Alcologiarassegna stampa su vino, birra e altri alcolici del 23 febbraio 2021

23 Febbraio 2021
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RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA E ALTRI ALCOLICI

A cura di Roberto Argenta, Guido Dellagiacoma, Alessandro Sbarbada

CONTRORADIO

Studente morto a Firenze: ipotesi forte alterazione da alcol

La procura intanto ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di
istigazione al suicidio ma, si fa notare, è un atto dovuto per poter
effettuare gli accertamenti tra cui l’autopsia.

Sarebbe stato ubriaco o comunque in stato di alterazione a causa dell’alcol
lo studente 21enne morto la notte scorsa dopo essere precipitato dal quarto
piano di un palazzo nel centro di Firenze. E’ quanto ipotizzano i
carabinieri che stanno svolgendo accertamenti sul decesso del giovane,
originario della provincia di Monza e studente del Polimoda a Firenze.

In base a quanto ricostruito dai militari, il 21enne giovane, che si trovava
a casa di altri studenti del Polimoda, avrebbe partecipato con loro a un
gioco da tavolo in cui chi sbagliava la risposta doveva bere alcolici. Gli
amici lo avrebbero poi accompagnato a letto, in una camera dello stesso
appartamento:

il 21enne sarebbe stato ubriaco o comunque in stato di alterazione proprio a
causa degli ‘shot’ di superalcolici bevuti durante il gioco.

Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori, quella dell’incidente e
quella, al momento non confermata però da alcun elemento, del suicidio. Una
delle ricostruzioni ipotizzate dagli inquirenti è che il 21enne possa
essersi svegliato perché colto da un malore, che abbia aperto la finestra in
cerca di refrigerio ma che si sia sporto troppo, cadendo nel vuoto. La
procura intanto ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di istigazione
al suicidio ma, si fa notare, è un atto dovuto per poter effettuare gli
accertamenti tra cui l’autopsia.

Intanto l’appartamento al quarto piano da dove è precipitato lo studente è
stato posto sotto sequestro Al momento nell’abitazione sono in corso rilievi
della scientifica dei carabinieri, coordinati dal pm Giuseppe Ledda.

Nell’appartamento la notte scorsa c’erano sette giovani, tutti stranieri
tranne il 21enne. In tre vivevano nella casa, mentre quattro erano lì per
passare la serata. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri in base alle
prime testimonianze raccolte, nel corso della serata il giovane aveva bevuto
alcolici, ed era stato accompagnato a letto dagli amici.

Nella stanza con lui dormiva un altro ragazzo. Successivamente, gli amici si
sono accorti della sua assenza e hanno notato la finestra aperta, così hanno
dato l’allarme, prima al 118 e poi ai carabinieri. Secondo quanto si
apprende inoltre, la finestra dalla quale è caduto avrebbe un parapetto
molto alto. Al momento i carabinieri non escludono l’ipotesi del suicidio,
sebbene non ci sarebbe alcun elemento nella vita del giovane che faccia
pensare che volesse togliersi la vita. In mattina sono arrivati a Firenze la
madre e lo zio del 21enne, originario della provincia di Monza e Brianza.

LA NAZIONE Firenze

Federico, dramma già visto: i giochi alcolici che costano la vita

La tragedia della notte scorsa ripropone un preoccupante fenomeno giovanile.
Vittime degli eccessi non solo studenti, fuorisede e non, ma anche turisti

Firenze, 23 febbraio 2021 – Ci sono i carabinieri, in via Porta Rossa. La
gente passa, chiede, s’informa, commenta: la notizia della tragedia scorre
rapida: «E’ un film già visto» dice uno uomo di mezza età, battuta immediata
e pizzico di cinismo così tipicamente fiorentini.

Sì: un film già visto. Nulla che voglia offendere la memoria di chi è morto
nel fiore degli anni. Di preoccupante semmai. Firenze, città universitaria,
piange la perdita di un altro dei suoi figli adottivi. Non solo studenti,
anche giovanissimi turisti. Fatali le cadute accidentali, quando la notte
declina e sta per farsi giorno. E spesso è la nebbia alcolica a far da
sfondo – e causa prima – a una tragedia che ha precedenti sinistramente
simili. E tanti altri episodi drammatici, con giovani ricoverati e salvati
in extremis dal coma etilico. Come i due ricoverati a Santa Maria Nuova nel
marzo 2016 dopo essere stati trovati dai carabinieri in piazza San Paolino,
in stato di incoscienza in piazza San Paolino.

La città attira tanti studenti. Non pochi quelli che qui si fermano.
Diffusa, troppo, l’abitudine di tirar tardi. E fin qui. E’ che molti bevono
forte, di tutto. Mischiano e rischiano. Prima della pandemia c’erano già
state polemiche roventi per alcuni tentativi di imporre il coprifuoco ai
locali che servivano a più non posso, anche troppo impunemente.

2-3 gennaio 2006: di notte, sparisce Francesco Borrelli, 27 anni, studente
di Scienze Politiche, rugbista per diletto. Le ultime tracce risalenti alla
sua presenza in un pub zona piazza Santa Croce. Poi lo scooter rintracciato
sulle sponde dell’Arno, zona San Niccolò. Da allora, più niente. Lo
ritrovano oltre un mese più tardi il corpo che affiora all’altezza del ponte
di Santa Trinita.

13 febbraio 2011: dramma subito prima di San Valentino. Omero Canal, 25
anni, viene inghiottito dalle acque dell’Arno, si butta dal ponte Santa
Trinita sotto gli occhi increduli degli amici e della sua ragazza, 23. Prima
hanno trascorso una serata con amici nei locali dell’Oltrarno. Un litigio,
banale, finisce in tragedia «Guarda che mi butto giù…» dice Omero. Si leva
il giubbotto e si butta. Lo vedono nuotare, annaspare, lo sentono chiedere
aiuto, ma la corrente lo ricaccia tra i flutti. I due convivevano in un
appartamento alla periferia di Firenze. Lui – si disse – aveva bevuto
troppo.

18 febbraio 2011: stavolta il possibile artefice di una disgrazia è un
gioco. Un videogioco, anzi: Assassin’s Creed dove il protagonista compie
azioni spericolate anche dai tetti. La vittima è un soldato Usa di 19 anni
di stanza alla base Nato di Vicenza. Michael Cumpston scala un hotel in
centro con il montacarichi di un cantiere; raggiunto il tetto in centro
cerca di saltare sul tetto del palazzo davanti. Precipita in via del Corso.

28 settembre 2017: riaffiora in Arno verso il ponte Vespucci un ragazzo
danese di 19 anni, in gita scolastica. A dare l’allarme nella notte un
compagno di classe che si trovava con lui. Avevano passato la serata in
discoteca; rientrando in albergo il 19enne aveva scavalcato la spalletta,
gettandosi. Si ipotizzò un abuso di alcol e droghe.

17 gennaio 2018: non ci sono solo stranieri studenti. Un tunisino di 26 anni
che si è spogliato in piazza Frescobaldi restando con solo un paio di slip,
sale su una pigna del Ponte Santa Trinita, dice frasi farneticanti, viene
fermato dalla polizia poco prima di buttarsi.

giovanni spano

VENEZIA TODAY

Una perizia per ricostruire l’incidente costato la vita a Mauro Meneghel

L’investitore, 24 anni, è indagato per omicidio stradale, guida in stato di
ebbrezza e omissione di soccorso

La procura di Venezia ha disposto una perizia sull’incidente costato la vita
a Mauro Meneghel, 58enne di Caorle che sabato scorso è stato investito e
ucciso da un’auto a Eraclea. Per la sua morte è stato indagato R.R., 24
anni, anche lui di Caorle, che guidava l’auto che ha travolto la vittima. La
perizia servirà a ricostruire con maggiore precisione la dinamica dello
schianto e, in aggiunta a questa, verrà effettuata anche un’autopsia.

Il 24enne deve rispondere non solo di omicidio stradale per aver investito
con la sua Volkswagen Golf il pedone che camminava sul ciglio della strada,
lungo via Revedoli, ma anche delle aggravanti di fuga e omissione di
soccorso per non essersi subito fermato a soccorrere la persona che aveva
travolto, salvo tornare poco dopo sul luogo dell’incidente e costituirsi, e
di guida in stato di ebbrezza: gli è stato riscontrato un tasso alcolemico
nel sangue di oltre 1,8 g/l contro il limite consentito di 0,5. Sconvolti
dal dolore i familiari di Meneghel, che lascia la moglie, una figlia, gli
anziani genitori, un fratello e una sorella, che si sono rivolti a Studio 3A
per essere assistiti.

LA STAMPA

Medico ubriaco al Pronto soccorso di Borgosesia, l’Asl prende provvedimenti

Ubriaco al Pronto soccorso dell’ospedale di Borgosesia. Capita spesso, ma
questa volta a essere in stato di ebbrezza era un medico che avrebbe dovuto
visitare i pazienti in attesa. A segnalarlo è stato un cittadino di
Borgosesia che, come ha poi riferito al sindaco Paolo Tiramani, se n’è
andato dopo aver notato che il medico aveva l’alito che sapeva di vino,
l’eloquio impastato e le movenze instabili. E’ intervenuto il responsabile
del Pronto soccorso, Matteo Brustia, che ha allontanato il medico.
All’arrivo dei carabinieri, inoltre, pare che il dottore, dipendente di una
cooperativa esterna, si sia rifiutato di sottoporsi ad accertamenti.
Dall’Asl precisano che «la direzione ha inviato una diffida alla cooperativa
che gestisce il servizio affinché il professionista venisse subito
allontanato ed estromesso dai futuri turni. Siamo dispiaciuti per l’accaduto
che, grazie ad un tempestivo intervento del nostro personale, non ha causato
alcun danno a pazienti o altro personale. A seguito di altre segnalazioni,
abbiamo stilato un nuovo capitolato di gara che contiene criteri di qualità
di accesso più stringenti, in modo da garantire una migliore qualità del
servizio».

BIMBISANIEBELLI.IT

Alcol: è allarme rosso a causa della pandemia

A cura di Luce Ranucci

È una conseguenza grave ma ancora poco conosciuta di questa pandemia:
l’aumento del consumo di alcol, per l’ansia, lo stress e anche l’isolamento
sociale. È allarme

È ormai confermato che vi è stato un aumento del consumo di alcol in questi
ultimi periodi. Studi diversi di vari ricercatori confermano, infatti,
quanto l’alcol risulti essere una risposta (errata) ma comune a eventi o
periodi di solitudine e stress, come quelli che possono seguire a delle
catastrofi, a degli attacchi terroristici o alla pandemia come quella da
Covid-19. Al punto da far gridare all’allarme.

Le conferme scientifiche

L’aumento del consumo di alcol durante i primi mesi della pandemia è stato
provato anche da un nuovo studio condotto da ricercatori del McLean Hospital
(Belmont, Massachusetts). Nel loro studio, pubblicato sul Journal of General
Internal Medicine, i ricercatori hanno esaminato anche i modi i potenziali
per ridurre il consumo di alcol durante periodi molto stressanti come quello
contemporaneo, come maggiore attenzione al fenomeno da parte delle
istituzioni e cure anche telematiche.

Pandemia e consumo di alcol

Secondo gli studiosi, dato che la pandemia da Covid-19 in corso è un evento
che dura di più nel tempo rispetto ad altri eventi catastrofici come può
essere un terremoto o un attacco terroristico, il consumo di alcol potrebbe
risultare ancora maggiore nel caso di questa pandemia.

Inoltre, il consumo di bevande alcoliche potrebbe aumentare ancora di più a
causa degli isolamenti sociali forzati a cui diverse fasce della popolazione
devono andare incontro.

Il parere dello psicologo

“Ci auguriamo che si riesca a richiamare l’attenzione sugli effetti della
pandemia sull’uso di alcol e offrire approcci mitiganti a questo problema di
salute pubblica non riconosciuto”, spiega la dottoressa Dawn E. Sugarman,
psicologa del Center of Excellence in Alcohol, Drugs, and Addiction del
McLean Hospital ed una delle autrici dello studio. I ricercatori credono che
ci dovrebbe essere uno sforzo maggiore da parte delle istituzioni per quanto
riguarda l’educazione e la gestione personale dello stress e dell’ansia.
Inoltre ci dovrebbero essere maggiori sforzi da parte delle stesse
istituzioni, in particolar modo quelle sanitarie, per quanto riguarda lo
screening dei disturbi derivanti dall’abuso di alcol. L’accesso a tali cure
potrebbe essere fornito, almeno inizialmente, anche tramite servizi di
telemedicina o tramite Internet.

AGI

Un autista si è messo ubriaco alla guida di uno scuolabus

È successo a Valperga, comune del Torinese. L’uomo è stato denunciato

AGI – Si è messo alla guida dello scuolabus in dotazione al comune di
Valperga, nel Torinese, con un tasso alcolemico sopra la media. Un uomo di
51 anni è stato denunciato dai carabinieri di Cuorgné per guida in stato di
ebbrezza. Dopo avere ultimato il trasporto mattutino degli alunni di
Elementari e Medie, l’autista è stato sottoposto a un controllo, con
l’etilometro che ha segnato un tasso alcolemico pari a circa 1,80
grammi/litro di alcol nel sangue, quando il valore massimo consentito dalla
legge e’ 0,5 g/l. All’uomo è stata ritirata la patente, mentre il veicolo è
stato consegnato al comune di Valperga.

LIBERTA’

Fiorenzuola

Alcol e notte brava attorno al Milite ignoto: monumento coperto di bottiglie

Non è la prima volta che il monumento al Milite ignoto di Fiorenzuola balza
agli onori delle cronache: purtroppo non per il suo vero scopo, cioè quello
di ricordare i caduti della prima guerra mondiale, bensì perché al centro
ancora una volta di atteggiamenti poco rispettosi.

Nella notte tra domenica 21 e lunedì 22 febbraio, un gruppo di persone ha
pensato bene di consumare vino, birra e superalcolici, salvo poi abbandonare
bottiglie di vetro e bicchieri nel prato e sui gradini intorno al monumento.

“L’ennesimo atto incivile – questo il commento di alcuni residenti – che
vede come bersaglio un luogo sacro alla patria. Atti che sempre più spesso
sono all’ordine del giorno”.

ANSA

Bus di linea contro rotonda, via patente ad autista ubriaco

È accaduto nel Sud Sardegna, Azienda Regione “avviata indagine”

È finito con il pullman di linea contro la rotonda spartitraffico di una
piazza e, quando i carabinieri lo hanno fatto sottoporre al test con
l’etilometro è risultato positivo. È accaduto sabato pomeriggio a
Sant’Antioco nel Sud Sardegna.

Protagonista un 29enne autista Arst, l’azienda della Regione che gestisce il
servizio extraurbano in Sardegna.

Al giovane è stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza.
L’episodio è accaduto in piazza Repubblica. Il conducente del mezzo pubblico
ha perso il controllo finendo sulla rotonda spartitraffico. Sul posto sono
subito intervenuti i carabinieri. Il 29enne si dovuto sottoporre al test con
l’etilometro dal quale è emerso un tasso di alcol nel sangue pari a 2,13g/l
– in entrambe le prove a cui si è sottoposto – pari a quattro volte quanto
consentito dalla normativa. (*)

All’autista è stata ritirata la patente e il pullman è stato
riconsegnato alla società. “L’azienda – fanno sapere dall’Arst – ha avviato
le procedure di accertamento e verifica dei fatti, in base ai quali prenderà
presto i provvedimenti del caso”.

(*) Nota: per un conducente di bus di linea il tasso alcolemico consentito
per guidare non è 0,5 g/l, ma ZERO.

L’ARENA di Verona

LUGAGNANO DI SONA

Lite tra ubriachi al bar, uno ferisce i carabinieri che cercano di calmarlo

Ieri pomeriggio i Carabinieri di Sommacampagna hanno arrestato un italiano
(F.G., 40 anni) per resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale oltre a
lesioni personali aggravate.

I carabinieri erano stati chiamati dal gestore di un bar a Lugagnano di Sona
dove due clienti ubriachi avevano iniziato a litigare violentemente. I
militari hanno provato a calmare i presenti, ma improvvisamente F.G. si è
scagliato contro di loro, sputandogli addosso e colpendoli con calci e
pugni. L’uomo è stato quindi immobilizzato e dichiarato in stato di arresto.

Per le lesioni subite i carabinieri sono dovuti ricorrere alle cure mediche
al pronto soccorso di Bussolengo. L’uomo è stato portato a casa agli arresti
domiciliari, in attesa del rito direttissimo di questa mattina, dove
l’arresto è stato convalidato e disposto l’obbligo di firma.

IL RESTO DEL CARLINO Pesaro

Ragazzini con gli alcolici, chiuso il Green Pub

Locale multato e minori portati in commissariato. Il titolare: “Fanno
ordinare al maggiorenne e poi spartiscono. Impossibile stargli dietro”

di TIZIANA PETRELLI

Controlli, multe e il Green Pub chiuso al pubblico. E’ questo il bilancio
dell’ultimo week end di controlli anti Covid, effettuati dalla Polizia di
Stato in città. Tutto è partito dalla segnalazione di alcune mamme fanesi,
preoccupate per la salute dei propri figli minorenni, che hanno raccontato
agli agenti del Commissariato di Fano che soprattutto nel fine settimana i
loro ragazzi erano soliti frequentare alcuni bar del centro storico, all’ora
dell’aperitivo. Un aperitivo per di più alcolico. E così sabato i poliziotti
si sono appostati in borghese, prima delle 18, registrando un consistente
movimento di giovanissimi verso e dentro il Green Pub. “Da una più attenta
osservazione – si legge in un comunicato della Questura – gli agenti
notavano che molti di questi, palesemente minori di 18 anni, consumavano
bevande alcoliche, motivo per il quale hanno proceduto al controllo,
identificando molti minorenni nell’atto di bere alcolici acquistati in
quell’esercizio”.

Erano dieci, quasi tutti 16enni, con in mano e nel corpo cocktail ad alta
gradazione alcolica. Per questo sono stati accompagnati in Commissariato,
dove li hanno dovuti raggiungere i genitori. Adriano Amadori, titolare del
Green Pub, è stato così doppiamente sanzionato: 250 euro per aver venduto
alcolici ai minorenni (con la chiusura immediata del suo locale al pubblico)
e altri 400 euro per il mancato rispetto del distanziamento imposto dalle
misure anti contagio (con un’ulteriore chiusura di 5 giorni). “Non vorrei
passare per quello che non sono, perché in 32 anni non ho mai avuto problemi
del genere – dice affranto Amadori -. Sono arrivati tutti insieme, come
negli orari di punta alle poste e così è difficile lavorare e tenere
d’occhio tutto quello che succede. Io ero di sotto a preparare le
ordinazioni. In sala c’era la cameriera che, poveretta, provava a farli
stare divisi, ma tu li metti in tavoli da quattro e appena giri lo sguardo
loro si raggruppano, ne vanno via due e ne arrivano altri quattro. Il
maggiorenne ordina e poi passa l’alcol agli altri. Come fai a stargli
dietro?”

“Vorrei che fosse chiaro – aggiunge – che è capitato perché non eravamo
abituati a gestire un lavoro del genere. Noi siamo una birreria, che
lavorava dopo le 20 con una certa clientela. Adesso invece ci siamo dovuti
adattare a fare l’American Bar dalle 16 alle 18. Lo facciamo perché stare a
casa senza far niente è brutto psicologicamente. Sennò, da un punto di vista
economico, conviene a stare chiusi. Abbiamo sicuramente sbagliato anche noi,
perché non siamo abituati ad avere tanta gente tutta concentrata in poco
tempo. Ma prometto cercherò di stare più attento in futuro. Tutto questo se
riaprirò, perché la mia paura è che i clienti non ti ascoltano. Sono
dispiaciuto per sabato, ma anche frustrato. Sono due notti che non ci
dormo…”.

ANSA

Scarcerato si ubriaca e picchia agente, arrestato di nuovo

Esce e rientra nel carcere di Marassi nel giro di poche ore

(ANSA) – GENOVA, 23 FEB – Un uomo di 52 anni appena scarcerato per fine
pena, si è ubriacato poi ha preso a pugni un agente di polizia penitenziaria
ed è stato arrestato di nuovo e ricondotto in carcere. E’ successo a Genova,
lo rendono noto Uilpa e Sappe, sindacati di polizia penitenziaria.

L’uomo, appena uscito dal carcere, si è ubriacato in un bar vicino alla casa
circondariale poi è entrato nel negozio di articoli sportivi e ha cominciato
a lanciare oggetti sui clienti. Un agente della penitenziaria, libero dal
servizio, ha cercato di calmarlo e si è preso un pugno in faccia. Sono
sopraggiunti altri agenti della Penitenziaria che hanno arrestato l’uomo e
l’hanno ricondotto in carcere. L’agente è stati medicato al pronto soccorso:
ne avrà per 7 giorni. (ANSA)

CORRIERE DELL’UMBRIA

Franco dei Ricchi e Poveri, il dramma del figlio Alessio morto a 22 anni per
un cocktail di alcol ed eroina

In molti lo conoscono come Franco dei Ricchi e Poveri. Oltre ai successi con
il gruppo, c’è molto da raccontare per quanto riguarda la sua vita privata.
Franco Gatti è sposato con la moglie Stefania, con cui ha avuto i figli
Federica e Alessio.

Quest’ultimo è purtroppo morto ad appena 22 anni nel 2013, trovato senza
vita nella sua casa di Genova. Proprio questo avvenimento sarebbe stata la
causa principale per l’addio di Franco allo storico sodalizio. “Mio figlio
beveva, beveva e beveva. Ed è stata anche un po’ la sua disgrazia”, ha
raccontato in una vecchia intervista. Alessio ha effettuato una prima
assunzione di un cocktail di alcol ed eroina, come certificato dagli esami
voluti dalla Procura di Genova e compiuti dall’Istituto di Medicina legale,
che gli ha procurato un infarto fatale. “Ha fatto una ca***ta, la prima
della sua vita, con gli stupefacenti e in un momento in cui non stava bene –
ha spiegato -. E l’ha pagata così”. Una tragedia che ha segnato
inevitabilmente la vita di Franco.

LA REPUBBLICA

Covid, la crisi del vino

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