella nottata di sabato, dai carabinieri della Stazione di Raffadali.

L’uomo deve difendersi dell’ipotesi di reato di “somministrazione di bevande
alcoliche a minori”. Per l’esercente è scattata una sanzione amministrativa.

Nel corso del servizio sono stati effettuati numerosi controlli a diversi
locali della zona.

CORRIERE DEL TICINO

Alcol al volante, conducente fermato due volte nella stessa notte

CONTROLLI

Il protagonista dell’episodio avvenuto nel canton Friburgo è un giurassiano
di 46 anni

Colto due volte nella stessa notte a guidare sotto l’influsso dell’alcol: è
successo nel canton Friburgo, protagonista un giurassiano di 46 anni.

Stando a quanto indica la polizia cantonale, l’automobilista è stato fermato
stamane alle 1.40 a Bulle da una pattuglia che aveva notato una certa
insicurezza alla guida. Trovato positivo al test dell’alcol, gli è stata
ritirata la patente.

Circa due ore più tardi lo stesso conducente, al volante della medesima
auto, è incappato in un controllo vicino a Châtel-St-Denis: era ancora
ubriaco. A quel punto è stato portato al posto di polizia e l’auto è stata
confiscata. Il giurassiano dovrà rispondere dei suoi atti davanti al
giudice.

IL SARONNO

Weekend alcolico: in due alle prese con l’intossicazione etilica

SARONNO / GERENZANO – Due persone lo scorso fine settimana hanno avuto
bisogno di cure mediche, per intossicazione etilica. Primo episodio alle
1.15 in corso Italia nel centro storico di Saronno, dove è accorsa una
autolettiga della Croce rossa italiana per prestare le cure ad un 52enne che
aveva esagerato con l’alcol, era infatti alle prese con una intossicazione
etilica. Ma si è ripreso e non è stato necessario portarlo all’ospedale. A
notare che stava male ed a dare l’allarme erano stati poco prima alcuni
passanti.

Il secondo episodio si è invece verificato alle 3 in periferia, nella zona
dei centri commerciali al confine fra Saronno e Gerenzano, in via Cervinia è
dovuta intervenire una ambulanza per prendersi cura di una ragazza di 18
anni che aveva bevuto troppo e stava male. Si è comunque anche lei ben
presto completamente ripresa.

UNIONE SARDA

NUORO

Fermato per un controllo: al terzo test l’alcol nel sangue è ancora 4 volte
il limite

Raffica di denunce della Polizia Stradale per guida in stato d’ebbrezza ed
eccesso di velocità

Stava girando in macchina nel Nuorese, quando è stato fermato a un posto di
blocco dalla Polizia stradale. Un controllo di routine, nel corso della
normale attività di prevenzione e vigilanza degli agenti sul territorio.

Ma l’atteggiamento del conducente ha indotto questi ultimi ad approfondire
l’accertamento, sottoponendo l’uomo ad etilometro.

Risultato: l’alcol nel suo sangue era pari (tra l’altro alla terza prova) a
2,11 g/l, ovvero più di quattro volte il limite consentito.

Per questo è scattata inevitabile la denuncia per guida in stato d’ebbrezza.

Complessivamente sono state 7 le persone fermate sulle strade del Nuorese
nel fine settimana mentre erano alla guida dopo aver alzato il gomito.

Non solo: sempre nel weekend gli agenti della Stradale hanno rilevato,
grazie all’autovelox, ben 19 infrazioni per eccesso di velocità.

Circa la metà dei conducenti sanzionati viaggiava a oltre 40 km oltre il
limite.

L’ARENA di Verona

Vaga ubriaco dopo aver rubato un defibrillatore

In piena notte, ubriaco, vagava in Piazzale XXV aprile, vicino all’area dei
pullman dell’Atv. La polizia lo ha controllato e ha trovato nel suo borsone
un defibrillatore. Con testimonianze e accertamenti, i poliziotti hanno
ricostruito che l’uomo aveva danneggiato la colonnina dove si trovava il
defibrillatore, appropriandosi dell’oggetto. Alla colonnina, con i loghi FS
Grandi stazioni e 118, era infatti stato rotto il coperchio in plexiglass.

L’uomo, J.L., trentenne, nato e residente nella Repubblica Ceca, è stato
quindi arrestato per furto aggravato. Questa mattina, nella direttissima, è
stato condannato a 6 mesi di reclusione con sospensione condizionale della
pena.

Associazione Nuovo Paradigma O.d.V. – C.F. 91071720931

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