Alcologiarassegna stampa vino birra e altri alcolici del 21.6.20

21 Giugno 2020
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RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI
A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta

TG24

Roma – Movida, chiusi 3 locali per ordine pubblico. Controlli per vendita e
consumo irregolare di alcool

21 Giugno – Sono circa 2mila i controlli eseguiti dalle pattuglie della
Polizia di Roma Capitale ieri sera nelle varie zone della movida cittadina,
come Trastevere, San Lorenzo, Piazza Bologna e Rione Monti.

Centinaia gli interventi per riportare il rispetto delle norme anti
contagio e per la vendita, somministrazione e consumo di alcol fuori
dall’orario consentito. Non sono mancati anche gli accertamenti sulle
strade per contrastare i comportamenti scorretti e pericolosi alla guida,
con oltre un centinaio di illeciti contestati.

Tre i locali di somministrazione chiusi per motivi di ordine pubblico a
Trastevere a causa della presenza massiccia di persone fuori dai locali,
con assembramenti che impedivano di fatto l’osservanza delle regole atte a
limitare il contagio. Un presidio fisso è stato necessario sulla scalea del
Tamburino a Trastevere per ripristinare l’ordine e il rispetto delle norme
a tutela della salute pubblica.

Anche nell’area di Piazza Bologna gli agenti hanno dovuto attuare una
costante vigilanza per evitare la formazione di assembramenti, oltreché per
contrastare la vendita, la somministrazione e il consumo irregolare di
alcol e per verificare l’ osservanza del codice della strada.

Nel corso delle attività sono scattate alcune sanzioni, sia nei confronti
di gestori di locali che di avventori, per aver violato le regole che
limitano la vendita ed il consumo di bevande alcoliche.

IVG.TV

LICENZA SOSPESA

Albenga, chiusura locali di piazza delle Erbe. Questura chiarisce: “Venduto
alcol a minorenni”

*A dispetto di quanto si pensasse inizialmente, nel mirino non c’erano gli
assembramenti ma la vendita di alcolici*

di Redazione – 21 Giugno 2020

*Albenga*. “Il provvedimento nasce a seguito di un accertamento della
Polizia Locale di Albenga che, nei giorni scorsi, ha riscontrato la vendita
di bevande alcoliche a minori, in entrambi gli esercizi pubblici, a seguito
del quale il Questore ha emesso i provvedimenti e non, quindi, per motivi
legati agli assembramenti”.

Sconti e vantaggi nei negozi sotto casa, aiuti il no profit e ci leggi
senza pubblicità:

La nota in questione porta la firma della Questura di Savona ed è una sorta
di chiarimento in relazione alla chiusura di 3 giorni imposta a due locali
di piazza delle Erbe ad Albenga, “Twenties Cocktail club” e “Taberna del
Foro”.

Una misura in applicazione dell’art 100 del T.U.L.P.S., “in ordine ad
impedire che vi sia un grave pregiudizio per l’ordine pubblico e la
sicurezza pubblica”. E già nella giornata di ieri il legale dei due locali,
Bruno Robello De Filippis, aveva inviato una lettera a difesa delle
attività.

I due locali erano già stati sì al centro delle polemiche per assembramenti
avvenuti nel primo weekend post lockdown ma, a dispetto di quanto si
pensasse inizialmente, stando alla nota della Questura, la motivazione che
ha portato alla sospensione della licenza sarebbe invece legata alla
vendita di alcolici a minorenni.

IL RESTO DEL CARLINO

Rovigo, ubriaca a 14 anni. Sviene nel parco

Ragazzina trovata riversa nei giardini di piazza Matteotti, denunciato il
negoziante che le ha venduto i liquori. La minorenne è svenuta nei giardini
in piazza Giacomo Matteotti

*Rovigo*, 21 giugno 2020 – Ragazzina si sente male per l’alcol bevuto in
dosi massicce e viene ricoverata in ospedale. I carabinieri della stazione
di Rovigo mercoledì hanno denunciato in stato di libertà per il reato di
somministrazione di bevande alcoliche a minori un uomo, 34 anni del
Bangladesh, titolare di un esercizio commerciale che si trova in città.
L’uomo, il 13 giugno scorso, avrebbe venduto a due minorenni bevande
alcoliche. Dopo aver bevuto un ingente quantitavivo di liquori, nella
medesima serata nei giardini pubblici adiacenti a piazza Giacomo Matteotti,
una delle due ragazze di 14 anni è stata colta da malore ed è stata
trasportata in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale dove i primi
accertamenti hanno riscontrato nella giovane lo stato di ebbrezza alcolica,
con un tasso alcolemico pari a 2,51 grammi litro.

La diffusione dell’alcol tra i minorenni è in forte crescita nella nostra
città. Lo scorso capodanno alcuni minorenni in piazza si sono ubriacati al
punto da rendere necessario l’intervento del Suem 118. Tre giovanissimi fra
i 14 e i 17 anni hanno passato la notte di capodanno al pronto soccorso,
monitorati dai medici fino a quando i genitori non li hanno riportati a
casa sulle loro gambe. Forte era stato il rischio di un ricovero proprio a
causa delle gravi condizioni nelle quali si trovava soprattutto uno di
loro. Secondo gli esperti il rischio più serio per tasso alcolico nel
sangue elevato si ha se l’alcolemia è tale da colpire i centri che
controllano la respirazione e il battito cardiaco. Ma fortunatamente non è
stato il caso di questi giovanissimi, una notte di preoccupazione che
potrebbe essere servita loro di lezione.

LECCENEWS

Diffusero il video dei rapporti sessuali con una 16enne ubriaca? Due
minorenni rischiano il processo

21 Giugno 2020

*Si tratta della stessa ragazza che, tempo dopo, si impiccò in una comunità
terapeutica. Due episodi distinti, occorre precisare, di cui si stanno
occupando la Procura di Lecce e quella di Trani.*

Due ragazzi leccesi rischiano il processo dopo la diffusione di un video
che ritraeva una 16enne ubriaca, durante un rapporto sessuale con loro. Si
tratta della stessa ragazza che, tempo dopo, si tolse la vita,
impiccandosi, in una comunità terapeutica di Andria.

Due episodi distinti, occorre precisare, su cui indagano la Procura di
Lecce e quella di Trani. Nel primo caso, il pubblico ministero Imerio
Tramis ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio, per un 19enne ed un
20enne, entrambi minorenni all’epoca dei fatti.

Rispondono di violenza sessuale di gruppo aggravata e pedopornografia.
L’istanza del pm sara vagliata dal gip del Tribunale per i minorenni di
Lecce, il prossimo 22 ottobre.

Secondo la Procura, nel marzo del 2017, i due (rispettivamente, fidanzato
ed amico della giovane) avrebbero approfittato del suo stato di
ubriachezza, per costringerla a fare sesso con loro. Inoltre, uno dei due
filmava i rapporti sessuali, realizzando un video che veniva diffuso tra
altri ragazzi.

I genitori della ragazza sono difesi dall’avvocato Massimo Bellini. Secondo
la difesa, ci sarebbe un nesso tra la diffusione del suddetto video che
fece il giro del web e il suicidio della ragazza.

Invece, i due imputati sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Milli e
Stefano De Francesco che potranno dimostrare l’estraneità dei propri
assistiti alle accuse.

Intanto come detto, la Procura di Trani ha aperto un’inchiesta sulla
tragedia del 19 giugno del 2019, avvenuta intorno alle 15:00, quando la
16enne fu trovata impiccata ad una grata, utilizzando una cintura,
all’interno di comunità di Andria, dov’era ricoverata da poco per delle
problematiche legate alla depressione.

Dopo l’esposto dell’avvocato Massimo Bellini, è stata aperta un’inchiesta
per capire se la tragedia poteva in qualche modo essere essere evitata.

TRIESTEPRIMA

*Si ubriaca e cade su una ringhiera: salvo per miracolo*

Ubriaco, cade dal secondo piano e si infilza sulla ringhiera

*E’successo a Duino, ad un 35enne inglese che festeggiava con gli amici in
una struttura ricettiva. Tasso alcolemico molto alto, sopravvissuto dopo
un’operazione chirurgica. Non sarebbe in pericolo di vita*

Stefano Mattia Pribetti 21 giugno 2020

Completamente ubriaco, cade dal secondo piano e si infilza su una
ringhiera. Poi si rialza e cade ancora su una tettoia di plexiglass,
sfondandola. Forse una festa tra amici e diversi bicchieri di troppo hanno
portato a un episodio che avrebbe facilmente potuto concludersi in una
tragedia: è successo ieri sera, sabato 20 giugno, intorno a mezzanotte a
Duino, protagonista della vicenda un uomo inglese di 35 anni, che stava
bevendo insieme a degli amici connazionali in una struttura ricettiva al
secondo piano di una villetta.

*La caduta*

Per dinamiche ancora da chiarire, ma le autorità al momento escludono il
convolgimento di altre persone, l’uomo sarebbe precipitato dal terrazzino
del secondo piano cadendo sulla ringhiera di un balcone al primo piano, che
gli avrebbe trafitto un braccio e una gamba. Nonostante la copiosa perdita
di sangue, il 35enne è riuscito a liberarsi ma è caduto nuovamente e
stavolta su una tettoia di plexiglas che, sfondandosi, è probabilmente
riuscita ad attutire la caduta.

*Il soccorso*

Intervenuto sul posto il 118 con ambulanza e automedica, che sono riusciti
a portare il ferito all’ospedale di Cattinara in tempo e lo hanno
immediatamente trasferito in sala operatoria, dove con un intervento sono
stati riparati i danni vascolari. Non sarebbe in pericolo di vita. Sul
posto gli agenti di Polizia del commissariato di Duino Aurisina.

IL RESTO DEL CARLINO

Va a prendere in auto la figlia ubriaca ma è brillo anche lui

*MODENA – *La figlia era ubriaca e non si sentiva di guidare, così ha
chiamato il padre per chiedergli di andarla a prendere. Comportamento molto
responsabile quello della giovane che, al termine di una festa di
compleanno, ha capito che non era il caso di guidare. Forse lo stesso non
si può dire per il padre, un 45enne che, a bordo della sua macchina, è
stato fermato dai carabinieri e all’esito di un controllo con l’etilometro,
è risultato anch’egli ubriaco, e così ha dovuto interrompere il percorso.
Patente ritirata e auto sequestrata.

CORRIERE DELLA SERA

EDICINA

La dipendenza dall’alcol è una vera malattia. Ma la si può sconfiggere

*Può essere difficile arrivare a essere consapevoli di questa patologia ,
ma gli strumenti adatti a vincerla ci sono, anche farmacologici. Da soli
però è quasi impossibile riuscire*

di Elena Meli

Chi beve troppo spesso non vuole ammetterlo neanche con sé stesso. È
difficile arrivare a essere consapevoli di esagerare, pochi capiscono di
aver bisogno dell’aiuto del medico e che l’alcolismo è una malattia. A
questo si aggiunge il fatto che i Servizi per le Dipendenze (i cosiddetti
SerD) non sono facili da trovare negli ospedali e non di rado sono
«nascosti» nei reparti, oltre che frequentati anche da tossicodipendenti
che abusano di eroina o altre droghe: l’alcolista si vergogna a metterci
piede, ha paura del giudizio sociale, si chiede inevitabilmente «che ci
faccio io qui». Il risultato è che la lotta all’alcolismo è in salita e il
percorso per smettere, già complicato di per sé, viene imboccato da pochi.
Lo hanno sottolineato gli esperti durante l’ultimo congresso della Società
Italiana di Farmacologia, spiegando che in 10 anni nel nostro Paese i morti
per alcolismo sono stati circa mezzo milione: succede perché
disintossicarsi è relativamente semplice, ma non ricascarci è complicato e
l’eccesso di alcol è letteralmente veleno per la salute.

*Meccanismo di negazione*

Il primo passo? Superare la tendenza a credere che bere troppo non sia un
problema, come sottolinea Marco Pistis, membro del direttivo SIF e docente
di farmacologia dell’Università di Cagliari: «Il meccanismo di negazione è
molto radicato, così il numero di pazienti non trattati è molto maggiore
rispetto a quelli che chiedono aiuto. Per aumentare la consapevolezza però
servirebbe ridurre lo stigma attorno all’alcolismo: tutti dovrebbero capire
finalmente che si tratta di una patologia, non di un vizio. Chi beve non se
l’è cercata».

*Serve una diagnosi*

Il «disturbo da uso di alcol» (così è definito l’alcolismo nell’ultima
edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, proprio
per farlo suonare meno colpevolizzante) non passa con le prediche insomma,
serve una diagnosi precisa e una terapia altrettanto specifica; la
dipendenza che si instaura in chi fa un uso problematico di alcol è una
malattia, vietato credere che se ne possa uscire da soli o il percorso sia
facile.

*Il test*

«L’alcol è una sostanza legale e questo complica le cose fin dal momento
della diagnosi», interviene Sarah Vecchio, consigliere della Società
Italiana di Tossicologia e tossicologa del Ser.D. – Patologia delle
dipendenze della ASL di Biella. «Tanti non capiscono quando è il momento di
chiedere aiuto, invece identificare precocemente il disturbo da uso di
alcol è fondamentale perché la dipendenza ha un impatto enorme sulla salute
e sulla qualità di vita del paziente e dei familiari. Chi ha il dubbio di
esagerare può sottoporsi al test C.A.G.E., quattro semplici domande a cui
rispondere facendosi un breve esame di coscienza (si veda grafica): se il
risultato indica che il modo di bere è problematico è bene parlarne al
proprio medico».

*La disintossicazione*

«Allontanare il paziente dalla fase acuta dell’abuso è relativamente
semplice, con farmaci sostitutivi che lo disintossicano e lo mantengono
sobrio; la vera sfida è evitare la ricaduta settimane, mesi o anni dalla
prima disintossicazione», osserva Roberto Ciccocioppo, membro SIF e
farmacologo dell’Università di Camerino. L’intervento deve essere comunque
gestito dagli specialisti dei centri per le dipendenze e valutato caso per
caso, perché per alcuni potrebbe essere necessario anche un ricovero per
arrivare all’astinenza.

*I farmaci*

In questa fase sono utili i farmaci: «Il disulfiram per esempio viene dato
perché se durante la terapia il paziente beve compaiono nausea, vomito e
disturbi che lo portano a evitarne il consumo, perciò si rafforza
l’astinenza», dice Pistis. «Poi si usano antagonisti degli oppioidi come il
naltrexone, che servono a ridurre il desiderio di bere». Anche altri
principi attivi sono efficaci, come l’acamprosato che diminuisce la voglia
di alcol o i medicinali che aiutano il paziente a superare ansia e
depressione associate all’alcolismo (ma occorre fare attenzione perché
alcuni, come le benzodiazepine, aumentano il rischio di ricadute).

*La psicoterapia e i gruppi di auto-aiuto*

«I farmaci non sono però l’unico strumento, servono anche psicoterapia e
interventi cognitivo-comportamentali con sedute individuali e di gruppo;
qualsiasi forma di aiuto oltre ai farmaci è utile, perché nessuna strada
basta da sola e le relazioni sociali e familiari, per esempio, sono
indispensabili per uscire dalla dipendenza» precisa Pistis. Sì quindi ai
gruppi di auto-aiuto e a qualsiasi intervento che tenga il paziente lontano
dalla bottiglia, aiutandolo a sopportare le crisi di astinenza che nel caso
dell’alcol sono terribili e perfino pericolose perché oltre a tremori,
sudorazione, ansia e depressione si possono avere panico, delirio e
allucinazioni che possono portare a gesti azzardati. Per migliorare i
risultati della disintossicazione, poi, i farmacologi sono alla ricerca di
cure per aiutare ad arrivare all’astinenza prolungata, come spiega Pistis:
«Si stanno studiando sostanze che agiscano sui neuroni responsabili del
desiderio incontrollato e sul sistema cannabinoide endogeno, che viene
modificato dall’uso di alcol, ma siamo lontani dall’applicazione in
clinica».

*Le nuove terapie*

Si sta pure tentando la strada della terapia magnetica transcranica, la
stimolazione elettromagnetica di aree della corteccia cerebrale per
riorganizzare le trasmissioni fra cellule del cervello e migliorare così la
capacità di autocontrollo: già usata per la dipendenza da cocaina, potrebbe
in futuro essere applicata anche all’alcol ma servono ulteriori ricerche
per verificarlo.

*Le ricadute*

E la lotta più difficile inizia una volta raggiunta l’astinenza: non
ricascarci è la vera scommessa. «La dipendenza da alcol è una malattia
cronica recidivante e l’alcol modifica la neurobiologia del cervello,
specie il sistema della gratificazione: alcuni meccanismi di controllo
della pulsione a bere sono compromessi e anche se con l’età il rischio di
ricadute scende, il pericolo c’è sempre», fa notare Vecchio. «L’alcol,
essendo legale, si trova ovunque, così resistere alle tentazioni è arduo,
soprattutto se non si sono capiti e risolti i fattori che avevano portato
alla dipendenza. Rivediamo di più gli alcolisti che i tossicodipendenti da
droghe, uscirne è difficile e non ci si riesce da soli, con la sola forza
di volontà. Che è indispensabile per iniziare il percorso, ma per guarire
definitivamente non basta. E chi è stato alcolista deve sempre tenere le
antenne dritte, sapere di essere più fragile e poterci ricascare».

*I giovani e il binge drinking*

Vino, birra e altri alcolici si assaggiano sempre prima. Stando al
Ministero della Salute il 47% dei 16-17enni maschi e il 34,5% delle loro
coetanee hanno un comportamento a rischio in merito all’utilizzo di
alcolici: bevono e non dovrebbero, perché fino a circa 20 anni i sistemi
che servono a metabolizzare l’alcol sono immaturi e gli effetti negativi
risultano amplificati. In più spesso i ragazzi cedono al binge drinking, le
abbuffate da fine settimana di cocktail e drink vari (22% dei maschi e 11%
delle ragazze fra 18 e 24 anni). «È il modello nordeuropeo, in cui si beve
tantissimo ma in poche occasioni, come nel fine settimana — osserva la
tossicologa Sarah Vecchio—. I ragazzi oggi usano l’alcol come una droga, ne
consumano in grandi quantità e così vanno incontro anche alle conseguenze
acute del bere».

*Le conseguenze: gli incidenti d’auto*

Una fra tutte gli incidenti in auto: l’alcol è la prima causa di morte
sotto i 24 anni. «Non si è mai al sicuro al volante se si è bevuto—
sottolinea Vecchio— Anche al di sotto di un tasso alcolemico di 0,5
grammi/litro (il limite, ndr) ci sono effetti come riduzione della capacità
di giudizio o della visione laterale». Sia la bevuta occasionale sia la
consuetudine che pian piano scivola nell’alcolismo fanno male; perciò sono
utili le campagne educative ma, conclude la tossicologa «Bisognerebbe
cambiare abitudini radicate. In Italia vediamo la bottiglia di vino in
tavola fin da bambini, gli aperitivi sono una moda, l’alcol è ovunque:
difficile non considerare del tutto normale consumare alcolici».

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