RASSEGNA STAMPA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI
A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta.
OGNI ANNO IN ITALIA CIRCA 40 MILA PERSONE MUOIONO PER MALATTIE CORRELATE ALL’ALCOL. QUATTRO PERSONE ALL’ORA, UNA OGNI 15 MINUTI! “MEDITATE GENTE, MEDITATE!”
www.corrierenazionale.it/2020/03/23/alcol-86-milioni-gli-italiani-a-rischio-dipendenza/
Alcol: 8,6 milioni gli italiani a rischio dipendenza
23 Marzo 2020 by CorNaz
Alcol: oltre 8,6 milioni gli italiani a rischio dipendenza e ogni anno circa 40mila persone muoiono per malattie correlate
Ogni anno in Italia circa 40 mila persone muoiono per malattie correlate all’alcol: cirrosi epatica, cancro, infarto, incidenti stradali o sul lavoro, suicidi e omicidi. Nel nostro Paese, al di sopra degli 11 anni d’età, i consumatori di alcolici sono 35 milioni (78,1% uomini, 35,5% donne) e 8,6 milionsono a forte rischio dipendenza. A preoccupare di più sono i minorenni, i giovani fino a 24 anni e gli anziani.
E’ la fotografia scattata a Bologna durante il XIX Congresso nazionale della Società italiana di tossicologia (Sitox), con un focus sui disturbi da uso di alcol (Dua) e le terapie per liberarsi dalla schiavitù del bicchiere. “Un consumatore su sei – spiegano dalla Sitox -, è considerato a rischio salute per quantità o modalità di assunzione: sono per lo più giovani, uomini e persone socialmente più avvantaggiate, senza difficoltà economiche o con un alto livello di istruzione”. Più spesso abitano nel Nord Italia (con un trend in aumento), in particolare nelle province di Bolzano e Trento, e nelle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto.
Per comportamento a rischio – chiariscono i tossicologi – si intende il superamento di due unità alcoliche (un bicchiere di vino, uno di birra o un superalcolico) al giorno per l’uomo e di una per la donna; per forte rischio si intende una quantità superiore alle due unità alcoliche giornaliere, mentre si parla di binge drinking quando si superano le 5 unità alcoliche al giorno per l’uomo e 4 per la donna, consumate in una sola occasione e in rapida successione. Indipendente dalla modalità del bere, che sia abituale o episodica, al Dua concorrono fattori genetici e ambientali.
“Il trattamento in campo alcologico, nelle sue linee essenziali – afferma Valeria Zavan, tossicologa e responsabile della Struttura Alcol, Dipartimento Dipendenze Asl del Piemonte – vede sempre prevalente l’approccio psicosociale inteso come applicazione di terapie di genere cognitivo o cognitivo-comportamentali, a cui si associa una componente farmacologica”.
SCOPERTA UNA NUOVA “FRAGILITA’ ”
www.lavocedeltrentino.it/2020/03/23/exercise-addiction-perche-certe-persone-non-riescono-a-smettere-di-fare-sport-individuale-nonostante-i-solleciti-e-i-divieti/
Exercise addiction: perché certe persone non riescono a smettere di fare sport individuale nonostante i solleciti e i divieti.
23 Marzo 2020
By Redazione Trento
Egregio Direttore,
in questi giorni di estrema emergenza, in barba ad ogni disposizione riguardante le misure di sicurezza varate dal Governo, possiamo vedere in ogni luogo, persone di ogni razza, uomini e donne, giovani e meno giovani che vivono psicologicamente su un altro pianeta, continuando imperterriti a fare jogging o altri sport individuali, completamente estranei a quanto sta accadendo intorno a loro.
Ovviamente il primo impulso è quello di provare rabbia nei loro confronti, in quanto dimostrano apparentemente una totale carenza di spirito civico e di maturità, ma purtroppo per loro non è così.
Sono persone che soffrono di un grave disturbo della personalità contemplato anche nel Dsm5, ovvero il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. In inglese prende il nome di Exercise addiction e fa parte dei disturbi ossessivo compulsivi, che ogni psicologo dello sport conosce molto bene.
Queste persone non sanno trattenersi dal praticare in maniera compulsiva sport; in primis corsa, bicicletta e nuoto. Sono costretti dalla loro particolare ed alterata condizione mentale, a fare estenuanti allenamenti quotidiani con diverse ore dedicate al loro primario e molte volte unico interesse esistenziale, ovvero lo sport (compulsivo).
In seguito a tale condizione, trascurando il più delle volte relazioni sociali e famiglia, non riescono nemmeno a concentrarsi in maniera equilibrata sul lavoro, perché dedicano la maggior parte dei loro pensieri e dei loro discorsi, all’ossessione di doversi allenare in maniera estenuante e dannosa sia fisicamente che psicologicamente.
Solo in questo modo, riescono a trovare un apparente equilibrio e benessere personale, per cercare di sconfiggere una condizione interiore di frustrazione, data da carenza di alternative e capacità individuali, per far fronte alle loro problematiche esistenziali per mancanza di adeguata autostima di cui sono particolarmente carenti.
Tale condizione di disagio non riesce a fare comprendere loro il giusto punto di equilibrio tra uno sport sano e uno sport abusato, segno evidente di un grave disturbo della propria personalità.
Sono persone che per lo più hanno il culto dell’aspetto fisico e diventano ossessionati a tal punto, che non di rado sconfinano in altri disturbi correlati, quali anoressia o bulimia e secondo certi studi statistici dell’ Università della California, circa il 15% sono anche consumatori di sostanze stupefacenti, nicotina e alcol.
Lo sforzo fisico sovra ogni limite umano, anche in occasione di un infortunio e contro il parere dei medici, il dovere sudare, stancarsi, sfinirsi e allenarsi senza nessun criterio sano, produce nella loro mente le stesse risposte cerebrali che vengono date dal consumo di droghe, infondendo loro forti stimoli, dati dalla sovra produzione di dopamina e serotonina, con un senso di patologico appagamento e benessere.
Sono persone che vivono stati di stress e di ansia personale che non riescono a gestire in altra maniera, arrivando a compromettere la propria salute non solo a livello fisico ma anche a livello mentale, pretendendo di inculcare i loro principi “salutistici” anche agli altri, con una certa aria di superiorità, per sentirsi più accettati, e sono in buona percentuale, forti consumatori di integratori alimentari.
Tali soggetti nascondono a fatica un profondo stato di malessere interiore, che va a braccetto con un tentativo malcelato di depressione, ma purtroppo e qui è l’aspetto più grave, i soggetti coinvolti reagiscono con resistenze simil-psicotiche a chi fa loro presente tale problema e difendono a spada tratta questo disturbo della personalità, con un fasullo e viscerale amore per lo sport.
Quindi in questi giorni in particolare, che siamo abituati a vedere queste persone correre nonostante i ripetuti solleciti a stare a casa e i vari divieti a praticare jogging e ciclismo, non dobbiamo prenderli per insensibili o cretini. Esempio eclatante è stato vedere a Verona persone nuotare nell’Adige, poiché le piscine sono chiuse!
Sono solo persone con dei seri problemi a livello di disturbi della personalità, che sfuggono inconsapevolmente e disperatamente ai loro problemi, senza nemmeno essere consapevoli di essere seriamente disturbati a livello mentale. Chi fosse interessato ad approfondire tale argomento può tranquillamente trovare ogni riscontro in internet alla voce Exercise addiction.
Adriano Bertolasi – Trento
QUESTO ARTICOLO RIPORTATO SULLA RASSEGNA DI IERI HA SCATURITO LA RISPOSTA SOTTORIPORTATA DELLA DOTT.SSA GIUSEPPA CASSANITI – PRESIDENTE AIFVS
TUTTOGGI GIORNALE DELL’UMBRIA
Coronavirus, il rettore: “Quando sarà finita vi voglio tutti ubriachi a ballare e pomiciare”
Oliviero irrompe in una lezione in video conferenza e promette una festa memorabile alla fine dell’emergenza
Massimo Sbardella Dom, 22/03/2020
Nei giorni dell’emergenza del Coronavirus l’energia positiva del rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero. Che promette: “Ne usciremo presto. Organizzerò una festa pazzesca. Vi voglio tutti ubriachi, tutti a pomiciare sui pratini. Sarò ubriaco anche io, lo prometto“.
Una promessa fatta con “un’irruzione” in una lezione fatta in video conferenza. Annunciando che probabilmente si dovrà saltare una sessione di esami.
Oliviero chiede “comprensione, solidarietà, aiuto“. E con commozione, trattenuta a stento, dice, rivolgendosi ai ragazzi e ai loro docenti: “Vi vogliamo bene, siete la nostra risorsa più importante“.
Quindi l’appello alla determinazione, contro questa emergenza: “Vi voglio convinti che, se saremo tutti uniti a combattere contro questa situazione, ne usciremo presto“.
Poi, appunto, la promessa della grande festa in Rettorato. “Ci ubriacheremo, penseremo a questi momenti, e diremo che ce l’abbiamo fatta“.
Il video registrato https://www.facebook.com/francesco.micozzi/videos/10221816515909941/
E all’annuncio della professoressa Locchi che il suo “invito alla futura ubriacatura” è stato registrato, Oliviero ribadisce: “Non ho problemi di privacy. Ogni parola per me è un impegno. Sappiate che faremo una festa straordinaria. E vi voglio vedere tutti ubriachi a ballare sui pratini. E io sarò il primo. Sarà la prima volta in cui ballerò“.
Un video, quello del rettore Oliviero, che subito ha fatto il giro di cellulari e computer di studenti e professori.
Dall’Università degli Studi di Perugia un messaggio di speranza per tutta la comunità perugina, umbra e italiana, impegnata nella lotta contro il Coronavirus.
associazione italiana familiari e vittime della strada – onlus www.vittimestrada.org
via A. Tedeschi, 82 – 00157 Roma – tel. 06 41734624 – fax 06 81151888 – c.f.97184320584
Al Rettore dell’Università di Perugia – Prof. Maurizio Oliviero 23/3/2020
Alla Rassegna Stampa quotidiana su vino e altri alcolici
La conosco non personalmente, ma per un articolo di Massimo Sbardella del 22/3/2020 su Tutt’oggi, giornale online dell’Umbria, riportato sulla Rassegna Stampa Quotidiana su vino, birra ed altri alcolici, a cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta. Ho letto il contenuto e mi sono meravigliata che a Perugia il Rettore dell’Università, che rappresenta un elevato punto di riferimento culturale, lanciasse agli studenti, per festeggiare la fine di questo nefasto coronavirus, un input del tutto inappropriato al significato della pandemia che attualmente ci attanaglia. Si dice che dopo il coronavirus nulla potrà essere più come prima, a partire dai nostri plurimi comportamenti – da cambiare per contribuire alla salute di tutti e perciò anche della nostra – e dalla consapevolezza che il nostro è un destino di carattere sociale e i danni o i benefici delle scelte si riversano su tutti. L’input che invece lei rivolge agli studenti “Quando sarà finita vi voglio tutti ubriachi… Sarò ubriaco anche io, ve lo prometto” dimostra che lei, forse preso dall’euforia del dopo coronavirus, esce dai binari della cultura e dalla riflessione e, forse non conoscendo o forse sottovalutando i dati di realtà, sollecita gli studenti ad ubriacarsi, come se l’ubriacatura fosse una festa e non un’esperienza che conduce al degrado umano. Voglio sottoporre alla sua attenzione alcuni dati di realtà, a partire da mia figlia Valeria uccisa a 17 anni sul marciapiede di fronte casa. Come esponente della cultura, lei saprà certamente che le bevande alcoliche – vino, birra, superalcolici e bevande a basso contenuto alcolico aromatizzato alla frutta – contengono tutte elementi tossici, dannosi per la salute, tra cui l‘alcol etilico o etanolo, sostanza cancerogena e molto tossica, che espone anche al rischio di alterare lo sviluppo cerebrale, come attestano gli studi scientifici e l’OMS. Saprà anche che l’alcol è inoltre causa di risse, stupri, uccisioni, incidenti stradali. A tal fine le indico i dati Aci- Istat della strage stradale del 2018, visto che quelli del 2019 non sono stati ancora elaborati. Nel 2018: 3.334 morti (9 al giorno); 242.621 feriti (664 al giorno), di cui 18.614 feriti gravi (50 al giorno). Le cause di questo bollettino di guerra sono da addebitare per circa il 45% alla guida in stato di ebbrezza. Inoltre, inducono a riflettere anche i dati presentati in occasione della XVII edizione dell’Alcohol Prevention Day, elaborati dall’Osservatorio Nazionale Alcol (ONA), direttore prof. Emanuele Scafato Istituto Superiore di Sanità: in Italia sono 8,6 milioni i consumatori a rischio di alcol confermati dai dati del 2016, di cui 1,7 milioni hanno un’età compresa tra gli 11 e i 25 anni, di essi 830.000 hanno 17 anni, e sono in aumento rispetto all’anno precedente. Sono in aumento i consumatori occasionali e i binge drinkers (quelli che bevono per ubriacarsi), sono circa 4 milioni quelli che bevono fino all’intossicazione e di essi 900.000 hanno tra gli 11 e i 25 anni. In questo contesto sono 41 mila gli accessi al pronto soccorso anche di minori in coma etilico.
I consumatori di alcol tra i 40 e i 60 grammi di alcol al giorno con un danno d’organo e necessità di trattamento sono oltre 650 mila. Di questi solo il 10% sono in carico al servizio sanitario nazionale con un costo di 8 milioni di euro solo per il trattamento farmacologico in un anno. Per almeno 57mila consumatori l’alcol è causa di ricovero. I costi socioeconomici dei danni prodotti dall’alcol sono pertanto enormi per la collettività. Il Rapporto nelle conclusioni evidenzia “l’esigenza urgente di rinnovati sforzi di iniziative di prevenzione, informazione, comunicazione, rivolte all’intera popolazione” ed in particolare ai giovani, per i quali il consumo di “bevande alcoliche risulta essere la prima causa di mortalità, morbilità, disabilità”. E se dopo il coronavirus nulla potrà essere più come prima, la comunicazione di festeggiare a base di alcol annulla ogni possibilità di cambiamento o di miglioramento umano. E tuttavia, chi ha responsabilità culturali e di orientamento se ha diffuso una comunicazione inopportuna saprà ricomprenderla ed anche modificarla, con ciò dimostrando che il miglioramento umano è possibile, e la sua strada è segnata dall’approfondimento dei problemi e da una visione elevata della realtà, che ci permette di arrecare meno dolori agli altri e a noi stessi. Cordiali saluti Dott.ssa Giuseppa Cassaniti – presidente AIFVS
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni – tel. & fax 090/710707; 340.8273214 Via San Filippo Bianchi, 54 – 98122 Messina – email: comitato.messina@tiscali.it; presidente@vittimestrada.org
NON SONO MAI STATI EVIDENZIATI EFFETTI BENEFICI DEGLI ALCOLICI. RICORDIAMOCI I 40.000 MORTI ALL’ANNO!
www.blitzquotidiano.it/salute/coronavirus-bufala-alcol-cura-difese-3165226/
Coronavirus, la bufala dell’alcol che lo cura. Invece abbassa le difese immunitarie
di redazione Blitz
Fonte: Repubblica, YouTube
Pubblicato il 23 Marzo 2020
Coronavirus, la bufala dell’alcol che lo cura. Invece abbassa le difese immunitarie.
ROMA – All’inizio dell’epidemia da coronavirus circolava un video girato a Vo’ in Veneto in cui si vedevano alcuni ragazzi bere spritz al bar. Dalla cittadina in provincia di Padova è scoppiato un focolaio che ha portato alla chiusura totale di Vo’, la cosidetta “zona rossa” veneta che ad oggi conta un numero ridottissimo di nuovi contagi.
Si era all’inizio dell’epidemia e i giovani intervistati risposero all’intervistatrice che il virus lo combattevano con l’alcol. Ovviamente non è vero che il Covid-19 si cura con l’alcol. Anzi: bere alcol non solo non protegge dal coronavirus ma rende il sistema immunitario più debole e le decisioni meno lucide.
Lo sanno bene in Sud Africa dove è stato deciso di limitare la distribuzione e la vendita di alcolici in questo momento. Per molti bere alcolici potrebbe infatti essere considerato un anti-stress. Anche l’ Organizzazione mondiale della Sanità è entrata nella questione spiegando che non sono mai stati evidenziati effetti benefici degli alcolici per fermare coronavirus. A quanto pare però, la credenza che invece possano averne, nelle settimane scorse aveva causato alcune decine di morti in Iran.
CONSEGUENZE DELLA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA
www.bariviva.it/notizie/monopoli-guida-sotto-l-effetto-di-alcool-e-droga-denunciato/
Monopoli, perde il controllo dell’auto sotto l’effetto di alcool e droga. Denunciato
L’uomo, un 38enne, è uscito di strada con il suo veicolo e ha distrutto i bagni pubblici di via Pisonio
Provincia –
domenica 22 marzo 2020
Si mette alla guida sotto l’effetto di alcool e droghe, ma viene fermato e denunciato dalla polizia locale. Il fatto a Monopoli venerdì scorso quando, in piena emergenza sanitaria, un giovane classe ’82, tale C.D., ha preso la sua utilitaria, una Classe A, per circolare per le strade della città. Alle 19,30, circa, ha percorso via Pisonio e, giunto all’altezza dei bagni pubblici, ha perso inspiegabilmente il controllo del veicolo che, dopo aver fatto un paio di carambole, si è arrestato sul marciapiede. Fortunatamente, dato orario e periodo, la strada era deserta, altrimenti la conta dei danni probabilmente sarebbe stata diversa.
Il veicolo ha riportato ingenti danni, provocando anche la rottura dei bagni pubblici al servizio del mercato settimanale. Il conducente è stato trasportato in ospedale per le prime cure.
Su richiesta degli agenti della polizia locale, interventi per rilevare il sinistro, il conducente è stato sottoposto agli esami ematologici per verificare se al momento del sinistro fosse in stato di ebbrezza o alterazione da sostanze psicotrope; tale richiesta, oltre che per prassi operativa, è stata motivata dalla prima ricostruzione effettuata dal personale della Polizia Locale, in quanto la perdita di controllo del mezzo non era supportata da un apparente motivo giustificativo se non da ricercare nella condotta del conducente: non erano presenti altri attori sul luogo del sinistro.
In attesa degli esiti degli accertamenti clinici, il veicolo è stato depositato in un garage della polizia locale. Ieri mattina sono giunte le conferme alle ipotesi della polizia locale: il referto medico ha stabilito che il trentottenne guidava con un tasso alcolemico pari a 1,61 g/l, ed è risultato positivo anche alla cannabis.
Per tale motivo si è proceduto a denunciare il sig. C.D. all’autorità giudiziaria per guida sotto l’influenza dell’alcol, art. 186 comma 2 lett. C) e per guida in stato di alterazione psicofisica, ai sensi dell’art. 187 del Codice della Strada: le pene previste sono l’ammenda da 1500 a 6000 euro e l’arresto da 6 mesi ad 1 anno, oltre alla sanzione accessoria della sospensione della patente da 1 a 2 anni. Il veicolo è stato sottoposto a sequestro cautelare ai sensi dell’art 213 del Codice stradale, in attesa della confisca.
Il conducente, inoltre, non indossava nemmeno la cintura di sicurezza, e ne aveva inibito il funzionamento collocondo all’interno dell’inserto delle cintura un gancio per impedire che si attivasse l’allarme acustico. All’uomo è stata quindi contestata anche la guida senza cintura, ex art. 172 cds, della perdita di controllo del mezzo, art. 141 cds e dell’art. 15 cds per i danni ai bagni pubblici di via Pisonio.
Essendo il conducente privo di un motivo valido per circolare, avendo così violato le disposizioni del DPCM 9 marzo 2020, emanato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, il trasgressore sarà denunciato anche per la violazione dell’art. 650 del codice penal
CONSEGUENZE DEL CONSUMO DI VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS!
www.reggiosera.it/2020/03/in-bici-con-alcol-e-droga-per-festino-a-casa-di-amico-denunciato/263915/
In bici con alcol e droga per festino a casa di amico: denunciato
Un ventenne di San Polo è stato denunciato per inosservanza del decreto della presidenza del Consiglio dei ministri sugli spostamenti
di Redazione – 23 Marzo 2020
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SAN POLO (Reggio Emilia) – E’ uscito di casa e si è messo in sella alla sua bicicletta per raggiungere l’abitazione di un amico doveva voleva organizzare un festino a base di droga: non solo è stato segnalato come assuntore di sostanze stupefacenti, ma è stato anche denunciato per il mancato rispetto del decreto della presidenza del Consiglio dei ministri in relazione alle restrizioni sugli spostamenti per limitare il contagio da coronavirus.
È successo ieri pomeriggio a San Polo dove, come in altri territori dell’Emilia-Romagna, sono stati intensificati i controlli delle forze dell’ordine per il rispetto delle misure governative. Nei guai è finito un 20enne del paese, fermato nel centro abitato di San Polo in sella alla sua bicicletta che stava utilizzando per raggiungere l’abitazione di un amico.
“Devo andare a una festa a casa di un amico”. Questa la giustificazione fornita dal 20enne ai carabinieri. A riprova della sua ”giustificazione” ha mostrato il contenuto di una sportina attaccata al manubrio dove c’erano alcune bottiglie di superalcolici. I militari, scorgendo sul volto del giovane un certo nervosismo, hanno approfondito i controlli e gli hanno trovato addosso anche una dose di marijuana e uno spinello già confezionato, pronti per essere usati nel festino organizzato a casa dell’amico.
I carabinieri gli hanno sequestrato la droga, la cui detenzione è stata ricondotto all’uso personale, motivo per cui il giovane è stato solo segnalato come assuntore di stupefacenti, ma è stato denunciato per aver violato il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri nella parte in cui dispone restrizione degli spostamenti per limitare il contagio da coronavirus.
In provincia di Reggio Emilia il livello di ‘disobbedienza’ ai decreti anti-coronavirus sugli spostamenti dei cittadini “e’ pari al 5% dei controlli”. Lo ha detto il prefetto Maria Forte, in una recente riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza.
www.romatoday.it/cronaca/piana-del-sole-aggressione-cosa-e-successo-22-marzo-2020.html
Ferito al collo con un coccio di bottiglia dopo una lite sotto casa: è in pericolo di vita
Ascoltata la vittima e in attesa dei soccorsi, gli agenti si sono messi sulle tracce dell’aggressore e lo hanno rintracciato mentre tentava di infilarsi nel portone di casa
Lorenzo Nicolini
23 marzo 2020 10:04
E’ in pericolo di vita un ragazzo romeno di 21 anni aggredito, sotto casa a Piana del Sole, da un amico connazionale di 31 anni, poi arrestato dalla polizia di Stato con l’accusa di tentato omicidio.
E’ quanto successo intorno alle 17:30 di domenica in via Castagnito. A dare l’allarme alcuni famigliari della vittima che hanno visto il 21enne in strada con il volto coperto di sangue. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato San Paolo e gli uomini delle Volanti.
In attesa dei soccorsi gli agenti hanno rintracciato l’aggressore mentre tentava di infilarsi nel portone di casa con ancora in mano il collo di bottiglia sporco di sangue. Il 31enne è stato arrestato per tentato omicidio.
La vittima, che intanto aveva perso conoscenza nonostante le prime cure in strada, è stata portata in eliambulanza all’ospedale San Camillo, dove è stata operata. I medici gli hanno asportato diversi frammenti di vetro da una profonda ferita al collo. Le sue condizioni sono gravi. Alla base dell’aggressione, pare ci sia una banale lite degenerata per l’abuso di alcol.
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