RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI
A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta
LETTERA DI ENNIO PALMESINO A COMMENTO DEL “PROCESSO AL VINO”, CORSO DI
AGGIORNAMENTO DEI MEDICI DI MILANO, TENUTO DAI PRODUTTORI DI VINO
*20 settembre*
Buongiorno cari dottori,
abbiamo letto del vostro processo al vino che si è concluso con una
condanna ma solo per i minori e le gestanti. Quindi per l’uomo adulto tutto
bene ?
Noi ci occupiamo dei danni delle bevande alcoliche da molti anni ed abbiamo
una rete di gruppi di auto aiuto sparsi in tutt’Italia per coloro che hanno
problemi alcolcorrelati.
Abbiamo incontrato migliaia di persone che hanno perso il controllo del
bere e sono venute a chiedere aiuto.
Per correggere l’assoluzione che voi avete voluto concedere al vino,
potevamo scegliere fra una moltitudine di studi e ricerche, ma ci limitiamo
a riportare un post uscito poche ore fa su Linkedin, ad opera di Roy Wadia,
funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ufficio europeo.
“Noi dell’ufficio regionale dell’OMS per l’Europa lo diciamo da anni.
Semplicemente non esiste un livello “sicuro” di assunzione di alcol.
Sempre più studi dimostrano il legame allarmante tra bere e una serie di
tumori, oltre ad altre complicazioni.
Sì, molti di noi amano un bicchiere di vino o altre bevande alcoliche. Ma è
importante essere informati sui rischi.
L’ignoranza non è una benedizione.
Il New York Times spiega chiaramente in un recente rapporto, i legami
profondi tra alcol e cancro.
Sempre più scienziati stanno riconsiderando l’idea che bere moderatamente
offra benefici per la salute”.
Cari saluti
*Ennio Palmesino – Membro della Rete Europea del Mutuo aiuto per i problemi
alcolcorrelati (EMNA)*
RISPOSTA DEL RESPONSABILE AREA AGGIORNAMENTO ORDINE DEI MEDICI
*mar 15 ott. *
Gent. Sig. Ennio Palmesino,
la ringrazio per l’attenzione che ha rivolto all’evento “Processo al vino
“il quale avevo proprio l’obiettivo di effettuare una riflessione seria sui
rischi sulla salute del consumo di questa bevanda.
Come afferma il da lei citato Roy Wadia abbiamo ritenuto importante con
questa iniziativa informare sui rischi e nella sentenza vengono chiaramente
tutelati con un’ assoluta proibizione i soggetti fragili : gestanti e i
minori.
Per l’uomo adulto va tutto bene?
Assolutamente no. Nella sentenza viene richiamata con forza che nelle
relazioni sono stati chiaramente evidenziati gli effetti negativi e
pericolosi per la salute e la sicurezza di un consumo di alcol che non sia
più che moderato.
La saluto cordialmente
*Dott. Costanzo Gala – Responsabile Area Strategica Aggiornamento
Professionale OMCeOMi*
ISTITUTO SUPERIORE SANTITA’
“Redefine alcohol”: la campagna dell’OMS Europa per riconsiderare il
consumo di alcol
17/10/2024
È partita il 2 ottobre la campagna-azione dell’Ufficio Regionale europeo
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “Redefine alcohol” volta a
riconsiderare l’uso di alcol alla luce dell’evidenza scientifica dei
benefici del non bere o del bere meno inteso come mezzo di prevenzione
sulla rilevanza del rischio, anche oncologico, del consumo ”moderato“
insito anche in un singolo bicchiere. La campagna ha la durata di due mesi
(si chiude il 30 novembre), al termine della Settimana europea di
consapevolezza sui rischi causati dall’alcol (European Awareness Week on
Alcohol Related Harm, AWAHR).
L’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità
(ISS), già Centro OMS per la Ricerca sull’Alcol, Focal Point e National
Counterpart di nomina nel Network EVID-ACTION OMS realizzatore della
campagna, è partner formale di “Ridefinire l’alcol” e promuove per tutta la
durata della campagna attività di informazione, formazione e
sensibilizzazione al fine di contribuire a ridurre i rischi e i danni
dell’alcol in Italia.
“Redefine alcohol” è più di una campagna, è un invito all’azione che chiama
le persone a ripensare il proprio rapporto con il consumo di alcol, a
saperne di più sui rischi che questo ha sulla salute e a considerare i
benefici del bere meno o niente affatto. Basata sulle ultime ricerche e
prove dal campo, sulle consultazioni di esperti e sul coinvolgimento di
persone con esperienza vissuta, prospettive giovanili e comunità, questa
iniziativa incoraggia le persone in tutta Europa a riflettere su quali
narrazioni e miti esistono intorno all’alcol e a ripensarli. La campagna,
connessa alle attività di EVID-ACTION programma congiunto OMS-UE e già
condivisa con il network formale dei rappresentanti governativi e focal
point, di nomina degli Stati membri, è ispirata principalmente dalla
necessità e urgenza di colmare le lacune informative, condividendo le
ultime ricerche sugli effetti dell’alcol sulla salute e incoraggiando un
dibattito aperto e competente sui danni spesso trascurati o minimizzati
dalla disinformazione dell’industria e dalle fake-news dei media.
Nel mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del tumore al seno,
fortemente influenzato anche in Italia dal consumo pur moderato di alcol, è
stato reso noto, ad esempio, che solo il 21% delle donne in 14 Paesi
europei è a conoscenza del collegamento tra uso moderato di alcol e rischio
di sviluppare il tumore al seno, un rischio che inizia già con bassi
livelli di consumo di alcol.
Il consumo di alcol è spesso considerato profondamente radicato nella
cultura e visto come una componente essenziale delle celebrazioni, della
socializzazione e persino della vita quotidiana. Tuttavia, molte persone
non si rendono conto che gli effetti dell’alcol vanno ben oltre il consumo
immediato, con conseguenze devastanti per la salute, la società e
l’economia. Questa campagna mira a sensibilizzare sui rischi nascosti
associati all’alcol, ispirare un cambiamento verso l’accettazione dei
benefici di un consumo ridotto e incoraggiare una riflessione più profonda
sul motivo per cui l’alcol è così radicato nella nostra società.
Nell’Europa odierna, le bevande alcoliche costano spesso troppo poco e sono
facilmente reperibili e fortemente pubblicizzate. È tempo di riconoscere,
secondo l’OMS, il profondo impatto sulla nostra salute e sulle nostre
comunità e scoprire come consumare meno alcol può portare a una maggiore
consapevolezza, più ricordi e una vita più piena.
Che si tratti di ridurre l’assunzione o di smettere di bere, c’è un
movimento in crescita che dà priorità alla salute, al benessere e alle
relazioni significative, in contesti in cui l’alcol non ha alcun ruolo da
svolgere. La campagna invita a unirsi a questo movimento aperto a tutti e a
riflettere su semplici domande, come “Ne vale la pena?” o “Quali sono i
rischi?”.
*I danni nascosti e gli effetti a lungo termine dell’alcol*
Il consumo di alcol può causare oltre 200 malattie e lesioni delle quali
circa 40 non esisterebbero affatto se non si bevessero bevande alcoliche.
Oltre agli effetti intossicanti acuti tipici dei postumi della sbornia, gli
effetti a breve e lungo termine dell’alcol possono essere gravi
estendendosi anche a terze persone come dimostrato dall’incidentalità
stradale, prima causa di morte prematura evitabile tra i giovani in Italia,
o ai casi di violenza intra- ed extra-familiare e di criminalità agita
sotto gli effetti dell’alcol. A questi aspetti si aggiungono ovviamente
anche tutte le condizioni patologiche correlate all’alcol come malattie
cardiache, problemi digestivi e un rischio aumentato di almeno 7 tipi di
cancro tra cui, principalmente, il cancro al seno e al colon, il cui
rischio è legato al consumo e non solo all’abuso di alcol. Il Codice
europeo contro il cancro afferma esplicitamente che non esistono livelli di
uso sicuri per la salute, consigliando di limitare il consumo di qualunque
tipo di bevanda alcolica, come già indicato dalle più importanti linee
guida internazionali (che limitano a 2 drink a settimana l’uso), e formula
come consiglio di prevenzione oncologica quello di non bere mai bevande
alcoliche.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS (IARC) stima
per l’Italia 10.000 nuovi casi di cancro ogni anno correlati all’uso di
qualunque tipo di bevanda alcolica, il 19,8% dei quali causati dal consumo
di quantità inferiori al bicchiere e mezzo (20 grammi di alcol).
In Italia, 3200 nuovi casi di cancro nelle donne vedono il cancro della
mammella come condizione prevalente con 2300 nuovi casi evitabili ogni anno
di cui il 45% per consumi “moderati” inferiori al bicchiere e mezzo di
qualunque tipo di bevanda alcolica. Il secondo bicchiere consumato dalla
donna incrementa del 27% il rischio di cancro della mammella, del 21% il
rischio di cancro del colon tra i maschi e per queste due condizioni si
registra un boom fra gli under 50 anche in relazione all’uso combinato del
fumo che incrementa di 30 volte il rischio.
In Italia, il 68% delle cirrosi epatiche femminili e il 49% di quelle
maschili è causato dall’alcol, prevalentemente dal consumo di vino, bevanda
di riferimento degli adulti, con percentuali di progressione verso
l’epatocarcinoma di cui l’alcol è responsabile di una quota stimata tra il
32% e il 45% andando a sovvertire l’eziologia classica della malattia
epatica che vede l’alcol e non più i virus epatitici, oggi contrastati
dalla disponibilità di antivirali mirati, come causa prevalente.
Meno della metà degli europei è a conoscenza del legame tra alcol e cancro,
nonostante sia uno dei principali fattori di rischio per il cancro. Anche
piccole quantità di alcol possono aumentarne il rischio, il che evidenzia
l’importanza di comprendere questi danni meno noti.
*I consigli dell’OMS e dell’ONA dell’ISS sui benefici del bere meno*
Ridurre l’assunzione di alcol può portare a benefici immediati e a lungo
termine per la salute e il benessere generale.
Bere meno può migliorare la qualità del sonno, la memoria e la lucidità
mentale, consentendo di godere appieno i momenti della vita.
Ridurre il consumo di bevande alcoliche diminuisce significativamente il
rischio di malattie croniche, inclusi i tumori dovuti all’alcol.
L’alcol ha un impatto che va oltre l’individuo; ha effetti di vasta portata
sulle famiglie, sulle comunità e sulla società in generale. Ridurre il
consumo di alcol nella società significherà meno infortuni, meno incidenti,
meno suicidi, meno danni a terzi, a cose e persone, meno criminalità
correlati all’alcol, nonché meno violenza in tutte le sue forme, inclusa la
violenza sessuale e di genere.
La Risoluzione del Parlamento europeo che ha attivato l’EU Beating Cancer
Plan chiede e sollecita i decisori politici e i governi degli Stati membri
l’adozione di iniziative, misure, Piani d’azione rivolti a incrementare la
consapevolezza del legame certo tra uso di alcol e cancro riconoscendo che
non esiste una quantità sicura di consumo di qualunque tipo di alcolico.
L’OMS segnala anche che è indispensabile e urgente recuperare il ritardo,
accumulato a causa dell’interferenza degli interessi commerciali e delle
politiche aziendali del settore della produzione sulla realizzazione di
politiche di salute pubblica di prevenzione alcolcorrelata, nel
raggiungimento degli Obiettivi Sostenibili di Salute (SDGs) delle Nazioni
Unite che richiedono di conseguire entro il 2025 la riduzione del 10% del
consumo medio pro-capite, obiettivo che l’Italia non raggiungerà, come
segnalato dall’ONA nel rapporto epidemiologico annuale che alimenta la
Relazione del Ministro della Salute al Parlamento ai sensi della Legge
125/2001.
In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol pubblicati
nell’ultima Relazione del Ministro della Salute al Parlamento, i
consumatori a rischio sono 8 milioni tra i quali 1 milione e 350mila
giovani (650mila minori), 2 milioni e mezzo di donne, 2 milioni e 550mila
anziani; 3 milioni e 700mila sono binge-drinkers, consumatori che bevono
per ubriacarsi, con valori massimi registrati tra i 18-24enni (624mila).
Il gap tra consumatori dannosi osservati, in necessità di trattamento e
quelli attesi non intercettati dalle strutture del Servizio Sanitario
Nazionale (SSN) è enorme: solo il 7% circa dei 780mila consumatori con
danno d’organo, da considerare clinicamente alcoldipendenti secondo il
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM5 e da assegnare a
un trattamento specialistico, è in carico ai Servizi territoriali,
risultando il 93% mai intercettato da alcuna competenza sanitaria,
accrescendo lo stigma e alimentando una delle più evidenti disuguaglianze
di salute per gruppi di popolazione vulnerabili e consolidando
impropriamente l’alcoldipendenza e i Disturbi da Uso di Alcol (DUA) come la
categoria di malattia mentale più negletta e meno curata in Italia, con
costi sociali e sanitari che superano i 25 miliardi di euro l’anno.
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)
il consumo di un bicchiere e mezzo di qualunque tipo di alcolico genera lo
0,7 % di costi che incidono in Italia sulla spesa sanitaria per 1 miliardo
di euro l’anno, determinando la riduzione dello 0,7 % del Prodotto Interno
Lordo (PIL) e l’extra tassazione a carico di ciascun cittadino di 23 euro
per compensare la riduzione del PIL e contenere il debito pubblico.
È tempo di prevenzione, di ridefinizione della stessa formazione medica, di
health literacy. È tempo di fermarsi, riflettere e riconoscere che ridurre
il consumo di alcol può migliorare notevolmente la salute e creare
un’Europa più sicura e felice.
*Creare un ambiente favorevole al cambiamento*
L’invito dell’OMS Europa è esplicito e rivolto a tutti: “Quando si tratta
di alcol, le scelte individuali sono importanti, ma non sufficienti.
Abbiamo bisogno di un ambiente di supporto, plasmato da forti decisori
politici, normative solide e azioni collettive della comunità.
Un cambiamento nella percezione del consumo di alcol e del suo impatto è
essenziale, poiché un cambiamento reale e sostenibile è guidato da
politiche che ne limitano la disponibilità, la pubblicità e l’accessibilità
economica.
Creando un ambiente che favorisca decisioni più sane, diventa più facile
per le persone ridurre i rischi correlati all’alcol e andare verso un
futuro più sano. “Siete pronti a ridefinire l’alcol? Iniziate scoprendo i
fatti e le storie! Partecipa al cambiamento: ridefinisci l’alcol!”.
L’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA) dell’Istituto Superiore di Sanità
(ISS) diffonde e promuove ka campagna OMS-EU per favorirne le finalità e
garantire in Italia l’incremento di consapevolezza sui rischi e danni
causati dall’uso di alcol mettendo a disposizione la versione italiana dei
materiali da utilizzare per la diffusione sui media e attraverso i social,
oltre alle infografiche utili a sintetizzare i dati e le informazioni
basate sull’evidenza scientifica mirate a garantire scelte informate.
I materiali in italiano sono pubblicati dall’OMS su una pagina dedicata
dove si possono trovare anche quelli sviluppati in altre lingue. L’invito
per i media è a diffondere la campagna attraverso i giornali, le redazioni
web e le trasmissioni televisive; l’invito per tutti è alla disseminazione
sui social, alla discussione negli istituti scolastici, nei luoghi di
lavoro, nei luoghi pubblici e di aggregazione, nei setting sanitari: la
cultura da cambiare richiede la collaborazione e l’impegno di tutti.
IL SOLE 24 ORE
Sorveglianza Passi, il 5% dei guidatori è sotto effetto dell’alcol, uno su
tre indossa la cintura posteriore
*Poco più del 5% degli italiani si mette al volante sotto effetto di alcol,
con maggiore frequenza nella fascia di età tra 25 e 34 anni. Lo affermano i
dati della sorveglianza Passi relativi al biennio 2022-2023 pubblicati
oggi. Sempre dai dati Passi emerge che solo un intervistato su tre indossa
la cintura posteriore, mentre 2 su 10 non usano il seggiolino per i
bambini.*
Ecco i dati nel dettaglio.
*Alcol e guida*
Dai dati PASSI 2022-2023 emerge che poco più di 5 intervistati su 100 hanno
guidato sotto l’effetto dell’alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista
(avevano assunto due o più unità alcoliche un’ora prima di mettersi alla
guida). La quota di giovanissimi alla guida sotto l’effetto dell’alcol è
leggermente più bassa che nel resto della popolazione ma rimane comunque
preoccupante poiché il rischio di incidenti stradali associato a questo
comportamento è decisamente più alto quando legato alla giovane età: il 4%
degli intervistati tra i 18 e i 21 anni ha, infatti, dichiarato di aver
guidato dopo aver consumato bevande alcoliche, rischiando oltretutto di
incorrere in una sanzione certa poiché in questa fascia d’età la soglia
legale di alcolemia consentita è pari a zero.
La guida sotto l’effetto dell’alcol è in ogni caso più frequente nella
fascia d’età 25-34 anni (8%), tra gli uomini (8% vs 3% fra le donne).
L’analisi dei dati non evidenzia un chiaro gradiente geografico anche se
l’analisi multivariata (che corregge per genere, età e per le altre
caratteristiche sociodemografiche dei rispondenti) mette in luce che le
Regioni settentrionali sono più esposte al fenomeno . Tuttavia, non mancano
Regioni meridionali con percentuali alte di persone che riferiscono di
guidare sotto l’effetto dell’alcol.
Significativa in tutto il Paese la riduzione che si osserva dal 2008 della
quota di chi si mette alla guida dopo aver bevuto alcolici; la maggiore
riduzione osservata nel biennio 2020-2021 potrebbe essere il risultato
delle misure di contenimento per il contrasto alla pandemia di COVID-19,
con la chiusura dei locali e la riduzione delle occasioni di incontro e
socialità (quindi del consumo di alcol fuori casa). Ne è prova che i dati
degli anni successivi tornano a essere analoghi al 2019 e in linea con la
tendenza osservata nel periodo pre-pandemico. In questo contesto è il
Centro Italia che sembra avere un maggiore accelerazione in diminuzione
rispetto a Nord e Sud.
Per quanto riguarda le differenze di genere, sono gli uomini a mostrare una
decrescita più forte che arriva a dimezzare la quota di coloro che
dichiarano di aver guidato dopo l’assunzione di alcol, dal 17% del 2008 al
7% del 2023. Osservando invece le diverse fasce di età, troviamo la classe
dei 25-34enni come quella che si distingue per il più alto valore rispetto
alle altre, pur seguendo un analogo andamento in diminuzione nel tempo.
*Sicurezza stradale*
Frequenza di utilizzo dei dispositivi di sicurezza in auto e moto da parte
degli adultiTra gli adulti intervistati, l’uso della cintura di sicurezza
anteriore in automobile, è abbastanza diffuso, anche se non raggiunge la
copertura totale richiesta dalla legge. Prima del biennio 2020-2021 più di
8 intervistati su 10 dichiaravano di usare sempre la cintura anteriore
viaggiando in auto come guidatori o come passeggeri sul sedile anteriore,
dato che si conferma anche nel 2023.
Di contro, l’uso della cintura posteriore è sempre stato molto meno
frequente e fino al 2015 solo il 20% circa degli intervistati riferiva di
indossarla sempre. Da quella data si inizia a osservare un trend in
aumento, in tutte le aree del Paese e per tutte le fasce di età e sesso.
Nel 2023 questa quota è significativamente più alta e il 34% degli
intervistati dichiara di usare sempre la cintura posteriore quando viaggia
in auto.
L’uso del casco in motocicletta/motorino sembra ormai una pratica
consolidata: circa il 96% degli intervistati, che nei 12 mesi precedenti
l’intervista hanno viaggiato su una moto come guidatori o passeggeri,
dichiara di averlo indossato sempre.
Tuttavia questi dati sono valori medi nazionali mentre le differenze
geografiche sono ampie e significative e disegnano un chiaro gradiente
Nord-Sud a sfavore delle Regioni meridionali sia per l’uso delle cinture in
auto (uso costante delle cinture posteriori in auto è nel 2023 del 19% nel
Sud vs 54% nel Nord del Paese) che del casco in motocicletta/motorino (92%
nel Sud vs 98% nel Nord, dato 2023) così come rilevante e significative
sono le differenze sociali per cui persone meno istruite o con minori
risorse economiche usano meno i dispositivi di sicurezza alla guida.
Nel periodo di rilevazione del modulo COVID-19 è stato necessario
“sospendere” alcune domande storicamente presenti nel questionario; fra
queste, la domanda sull’uso delle cinture anteriori, che quindi non viene
rilevata negli anni 2021 e 2022 e viene ripristinata nel 2023. Non si può
escludere che questa modifica del questionario abbia determinato una
perturbazione anche nella serie storica sull’uso delle cinture posteriori
(che invece ha continuato a essere rilevato) introducendo un bias di
risposta legato alla non piena attenzione, da parte dei rispondenti,
sull’uso delle sole cinture posteriori. I dati sembrano confermare una
sovrastima della prevalenza di uso delle cinture posteriori per gli anni
2021-2022, ciò nonostante il trend in aumento dal 2019 al 2023 resta
rilevante e significativo.
*Utilizzo dei sistemi di sicurezza per il trasporto in auto di bambini*
A partire dal 2011 la sorveglianza PASSI indaga anche l’utilizzo di
seggiolini e/o adattatori per il trasporto in auto di bambini. Come proxy
del “non utilizzo” o di un “utilizzo inadeguato” di questi sistemi, agli
intervistati che dichiarano di vivere in famiglia con bambini fino a 6 anni
di età viene chiesto se hanno difficoltà a farli sedere sul seggiolino o
sull’adattatore.
Nel biennio 2022-2023, circa 2 persone su 10 hanno riferito di avere
difficoltà a far uso di questi dispositivi, di non utilizzarli affatto o
perfino di non avere alcun dispositivo di sicurezza, pur viaggiando in
auto. Nelle Regioni meridionali questa quota raggiunge il 25% (vs 16% nel
Centro e 12% nelle Regioni settentrionali).
Il non utilizzo, o l’utilizzo “inadeguato” dei seggiolini/adattatori per il
trasporto dei bambini in auto, è più frequente tra le persone socialmente
svantaggiate, per bassa istruzione (22% vs 17% fra le persone con alta
istruzione) o per difficoltà economiche (25% vs 16% fra le persone senza
difficoltà economiche).
L’andamento temporale di questo indicatore descrive una situazione in
miglioramento, per cui si passa dal 24% del 2011 di non utilizzo o di
utilizzo inadeguato al 17% del 2023.
IL FATTO QUOTIDIANO
Garattini: “Soldi alla Sanità? Si potrebbe raddoppiare il costo delle
sigarette e dell’alcol. Mettere mano al prontuario dei farmaci”
di F. Q. | 17 Ottobre 2024
“Se i numeri sono quelli che sto leggendo in queste ore, i fondi previsti
dalla Manovra per la sanità sono pochi”. Eppure “trovare i soldi per la
sanità sarebbe facile” secondo il farmacologo S*ilvio Garattini*,
presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario
Negri, in un’intervista a La Stampa spiega come fare: per prima cosa
“rivedere *il prontuario terapeutico* sul quale non si interviene da
trent’anni. Noi paghiamo un sacco di soldi per farmaci che sono inutili o
in sovrabbondanza”, mentre andrebbero scelti e tenuti solo i più efficaci.
Lo scienziato nello specifico dice: “Perché Perché dobbiamo avere 70
farmaci anti-diabete? Se facessimo dei confronti e scegliessimo i più
efficaci potremmo averne molti meno”. *Quindi l’idea di raddoppiare il
prezzo delle sigarette, idem per l’alcol.*
“Si potrebbe raddoppiare il costo delle sigarette. Raccoglieremmo miliardi
di euro per la sanità, anche perché 12 milioni di fumatori incidono
tantissimo sul Ssn: abbiamo costi elevati per malattie che senza fumo
sarebbero evitabili. Lo chiediamo da vent’anni. Idem per l’alcol” che “è un
altro fattore cancerogeno. *Non si capisce perché non si fanno i festival
delle sigarette, ma si fanno quelli del vino. Non si fa niente di ciò che
servirebbe davvero alla salute*“, incalza lo scienziato. “La sanità è
diventata un grande mercato. In Italia abbiamo 4,5 milioni di persone con
diabete di tipo 2 e 180mila morti all’anno per tumore. Il 40% di queste
patologie sarebbe evitabile. Basta volerlo”.
“Per la sanità il Governo non sta facendo quello che potrebbe fare”,
afferma il fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche
Mario Negri Irccs, anche se “in realtà – precisa – tutti i governi che si
sono succeduti in Italia si sono mossi considerando la salute una spesa
invece che un investimento. Lo stesso accade con la ricerca o
l’istruzione”. Così ancora una volta i fondi per la sanità “sono pochi –
ritiene lo scienziato – soprattutto se guardiamo a quanto spendono gli
altri Paesi”. Per Garattini “il problema principale è che non possiamo
continuare a mantenere gli stipendi dei medici, degli infermieri e più in
generale del personale del Servizio sanitario nazionale ai livelli attuali.
Sono fra i più bassi d’Europa e questo comporta il passaggio al privato o
il trasferimento all’estero. E poi c’è il tema disuguaglianze, strettamente
collegato alla questione liste d’attesa”, visto che “oggi chi paga può
avere visite e analisi rapidamente rivolgendosi ai privati, sempre più
spesso attraverso le assicurazioni”. E’ “un’ingiustizia che non possiamo
tollerare”.
Per tagliare le attese bisogna potenziare il territorio, continua
Garattini, perché “se ci fossero davvero le Case di comunità, luoghi in cui
20 o 30 medici di medicina generale lavorano insieme, ci sarebbero meno
liste d’attesa”. Però ci sono anche “liste d’attesa per troppe malattie
evitabili“, e allora “promuovere la prevenzione è il modo più efficace per
ridurle. Intervenendo su fattori come fumo, alcol, droga, attività fisica e
sovrappeso, si diminuiscono anche gli accessi al Ssn. Solo così si inverte
la tendenza all’aumento dei costi”, anzi si possono pure ottenere risorse.
INFORMAZIONE.IT
Praga, stop ai tour notturni dei pub nella città della birra: «Non vogliamo
il turista che si ubriaca, ma quello colto e ricco»
*Praga ha appena vietato i bar aperti fino a tarda notte*
Il divieto vale solo per i giri organizzati da agenzie apposite. Con
l’obiettivo di cambiare il turismo nella capitale ceca Niente più “Praga da
bere”. La capitale della Repubblica Ceca è pronta a dire basta ai tour
organizzati dei pub fino a tarda notte. La volontà dell’amministrazione
locale è favorire l’arrivo di un «turista più colto e ricco rispetto a uno
che viene per un breve periodo solo per ubriacarsi», ha spiegato il
vicesindaco Jiri Pospisil.
CORRIERE ADRIATICO
Alcolici a persone già ubriache, Sottocorte di Camerino chiuso per tre
giorni dopo i controlli
UNIONE SARDA
Non si ferma all’alt dei Carabinieri, poi rifiuta l’alcol test: denunciato
un 77enne a Ussaramanna
NSM
Incidente stradale. Carabiniere muore a 55 anni. Positivo ad alcool e droga
il conducente
VICENZA TODAY
Tenta di uccidere la moglie, a fermarlo la figlia 15enne
MANFREDONIANEWS
Porto industriale, guida nave sotto effetto di alcool: interviene la
Guardia Costiera
VIRGILIO
Oristano Ubriaco Urla e Lancia il Cellulare Contro la Moglie Fuori dal
Tribunale