Alcologiarassegna stampa vino birra e altri alcolici del 29.9.24

29 Settembre 2024
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RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANA SU VINO, BIRRA ED ALTRI ALCOLICI
A cura di Alessandro Sbarbada, Guido Dellagiacoma, Roberto Argenta

VERESENOI

Giro di vite del Comune di Cocquio Trevisago su sicurezza, decoro urbano e
contro l’abuso di alcool

*L’ordinanza firmata dal sindaco Danilo Centrella prevede il divieto di
consumo di bevande alcoliche 24 ore su 24 al di fuori degli esercizi di
somministrazione e la vendita di alcolici dalle 20 alle 7. Vietato
bivaccare nel centro abitato e praticare ogni forma di accattonaggio*

Ordinanza del sindaco di Cocquio Trevisago Danilo Centrella per la tutela
della sicurezza pubblica, della vivibilità urbana e decoro del centro
abitato e con l’obiettivo anche di contrastare l’abuso di alcol.

Nelle premesse del provvedimento firmato dal primo cittadino si legge che
«il flusso di persone nel centro cittadino nelle ore serali continua ad
evidenziare un sensibile incremento; nelle aree aperte al pubblico del
centro commerciale e limitrofe e in prossimità e pertinenze dell’area della
stazione ferroviaria, interessate dalla presenza di numerosi pubblici
esercizi, circoli privati, esercizi di vicinato di rivendita generi
alimentari, sempre più numerose sono le persone che si ritrovano per
trascorrere la serata con presenze che si protraggono ben oltre la
mezzanotte».

«Recentemente – si legge ancora nell’ordinanza – si sono riscontrati
elementi di criticità sotto il profilo del disturbo delle occupazioni o del
riposo delle persone, della sicurezza e del decoro urbano, con ripetute
violazioni delle norme corrispondenti, del Codice Penale, delle norme del
TULPS e delle disposizioni del Codice della Strada, nonché situazioni di
intralcio alla circolazione pubblica e di offesa alla sicurezza ed al
decoro urbano quali risse, diverbi, danneggiamenti, ubriachezza molesta,
guida in stato d’ebbrezza, imbrattamenti di edifici, lordatura del suolo,
abbandono di bottiglie e frantumazione delle stesse».

Secondo il Comune è necessario implementare i servizi di controllo e
disciplinare la vendita e il consumo di bevande alcoliche: segnalazioni di
disturbo alla tranquillità e al riposo sono arrivate dai residenti delle
zone del centro, ovvero Contrada Tagliabò, via Stazione, via Verdi e nella
della zona di Caldana, Contrada Boné, Piazza Società Operaia, via Malgarini.

Polizia locale e polizia di Stato hanno verificato l’effettiva sussistenza
delle segnalazioni giunte in municipio anche derivanti dalla
somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche in vetro, con
conseguenti bivacchi di persone spesso in stato di ebbrezza o ubriachezza,
protagoniste poi di atti contro il decoro urbano e contro la pubblica
decenza.

«E’ necessario tutelare la tranquillità e il riposo dei residenti e il
corretto convivere civile con i frequentatori dei numerosi locali pubblici
presenti sul territorio comunale – prosegue il provvedimento – spesso
compromesso dal fenomeno dell’abuso di alcolici».

Sono stati segnalati casi di assembramento di gruppi di ragazzi e di adulti
che si ritrovano in località ricomprese nel centro urbano, i quali
bivaccano, consumano alimenti e bevande sul suolo comunale e creano
difficoltà legate alla libera fruizione degli spazi pubblici, imbrattamento
di muri e di arredi urbani, danneggiamento con atti vandalici di proprietà
del Comune, varie forme di accattonaggio e mendicità molesta suscettibili
di arrecare disturbo al decoro urbano.

Da qui la necessità rilevata dall’amministrazione comunale di emettere
un’ordinanza specifica.

Ordinanza che prevede il divieto di consumo di bevande alcoliche, di
qualsiasi gradazione ed in qualsiasi contenitore, per tutta la giornata, 24
ore su 24, al di fuori degli esercizi di somministrazione, inclusi dehors;
la vendita per asporto di bevande alcoliche, di qualsiasi gradazione ed in
qualsiasi contenitore, (rivolto a tutti, compresi gli esercizi commerciali
e quelli di somministrazione di alimenti e bevande; gli esercizi di
vicinato, le medie e grandi strutture di vendita, gli esercenti attività
artigianali etc.), dalle ore 20.00 alle ore 07.00.

Vietato anche detenere, dalle ore 20:00 alle ore 07.00, nelle aree
pubbliche del centro urbano e al di fuori delle aree di somministrazione
degli esercizi di vendita, bevande alcoliche di qualsiasi gradazione in
qualsivoglia contenitori, qualora la stessa sia destinata palesemente al
consumo sul posto. (*)

Vietato bivaccare nel centro abitato, detenere o utilizzare strumenti
idonei all’imbrattamento di immobili e arredi urbano, praticare ogni forma
di accattonaggio, sollecitare o richiedere danaro o altra utilità
economica, imbrattare muri e arredi urbani, danneggiare con atti vandalici
proprietà del comune.

Per i trasgressori sono previste multe da 25 a 500 euro.

(*) Nota: fatta salva la difficoltà a controllarne l’applicazione. I
provvedimenti per ridurre la disponibilità di alcolici cominciano ad avere
consistenza.

LATIBURTINANEWS

Guidonia – Non rispetta l’ordinanza anti-alcol: multa salata e chiusura per
un locale di Villalba

domenica , 29 Settembre 2024

*Guidonia* – Nell’ambito dei servizi di prevenzione e repressione dei reati
e degli illeciti amministrativi, nella tarda serata di ieri, a Villalba, il
personale della Polizia Locale di Guidonia Montecelio ha accertato la
reiterazione violazione del divieto di vendita alcolici, dopo le ore 21:00,
da parte di un esercizio commerciale. Al titolare è stata contestata una
sanzione di 5.000 euro. Contestualmente, è stata inviata la segnalazione al
Questore per la chiusura dell’esercizio fino a 15 giorni. Gli agenti che
hanno svolto i controlli di polizia amministrativa hanno operato in abiti
civili.

LETTERA43

E se la pinta di birra fosse eliminata? L’esperimento nel Regno Unito e le
riflessioni sull’alcol

*Nadine Solano*

29/09/2024

La misura, che equivale a 568 millilitri, favorirebbe gli eccessi e quindi
le sbronze. Alcuni pub inglesi hanno provato a servire misure ridotte di un
terzo. E in effetti i consumi sono calati del 9,7 per cento. Ma in compenso
è cresciuta la vendita di vino. Insomma, il tentativo non ha aiutato la
salute pubblica. E anche in Italia guai a toccare la “media”.

La pinta di birra – per l’esattezza la “pinta imperiale” – nei Paesi
anglofoni è un’icona. Di più: un’istituzione. Ma potrebbe sparire:
eventualità che per molti risulta nefasta. Una faccenda da tenere
monitorata, perché potrebbe riservare colpi di scena. Andiamo però con
ordine.

*Un inglese medio tracanna 124 pinte di birra all’anno*

Dopo una serie di misure regionali, nel 1824 è stata definita una
standardizzazione: la pinta imperiale equivale a circa 568 millilitri. Più
di mezzo litro, per intenderci meglio. Gli abitanti del Regno Unito non
figurano tra i maggiori bevitori di birra al mondo, ma d’altro canto non
sono esattamente parchi; secondo il rapporto annuale di Brewers of Europe,
nel 2022 il consumo si è assestato sui 46 milioni di ettolitri. Secondo i
dati diffusi dall’Università di Oxford nel 2023, un inglese medio beve 124
pinte di birra all’anno. Possono risultare tante, è vero. Ma sono la metà
rispetto a mezzo secolo fa. E comunque, secondo gli studiosi proprio la
pinta favorisce gli eccessi relativi al consumo di alcol in generale.
L’Università di Cambridge ha condotto uno studio ad hoc – pubblicato sulla
rivista accademica Plos Medicine – basato su una sorta di trucchetto.
Location: i pub inglesi.

E se la pinta di birra fosse eliminata? L’esperimento nel Regno Unito e le
riflessioni sull’alcol

Una pinta di birra (Getty).

*Misure ridotte aiutano a bere di meno. Anche se…*

Nella primavera del 2023 un gruppo di studiosi capitanati dalla
professoressa Theresa Marteau ha contattato oltre 1.700 tra pub, bar e
ristoranti. Invitandoli a “nascondere” le pinte per sostituirle con
bicchieri da due terzi di pinta (abbassando di conseguenza i prezzi).
L’equivalente di una birra media nostrana. Soltanto 13 locali hanno
accettato, e già questo la dice lunga. Uno però non bisogna contarlo,
perché ha bluffato proponendo ai clienti sia i bicchieri da due terzi sia
le pinte. Sono quindi rimasti in 12. L’esperimento è durato tre mesi. Nel
primo mese, le pinte sono state servite normalmente. Per le successive
quattro settimane, gli esercenti hanno reso disponibili solo i due terzi.
Il terzo mese è coinciso con il ritorno alla consuetudine. Risultato: le
vendite di birra sono calate del 9,7 per cento quando le pinte non erano
disponibili. Gli utili sono scesi del 5 per cento (ma i commercianti hanno
ottenuto un risarcimento). Il team di ricerca ha dunque rilevato che misure
ridotte aiutano a bere di meno; ritiene perciò che la strategia sia
vincente e possa concretamente giovare alla salute pubblica. È giunto il
momento di far perdere una taglia alla pinta? Keep calm: alcuni risvolti
cambiano il quadro della situazione.

*Il rovescio della medaglia: la scelta su vini e super alcolici*

Tanto per cominciare: nei fatidici giorni è calata la richiesta di birra,
ma in compenso è aumentata del 7,2 per cento quella di vino. Secondo
aspetto: come ha sottolineato più di qualcuno, nei supermercati c’è
un’ampia disponibilità di vino e altri alcolici a buon mercato. Costano
meno della birra e hanno gradazioni più elevate. E diciamolo: con una pinta
di birra non è facile ubriacarsi, con un’intera bottiglia di vino la
sbornia è pressoché assicurata. Terzo: nessuno dei locali coinvolti nella
ricerca ha poi deciso di eliminare definitivamente le pinte. Quarto: nel
Regno Unito i pub – strano ma vero – ultimamente non se la passano bene.
Anzi, nei primi sei mesi dell’anno ne sono stati chiusi 300, 50 al mese. Ci
manca solo che la pinta sparisca dalla circolazione, staranno pensando
produttori e commercianti. Se insistono con questa storia, potrebbe
scoppiare una polemica gigantesca. God save the pinta. (*)

*Anche gli italiani hanno sempre avuto un debole per la birra.*

E sempre di più apprezzano quella artigianale. Secondo i dati diffusi da
AssoBirra, nel 2023 la produzione di birra in Italia ha raggiunto 17,4
milioni di ettolitri e i consumi si sono attestati a 21,2 milioni di
ettolitri. C’è un leggero calo rispetto al 2022 – dovuto in primis
all’inflazione e alle accise – ma sono stati superati i livelli
pre-pandemici. E pare che le cose siano andate ancora meglio nei primi mesi
del 2024.

*Premiate 799 etichette su 2.634 tipologie*

Per quanto riguarda il consumo della birra artigianale, si registra invece
un aumento rispetto al 2022: +3,5 per cento. La penetrazione del mercato ha
raggiunto circa il 4 per cento del consumo totale di birra nel nostro
Paese. Secondo i dati estratti dai registri delle imprese delle Camere di
commercio, il settore brassicolo made in Italy è popolato da oltre 1.300
imprese. Nella Guida alle birre d’Italia 2025 di Slow Food, sono citate
2.634 birre: un numero impressionante. Le etichette premiate? Quasi 800,
per la precisione 799. Nella suddetta guida vengono elencati anche 785
locali eccellenti. Questa carrellata di numeri dimostra chiaramente come la
birra artigianale sia in ascesa, per tre motivi principali: la grande
varietà di stili e sapori, una sempre più definita identità territoriale e
un cambiamento nelle preferenze dei consumatori verso l’autenticità e la
genuinità. La nostra birra è parecchio apprezzata anche dai francesi, gli
olandesi, i tedeschi. Gente che, sul tema, sa il fatto suo. Altra
conseguenza: pure il turismo brassicolo decolla.

*Non toccate la birra media nei nostri pub*

A questo punto, nasce il seguente interrogativo: e se la pinta di birra
sparisse dai nostri pub? Ok, qui non ha lo stesso valore storico, simbolico
e anche “affettivo” che da sempre la caratterizza nel Regno Unito. Non fa
parte della cultura, della tradizione, delle abitudini e addirittura del
linguaggio quotidiano. Ma adesso che il comparto della birra artigianale
sta entrando in una fase positiva, probabilmente molti storcerebbero il
naso davanti a questa ipotesi. Anche se il colpo basso, ma proprio basso,
sarebbe un altro: togliere di mezzo la birra media. Ecco, ne verrebbe fuori
un trauma collettivo in piena regola. God save the pinta lì, Dio salvi la
birra media qui. Alla nostra.

(*) Nota: nella complessità dei problemi alcol correlati e della loro
prevenzione, ridurre la capacità dei bicchieri spicca per la sua
semplicità. È una soluzione che andrebbe affrontata con decisioni a livello
nazionale, e qui iniziano le complicazioni.

NOTIZIE.IT

Un individuo in stato d’ebbrezza è stato soccorso sugli scambi della
metropolitana proprio nel momento finale da personale Atm

29/09/2024 | di Redazione Milano Notizie.it

Un individuo in stato d’ebbrezza è stato soccorso sugli scambi della
metropolitana proprio nel momento finale da personale Atm

C’è stato un incidente angosciante nella stazione della metropolitana di
Precotto a Milano sabato sera, dove un uomo di 50 anni ubriaco ha rischiato
la vita cadendo sui binari in direzione Rho. Fortunatamente, il personale
di Atm responsabile della circolazione dei treni si è prontamente accorto
della situazione pericolosa e ha immediatamente interrotto l’alimentazione
elettrica, impedendo così l’arrivo del treno e salvando l’uomo da un
eventuale incidente mortale.

L’uomo è stato in seguito soccorso da squadre di un’ambulanza e un’auto
medica e trasportato all’ospedale San Raffaele con un codice giallo a causa
di una ferita lieve alla testa, nonostante fosse chiaramente sottostato di
ebrezza.

Le circostanze esatte della caduta dell’uomo non sono state ancora del
tutto chiarite; c’è da verificare se l’uomo è inciampato a causa del suo
stato di ubriachezza o se la caduta è stata un’azione intenzionale.
L’incidente ha causato un breve fermo della linea rossa della metropolitana
per consentire i soccorsi.

GAMBEROROSSO

Quanto costa un cocktail analcolico? La verità dietro il prezzo della
mixology a zero gradi

*Il costo degli ingredienti e il lavoro dietro ogni bicchiere sono solo
alcune delle ragioni dei prezzi elevati delle bevande a gradazione zero. Ma
i consumatori non sempre ne comprendono il valore*

29 Set 2024, 09:58 | a cura di Carlotta Sanviti

Troppo spesso ci si chiede perché un gin tonic a gradazione zero dovrebbe
costare meno di un gin tonic tradizionale (e così per tutti i drink no
alcol). Forse la risposta sta in ciò che non vediamo.
Dall’approvvigionamento degli ingredienti, alla produzione interna di
sciroppi, fino ai costi della manodopera specializzata, la creazione di un
cocktail analcolico è un’arte complessa che va ben oltre il semplice
sostituire l’alcol. Eppure, molti clienti restano sorpresi quando vedono il
prezzo di un drink a gradazione zero sul menu, immaginando che l’assenza di
alcol dovrebbe abbassare automaticamente il costo.

*Il costo di un drink no alcol*

Dopo le lamentele sul costo della Guinness analcolica (ne avevamo parlato
qui), anche i drink entrano nell’occhio del mirino. La crescente richiesta
di bevande analcoliche ha portato molti bar e ristoranti ad alzare
l’asticella dell’offerta, creando drink complessi che imitano l’esperienza
di un cocktail alcolico. Per fare ciò, spesso si usano distillati
analcolici molto costosi, realizzati artigianalmente in piccoli lotti con
ingredienti di prim’ordine. Ne aveva parlato anche Emanuele Broccatelli,
bartender professionista e ideatore di Drink IT, l’azienda di cocktail
ready to drink, che affermava, in vista dell’uscita dei loro cocktail rtd
analcolici, quanto fosse stato difficile lavorare a questo progetto: «Ci è
voluto ancora più sviluppo e ricerca. Se per stabilizzare l’alcol hai il
preservante naturale che è l’alcol stesso, nell’analcolico non hai niente
di tutto questo».

Anche sulla rivista Eater parla Mehrnush Sadat, proprietaria di Soberish,
un negozio di bevande analcoliche ad Atlanta, che spiega: «Si tratta di
liquori di alta qualità, realizzati con processi complessi che rendono
questi prodotti tanto – se non più – costosi delle loro controparti
alcoliche». La pensa ugualmente Jessica White, beverage director per Bread
& Butterfly, riguardo il costo dei distillati analcolici, e spiega sulla
rivista statunitense: «Una bottiglia da 500 ml di un distillato analcolico
può costare tra i 20 e i 30 dollari all’ingrosso, contro i 18-35 dollari di
una bottiglia da 750 ml di alcolici». Ma perchè? «Le tecniche di produzione
sono simili a quelle dei liquori alcolici, ma i processi di estrazione e
distillazione degli ingredienti naturali possono essere ancora più
costosi», dice Clarke Anderson, beverage director presso Rocket Farm
Restaurants, sempre ad Atlanta.

*Non solo succo: il valore del lavoro e della presentazione*

Oltre agli ingredienti base, i drink analcolici includono anche succhi
freschi, puree artigianali e guarnizioni elaborate. Ma soprattutto la
stessa cura, dalla scelta del bicchiere al ghiaccio, riservata ai cocktail
alcolici. E poi c’è il lavoro umano: la preparazione di un buon drink
analcolico non richiede meno competenza rispetto a un cocktail
tradizionale, con ore di lavoro e diversi passaggi da fare. Infatti, quello
che è importante (ma allo stesso tempo più difficile) è che il cliente
percepisca tutti gli ingredienti del drink. «Togliere l’alcol non include
tagliare anche il prezzo, il gusto deve appagare il cliente allo stesso
modo», spiega Davide Piastra, proprietario del primo bar senza alcol di
Torino.

*Educare il consumatore*

Il compito di comunicare questa la complessità dietro le quinte del no
alcol – riferito a tutti i tipi delle bevande – è importante, per spiegare
come l’assenza di alcol non equivalga a una mancanza di valore o al costo
“dell’ingrediente in meno”. E non si tratta neanche di una buona pratica
commerciale: ormai ristoranti e locali (i nuovi sober bar) che offrono
valide alternative analcoliche possono conquistare un pubblico più ampio,
fatto di persone astemie, donne in gravidanza, clienti con restrizioni
religiose o semplicemente per chi vuole mantenersi in salute. In
definitiva, i drink analcolici stanno raggiungendo una crescita
esponenziale, sono i numeri a parlare. E vanno visti come un nuovo capitolo
anche nell’evoluzione della mixology, dove il valore non risiede nel
contenuto del bicchiere, ma anche nell’importanza del racconto,
nell’attenzione e nella qualità che li accompagnano.

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Pontecagnano: si ribalta con la propria auto e ne esce illeso, positivo
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Si schianta contro un’auto parcheggiata. Era ubriaco

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